I benzinai minacciano lo sciopero,
i consumatori criticano il Governo

Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha assicurato che incontrerà i gestori di Fegica e Faib che nei giorni scorsi si sono detti pronti allo sciopero contro le misure contenute nel provvedimento di riforma della rete carburanti. Romani, con un apposito decreto, aveva istituito la “Commissione per la valutazione delle dinamiche dei prezzi dei carburanti”, prevista nell’ambito delle iniziative del Tavolo permanente di confronto sul mercato petrolifero.
Compito della commissione è individuare sistemi chiari e condivisi di rilevazione statistica dei prezzi e dei valori di riferimento, verificare l’andamento del Prezzo Italia, del margine lordo e del cosiddetto “stacco Italia”. La commissione sarà lo strumento anche per verificare l’esistenza dell’ipotizzata doppia velocità, più volte denunciata dai consumatori. La prima riunione della Commissione composta da rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico, del Garante per la sorveglianza dei prezzi, delle associazioni dei consumatori e delle associazioni di categoria delle aziende petrolifere e dei gestori si terrà entro fine mese. Di volta in volta saranno inoltre chiamati a partecipare anche i rappresentanti degli altri operatori ed enti interessati. Nel caso vengano rilevate nell’andamento dei prezzi incongruenze tali da violare il regime di concorrenza, la commissione eserciterà il potere di segnalazione alle autorità competenti. “Con l’istituzione della commissione”, avevano dichiarato il ministro Paolo Romani e il sottosegretario Stefano Saglia, “si risponde in modo concreto a una richiesta delle associazioni dei consumatori. Questo organismo rafforza la capacità di monitoraggio e la trasparenza sull’andamento dei prezzi, coinvolgendo fortemente tutti i protagonisti del settore. Il governo procede verso la riforma strutturale del settore carburanti”. Ma ora l’incontro previsto con i gestori viene criticato dal Codacons: ”È il colmo, per non dire una vergogna”, scrive l’associazione dei consumatori, “che il Governo voglia incontrare qualunque lobby esistente in Italia, purchè porti avanti egoistici interessi di bottega, ma rifiuti un confronto con chi rappresenta i consumatori, ossia le vere vittime di questo sistema: i tartassati automobilisti italiani”. Il Codacons vuole invece che venga favorito l’ingresso della grande distribuzione nella distribuzione dei carburante, che siano eliminati i millesimi dal prezzo dei carburanti, così da facilitarne la lettura da parte del consumatore, sanzioni severe, sospensione dell’attività per chi non espone prezzi in modo ben visibile anche in città e controlli periodici della Guardia di Finanza alle pompe. Intanto, si rivede il segno più sulla rete dei carburanti con la benzina che torna sopra 1,5 euro al litro. È quanto emerge dalla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana che evidenzia in particolare come per Esso si registrano rialzi mentre per Eni una strategia diversificata. Venerdì Esso ha applicato un rialzo di 0,5 centesimi al litro sui prezzi consigliati di entrambi i prodotti: le nuove medie salgono così a 1,479 euro al litro per la benzina e a 1,364 euro al litro per il gasolio. Quanto a Eni, si registrano movimenti discordanti nei diversi cluster, con ribassi fino a 1 centesimo al litro e rialzi intorno a 0,5 centesimi al litro.
In base ai prezzi calcolati da Staffetta, la benzina oscilla tra un massimo di 1,502 euro/litro e un minimo di 1,479 euro al litro; mentre il gasolio 1,388 euro al litro e 1,364 euro al litro.

2 risposte a “I benzinai minacciano lo sciopero,
i consumatori criticano il Governo

  1. Le compagnie petrolifere stanno esagerando e il Governo cincischia. Chiacchiere tante, ma nessun risultato. Perchè non ci mettiamo d’accordo con i benzinai e organizziamo anche noi trasportatori un bello sciopero. Aspetto risposte.

  2. Non sono io che devo scioperare! Sono un imprenditore! Se aumentano i costi di gasolio faccio i miei conti a applico aumenti di tariffa. I committenti stanno guadagnando sui trasporti affidati a piccoli, medi e grandi ditte di trasporto, perché i costi di nolo sono sotto il minimo di guadagno giusto di un 30/35 per cento. Come la storia insegna: se anche la categoria spuntasse dei ribassi di gasolio, o altre attuazioni per calmare il costo di lavoro, ci sarebbero sempre tanti trasportatori (e non) che, su pressione e lusinga di committenti, andrebbero a dissipare quel che altri avevano “guadagnato”. Ripeto, io non ho bisogno di scioperare! Se aumentano i costi io mi adeguo con le tariffe. Punto e basta!

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