Strada e ferrovia, in Europa l’intermodalità crescerà del 7,4%

Secondo un dossier elaborato dalla Union Internationale des Chemins de Fer (Uic), storica organizzazione nel settore del trasporto ferroviario con sede a Parigi, il trasporto intermodale strada-ferrovia in Europa segnerà nei prossimi quattro anni un tasso di crescita decisamente importante. Gli ultimi dati raccolti rivelano, infatti, che per il trasporto combinato si verificherà una crescita del 7,4 per cento tra il 2010 e il 2015. Sempre nel 2015, nell’area europea, le proiezioni numeriche dicono che circoleranno ben 260 milioni di tonnellate su ferrovia. Rispetto alle rilevazioni svolte nell’anno 2007, i servizi intermodali non accompagnati sono incrementati dell’11 per cento, e già dal 2009. Il dossier, pubblicato nel 2010, è il terzo di una serie di studi avviati da Uic nel 2005 per la valutazione delle prospettive di crescita del traffico intermodale su area nazionale ed europea, delle strutture di mercato e relativi modelli di contrattazione, compresi i traffici per segmento.
Nata nell’ottobre 1922, l’Union Internationale des Chemins de Fer è un ente con la “e” maiuscola, certamente in grado di restituire una visione dello scenario sul trasporto intermodale reale, comprese le tendenze. Nato, inizialmente, con lo scopo di coordinare l’operato delle ferrovie nazionali europee nel dopoguerra, con l’obiettivo di raggiungere la standardizzazione nella costruzione e nell’impiego dei sistemi nei Paesi Europei, ha successivamente sviluppato la propria attività fino all’emanazione di regole comuni sul materiale rotabile, sulle infrastrutture e sulla sicurezza nel settore, sempre nella ricerca della massima interoperabilità dei sistemi tra i vari Paesi. Per eventuali approfondimenti, il dossier elaborato dall’Uic è disponibile nel seguente link: http://www.uic.org/spip.php?article2715

3 risposte a “Strada e ferrovia, in Europa l’intermodalità crescerà del 7,4%

  1. Ma che bella notizia. Peccato che sia incompleta. E’ interessante sapere che le ferrovie incrementeranno, ma siamo sempre alle previsioni (speriamo non siano come quelle sull’economia). Si dovrebbe conoscere quali sono le previsioni di incremento previsto delle tonnellate che verranno trasportate per verificare se vi sarà recupero della ferrovia o invece una situazione di stasi, che a naso sembra essere la più probabile.

  2. Ma che bravo Erodoto. Che siano delle forecast, ossia previsioni di incremento del traffico, lo si comprende leggendo il rapporto della UIC e l’elenco delle imprese che hanno partecipato alla survey. In ogni caso, pur essendo delle previsioni, sono dati restituiti da operatori del settore che hanno il naso nel lavoro e che hanno visto, hanno sentito e hanno ragionato..!! Bicchiere mezzo pieno docet…!!!

  3. Certo che con le leggi attuali sulle ore di guida e tempi di riposo giocoforza si cerca di fare viaggiare le merci senza fermi obbligati per i veicoli. Il problema è che le previsioni e i dati sono parametrati su lunghe tratte e su territori e Paesi dove esiste un sistema e una rete di ferrovie e di scali atti a svolgere e rendere semplice e veloce l’inoltro del primo e ultimo tratto. Ma non mi sembra che sia questa la situazione dell’italia. Dai Paesi dell’Est al centro Europa o costa atlantica europea conviene e ne vale la pena, ma da Treviso per Avellino o per Lecce, con il camion, penso che dovrei farmi pagare , non per i km o quintali, ma per il tempo impiegato e/o perso!

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