Tir contromano, Conftrasporto chiede verifiche sulla filiera

Omicidio colposo plurimo: di questo è accusato il conducente di origine ucraina che domenica 6 febbraio è entrato in autostrada contromano dal raccordo Sistiana-Trieste della A4. Gli organi di informazione hanno dato ampio risalto al fatto di cronaca, costato la vita a due persone, padre e figlia rispettivamente di 36 anni e 17 mesi, e le drammatiche riprese televisive, effettuate dalle telecamere posizionate sul tratto autostradale, hanno fatto rapidamente il giro della rete web. La Conftrasporto, proprio in relazione alla gravità e agli esiti luttuosi dell’evento ha scritto al Prefetto di Trieste e alla Polizia della Strada del Comando competente, alla Direzione Centrale Polizia del Ministero dell’Interno, e per conoscenza al sottosegretario di Stato Bartolomeo Giachino, chiedendo se siano stati avviati anche gli accertamenti di eventuali corresponsabilità dei soggetti della filiera del servizio di trasporto.
Verifiche che la Confederazione ritiene necessarie in virtù di norme di legge sulla sicurezza nella circolazione stradale e sicurezza sociale, e di accertamento della regolarità del mercato dei servizi specifici. Regole che sono state approvate proprio per appurare se siano stati posti in essere da tutti i comportamenti utili a evitare una simile tragedia, indipendentemente dal fatto che il veicolo industriale fosse scarico all’atto dell’evento.
Sotto, il camion contromano ripreso dalle telecamere dell’Anas.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Qy5eQplEE6Y[/youtube]

13 risposte a “Tir contromano, Conftrasporto chiede verifiche sulla filiera

  1. Le case costruttrici di mezzi pesanti devono applicare sistemi mediante i quali, qualora il conducente risulti positivo al test alcolico, impediscano al mezzo di partire. Chiaramente tutto deve essere personalizzato, ma solo così sarà possibile essere sicuri che a bordo di tali mezzi non vi siano persone ubriache, pericolose per sè e per gli altri, aldilà di tutte le altre sanzioni, che non servono a salvare vite umane…

  2. Proprio così! Bisogna capire dove stava andando, vuoto, quel camion, da dove veniva, cosa ha scaricato e per chi, a che titolo ha eseguito il trasporto e con che tariffa. Inoltre se la patente, la licenza e il sistema di cabotaggio fosse rispettato e regolare. E nel caso sanzionare il COMMITTENTE E IL RESPONSABILE che ha contrattato il viaggio. Questo fatto è il frutto, amaro, della realtà dei trasporti su strada: invocata da tutti la sicurezza (quando serve a comminare multe, verbali, sanzioni), ma all’atto pratico e realistico si affida la merce e il mezzo guidato al soggetto che pratica il minimo nolo o tariffa di viaggio. E… non importa chi sia, se in regola con le licenze, il Durc (?) e quant’altro contemplato e richiesto dalle leggi in vigore sul trasporto merci su strada. Questa è la sintesi reale con cui si opera e si lavora o si va a contrattare con la committenza, per poi meravigliarci e scrivere temi, anatemi e proclami per “promuovere la sicurezza e colpire gli inadempienti”. Mi piange il cuore per la fine delle vittime innocenti. Sono una della categoria vituperata. Se ci fossero dei riferimenti alla categoria collettiva, mi riterrei offeso e potrei citare a giudizio chi denigra, offende tutti gli interessati alla categoria, comunque e quantunque.

  3. Bravo giorgio, hai fatto un elenco preciso di richieste e verifiche che le forze dell’ordine faranno sicuramente per non incorrere nel 328 “omissioni atti d’ufficio” così si ottempererà alle nuove disposizioni del codice della strada e si andrà a colpire i “delinquenti” salvaguardando gli onesti lavoratori che sono la stragrande maggioranza.

  4. Finalmente una gran bella iniziativa dell’Associazione che tutela le imprese di trasporto !
    Forti delle disposizioni che tutto il Parlamento ha approvato, si cerca di approfondire fino in fondo le cause e le responsabilità di una tragedia e di un fatto pericolosissimo (autotreno contromano in autostrada), senza fermarsi al conducente ubriaco e risolvere il tutto come mera fatalità.

