La preghiera dell’automobilista
di Papa Giovanni XXIII

Il mondo di chi viaggia sulla strada ha mille storie e sfaccettature. Non mancano legami tra la religione e chi è al volante. C’è chi tiene rosari e immaginette nell’auto e chi non rinuncia a fare benedire il suo veicolo ogni anno, nella festività di Sant’Antonio Abate (nelle città in cui viene effettuata la funzione). Abbiamo ripescato in un libro la “preghiera dell’automobilista” un passaggio di Papa Giovanni XXIII. Risale quindi a circa cinquant’anni fa (Angelo Giuseppe Roncalli è stato papa dal 1958 al 1963). Le parole del “Papa Buono” sembrano però scritte oggi e le riproponiamo volentieri anche sul nostro portale. Per chi crede, ma anche per chi non crede, ma quando si è al volante si è tutti uguali.
“Signore! Concedimi una mano ferma e un occhio vigilante, affinché non ferisca alcuno quando passo. Tu hai dato la vita e io Ti chiedo che nessuna delle mie azioni sia contro questo dono che viene da Te.
Insegnami ad usare la mia automobile per i bisogni degli altri, a non disprezzare, per amore della velocità, le bellezze del mondo che Tu hai creato, affinché possa con gioia e cortesia continuare la mia strada”.
Amen
(Giovanni XXIII)

3 risposte a “La preghiera dell’automobilista
di Papa Giovanni XXIII

  1. Aggiungerei una preghiera laica: “Prego il Parlamento ed il Governo di ascoltare cosa hanno da dire gli operatori del settore prima di emanare leggi e decreti!”

  2. Scusa George, forse con quel nome che hai non sei italiano e neppure cristiano, ma non mi sembra il caso di fare dell’ironia su qualcosa di molto serio come la preghiera del Papa Buono, al quale in italia siamo ancora molto devoti.

  3. Si sta parlando di “buona maniera” e di lavoro e umanità. Non di politica o di sindacato. Questa preghiera la avevo già letta e sentita e inoltre ne tengo una simile nel portafogli. Perché dobbiamo abituarci all’idea che quando scendiamo dalla guida di un veicolo, qualsiasi, torniamo ad essere noi stessi pedoni, fragili, indifesi, minacciati, inconsiderati, maltrattati dagli altri conducenti che stanno viaggiando a bordo dei loro veicoli sulla strada dove noi vorremmo poter camminare in sicurezza.

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