  5. Spettabile redazione del blog stradafacendo, sono una mamma di una vittima della strada finita sotto le ruote di un camion che non si e’ fermato a uno stop. Leggendo cosa avete scritto, mi sembra di capire che da 5 anni si aspetta una sentenza che dica se si puo’ o meno trasportare un peso enorme in barba al Codice della strada e che nel frattempo i mezzi circolano tranquillamente con il rischio per la collettivita’. Dopo che mi sono informata da un legale che mi aveva seguito nella mia disgrazia chiedo al ministero dei Trasporti o al ministero della giustizia perche’ l’avvocatura dello Stato non fa l’istanza di prelievo della sentenza accelerando l’iter e il pronunciamento di merito? Ogni ora che lasciamo trascorrere oltre ai 5 anni gia’ trascorsi abbiamo tutti sulla coscienza una situazione potenzialmente esplosiva. Mi auguro che qualcuno intervenga e grazie per quanto potrete fare.

  6. Non è certo mia intenzione strumentalizzare il dramma di una mamma, così colpita negli affetti. Certo qualcuno dovrebbe riflettere e pensare, magari un po’ vergognandosi, soprattutto se non perde occasione per ergersi a maestrina della penna rossa e chiedere spesso e a gran voce il rispetto delle regole. È giusto che si sappia che un effetto questo mancato pronunciamento lo ha determinato. Molti agenti preposti ai controlli che non ricevono certo degli stipendi da nababbi, di fronte all’incertezza interpretativa e al conseguente rischio di poter essere chiamati a rispondere di eventuali danni, ove il tribunale amministrativo riconoscesse la legittimità di poter utilizzare un veicolo eccezionale per effettuare trasporti di coils, preferiscono non intervenire. La responsabilità è quindi tutta di un sistema che cerca cavilli per non dare una interpretazione che, se in linea con quanto sostenuto da due circolari ministeriali, costringerebbe qualcuno a non utilizzare dei veicoli di 108 ton. per trasportare i coils. Il tutto ovviamente non per ridurre il numero di mezzi pesanti sulle strade, ma per risparmiare, a spese altrui sul costo del trasporto. È vergognoso che in un Paese civile questo avvenga. È inaccettabile che di fronte a una interpretazione autentica di chi ha predisposto le norme, cioè il ministero competente, si consenta, causa il silenzio, che si continui a lasciare indefinita una norma così importante per la sicurezza. Speriamo che leggendo quanto la signora quasi incredula ha scritto certo spinta dall’intenzione di spingere chi detiene in nome del Popolo il potere di legiferare perché si possano ridurre il più possibile altre tragedie sulle strade, intervenga primo per ottenere il pronunciamento e successivamente per dettare delle norme non a favore di qualcuno in particolare ma per la sicurezza di tutti.

  7. Non raccontiamo storie. Lo sanno tutti chi utilizza i mezzi eccezionali per far trasportare i propri coils. Quindi se veramente la “sora” imprenditrice in questione fosse animata dalla volontà di determinare delle regole certe, avrebbe utilizzato il suo peso politico, che è molto, per ottenere un pronunciamento. Ma poi deve aver pensato che se il tribunale avesse riconosciuto la legittimità di quella circolare, si sarebbe trovata costretta a pagare tre viaggi anzichè uno. Se invece il Tar avesse riconosciuto le ragioni di chi opera in quel modo il rischio sarebbe stato un altro e cioè che il ministero predisponesse un emendamento al Codice della strada per evitare che operazioni simili, non certo in linea con gli interessi della collettività, potessero proseguire. Quindi come dicevano i latini: quieta non movere.

  8. Ma perché non si pronuncia il nome di quell’impresa che agisce in questo modo. Io non ho capito chi sia. C’è qualcuno che me lo vuol dire? Grazie

  9. Questa vicenda dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, il peso, il potere delle lobbies e i modi di esercitarli. Quando il settore del trasporto tenta di fare altrettanto si parla sempre e solo di ricatto!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *