Pace sociale a rischio, il trasporto scende sul sentiero di guerra

È di nuovo “guerra” sulle strade. In un comunicato, l’Unatras, l’Unione nazionale delle associazioni dell’autotrasporto merci, minaccia infatti la rottura della pace sociale se gli impegni presi dal governo con il mondo dell’autotrasporto non verranno immediatamente mantenuti. “L’autotrasporto non può più aspettare”, si legge nella nota dell’Unatras: “la crisi economica, il vertiginoso aumento dei costi del gasolio e delle assicurazioni stanno mettendo alle corde le imprese di trasporto”.
“La categoria aspetta ancora di poter utilizzare gli strumenti normativi che sono stati concordati con il protocollo d’intesa firmato lo scorso diciassette giugno; l’Agenzia delle Entrate blocca le procedure per consentire i controlli a carico dei committenti del trasporto  previsti dalla legge 133 del 2008  e, in questo modo, il rispetto dei costi minimi di sicurezza e l’osservanza dei tempi di pagamento non trovano alcuna applicazione concreta; il Ministero dei Trasporti non assume alcuna iniziativa per emanare il decreto necessario per definire le modalità per i tempi di carico e scarico delle merci; l’Osservatorio, che è l’organismo deputato a elaborare i costi di esercizio per i contratti scritti, è nei fatti bloccato.
La presidenza dell’Unatras, riunitasi ieri a Roma, ha deciso che pur prendendo atto positivamente del fatto che l’Esecutivo ha stanziato nella Legge finanziaria le risorse, così come era stato concordato con il mondo dell’autotrasporto, è pronta a valutare, nella prossima riunione del proprio comitato esecutivo che si terrà alla fine del mese di gennaio, l’opportunità di rompere il patto sulla pace sociale nell’ipotesi in cui il Governo non dia veloci e concreti segnali per dare attuazione alle norme di legge che sono state emanate a seguito dell’intesa sottoscritta”.

28 risposte a “Pace sociale a rischio, il trasporto scende sul sentiero di guerra

  1. O questi dirigenti dell’Unatras non sanno leggere bene gli eventi, o il comunicato è il frutto di una mediazione per recuperare le posizioni oltranziste di qualche “falco”. Che le procedure attuative delle leggi non siano state approvate è vero. Così come che chi ha la responsabilità di farle applicare deve avere il coraggio di assumere le necessarie iniziative senza pensare che spostando l’attenzione sul Piano della logistica si possano dimenticare i problemi del quotidiano. Tuttavia bisognerebbe avere anche la correttezza di evidenziare quanto di positivo, penso alla finanziaria, al milleproroghe, al bonus ambientale, ai divieti di circolazione, si è verificato. Certo che anche questi risultati non possono rimanere sulla carta e devono trovare risposte attuative ma prima di minacciare delle disdette bisogna costruire un percorso che invece mi pare manchi nelle posizioni espresse con forza dall’organismo unitario. Prima la costruzione di una piattaforma per ottenere certezze sui tempi dell’attuazione delle norme. Poi ricorso alla disdetta delle intese. Attenzione a non fare errori grossolani che pagherebbero gli operatori.

  2. La storia attuale insegna che in un contesto difficilissimo è meglio seguire chi (come i principali sindacati) cerca una via della mediazione (avete presente?per evitare che la Fiat porti all’estero la produzione?) piuttosto che gli oltranzisti a tutti i costi. Di sindacati pronti a fare il braccio di ferro ne abbiamo piene le tasche, non hanno capito che non sono più i tempi di Togliatti.

  3. In questo modo gli autotrasportatori ottengono solo un risultato: passare dalla parte del torto. Anche per fare un bambino occorrono nove mesi…

  4. Ma cosa cavolo state dicendo? Avete bevuto tutti? Vi siete fatti? Questi signori (politici) ci stanno dando l’ennesimo calcio la dove la schiena cambia nome, dopo averci riempiti di chiacchiere e promesse stanno facendo ciò in cui sono campioni del mondo: nulla…

  5. Ma scusate,lagenzia delle entrate non dipende dal signor Tremonti che è sempre pronto a fare il professorino con i soldi degli altri? Diamogli una sveglia al Giulio nazionale! Ha capito presidente Silvio (o amico Umberto da Giussano)? Se non lo fate perdete credibilità, proprio con noi trasportaori che per il 95 per cento abbiamo votato e forse rivoteremo per voi. Poi quei comunisti della Cna che ci sono in Unatras stiano calmini se non vogliono fare la fine della Fiom perchè noi con i chiari di luna che ci sono prima pretendiamo con trattative e poi minacciamo. Ps: Ma che fermo facciamo che già non ci muoviamo per il traffico e perchè non c’è lavoro? Siamo seri, ma non prendeteci per il c..! Chiaro Giachino, Giulietto, Silvietto e Umbertino. Nessuno faccia il furbetto.

  6. Ettore ha delle ragioni. Infatti mi pare che Arturo non abbia detto che non si deve fare nulla. Ha parlato di costruire il percorso e costringere il Governo a misurarsi definendo in tempi rapidi i tempi. Se l’atteggiamento dilatorio si trasformasse in una presa per il …. allora sarebbe giusta la reazione. Ma non facciamoci prendere noi in giro da coloro che hanno recentemente mostrato la loro “forza” nel corso della trattativa del rinnovo del contratto di lavoro. Aggiungo che quel comunicato lascia trasparire che l’Unatras di risultati non ne avrebbe raggiunti, dando ragione a tutti coloro che strumentalmente hanno sempre criticato o lavorato per impedire di raggiungere accordi, dei quali Arturo invece rende conto. Attenzione quindi, lo dico anch’io a non farci fregare.

  7. Io presto fermerò comunque tutti i miei camion. E porterò i libri in tribunale… È questa la realtà caro signor Berlusconi. Possibile che lei, che prima d’essere un politico è stato un imprenditore, un ottimo imprenditore, non capisca?

  8. Berlusconi capisce, eccome. Il problema è che si è circondato di una squadra di cui vergognarsi… Io vivo a Bergamo: avete presente che classe politica abbiamo espresso (e mi riferisco al centrodestra…)?

  9. I politici sanno che ogni giorno che passa senza che loro alzino le loro dorate chiappette dalla sedia per fare qualcosa in Italia abbassano la saracinesca decine di imprese di autotrasporto?

  10. Anche su questa cosa, oggi, ho la netta sensazione che qualcuno non abbia fatto fuori dal “vasino” solo la “pipi”… ma anche qualcosa d’altro. Arturo, che scrive di una sorta di “road map”, ha ragione. Chi, come i sindacati datoriali che dovrebbero rappresentare l’autotrasporto dal lato sinistro della strada, vuole incitare la protesta, faccia attenzione. Anche perchè gli autotrasportatori cercano sempre di mettere la marcia in avanti, ma alle volte se ce ne è bisogno, mettolo la “retro” e tornano per finire il lavoro …!!!

  11. Faccio tutt’altro mestiere (il grafico pubblicitario e devo dire la verità, felicissima, userò ma macchina si e no quattro volte al mese per spostarmi – grazie al telelavoro): volevo semplicemente dirvi che centinaia di altre categoria professionali stanno vivendo drammaticamente la crisi, stanno chiudendo aziende e perdendo posti di lavoro. E senza avere ricevuto gli aiuti che voi, invece avete ottenuto. Una montagna di soldi, per di più… Non ci siete solo voi. Smettetela di lagnarvi. Altri che camionisti machi, siete delle donnicciole frignone…

  12. Quelli che ragionano in stile Fiom mandiamoli qualche anno a difendere i compagni lavoratori nei Paesi dell’Est. Posso chiedere alla segreteria nazionale della Fiom se c’è qualche volontario?

  13. A proposito: io se Marchionne porta tutto oltrefrontiera stappo una bottiglia di champagne… Così anche i sindacalisti capiranno che viviamo in un mondo (e in una concorrenza) globale… Dopo tutti i miliardi di euro che la Fiat ci è costata con i suoi bilanci in rosso e i suoi fiumi di cassintegrati… (e non sono uno che sta bene, faccio l’operaio!!!!!!)

  14. Che il ministero dei Trasporti, per la parte che gli compete, sia in ritardo, è un dato di fatto. Che l’Osservatorio sia bloccato è un dato di fatto. Che c’entra poi la Fiom con la Fita proprio non capisco, mi sembra un paragone un pò tirato. Pace sociale a rischio non significa necessariamente fermo del trasporto. Quanto alla piattaforma beh, l’intesa di giugno non è tale? In cosa consiste poi il blocco delle procedure da parte dell’agenzia delle entrate? Se le blocca significa che qualcosa non quadra, credo che occorra capire bene cosa. Sui costi minimi di sicurezza direi che sia giunto il momento di farci una bella riflessione. C’è al riguardo una bella confusione, sia tra chi li ha proposti che tra gli operatori. A Miriam vorrei dire che dopo nove mesi il bambino si fa, volenti o nolenti ma si fa. A volte si fa anche in sette/otto mesi.

  15. Pamela …. qualche ventennio fa i sindacati hanno avuto un ruolo indiscutibilmente importante e decisivo per i lavoratori. Ora non è più così. Chi tra i sindacati non vuole comprendere che la globalizzazione del lavoro e delle regole non permette più un modo di operare modello FIOM, vuole mantenere unicamente lo “status quo”. Plaudo a chi, invece, come sindacalista dei lavoratori, riesce a guardare oltre l’orizzonte…!!

  16. Appunto caro Ivan, fai tutt’altro mestiere e con tutto il rispetto, questo non lo conosci bene quanto il tuo. Meglio salire su di un Tir, almeno per una settimana consecutiva.

  17. Mi sembra chiaro dai commenti che all’interno di Unatras ci sia una frattura. Sono andata a rivedere gli interventi del 1/1 di Natale Callipari, 30/12 Ciro Russo, 27/12 Paolo Uggè e altri. Tutti fanno riferimento all’applicazione delle norme ottenute a seguito dell’intesa, norme che, come denunciato nel comunicato, sono sostanzialmente inapplicate o inapplicabili. Allora mi chiedo se la frattura sia dovuta al merito o al metodo. Perchè nel primo caso sarebbe insanabile, nel secondo ci sarebbe spazio per una vera intesa. Separati in casa si farebbe il gioco della committenza, che non aspetta altro. Quanto a Fiat e Fiom ripeto che il parallelo è un po’ strano. Noi siamo imprenditori non lavoratori dipendenti. Semmai ci sarebbe da discutere se siamo veri imprenditori o pseudo tali.

  18. Noi stiamo ad aspettare che il Ministero faccia la sua parte, che la committenza partecipi alla stesura degli accordi, diamo tempo al tempo… mentre Anita cosa fa? Dal 1/2 aumenta le tariffe del trasporto container del 10%!!! et voilà!

  19. Meno male che quelli che si lamentano di più (Fita-Cna) sono quelli che sono corsi subito a firmare l’aumento di 130 euro/mese agli autisti non più tardi di 1 mese fa insieme alla Confetra, per fare piacere ai loro “compagni”, e adesso cosa vogliono che il governo di turno paghi le loro bravate? Non è per caso che vogliono usare la categoria a scopi politici?

  20. In risposta al vostro Comunicato Stampa UNATRAS del 13/01/2011.L’autotrasporto continua ad aspettare. Ma mi chiedo fino a quando riuscira’ ad aspettare, fino a quando riuscira’ a sopravvivere.
    È palese che la crisi economica, gli aumenti dei costi su gasolio, assicurazioni, pedaggi autostradali continuano a incidere negativamente su un settore gia’ sull’orlo del collasso; ma concretamente nessuno fa niente o cerca di fare niente, e l’autotrasporto aspetta. Ma noi autotrasportatori da chi siamo rappresentati e come??? La Federazione Autotrasportatori Italiani attivamente e concretamente cosa sta facendo??? La risposta è nulla! Sta buttando solo fumo negli occhi di lavoratori che hanno il diritto di vedere giustamente retribuito il proprio operato, lavoratori a cui si chiede molto ma si da molto poco.
    La committenza continua a crescere economicamente alle spalle dell’autotrasporto. Le tariffe non vengono quasi mai rispettate, ma come possono piccole e medie imprese far fronte a tutto cio’???
    Sarebbe ora che voi sindacati, associazioni di categoria vi toglieste quella maschera di ipocrisia e cominciaste veramente a fare qualcosa per l’autotrasporto, ma questa volta concretamente. È mia considerazione personale che voi associazioni di categoria date più spazio e quindi un’ aiuto effettivo a grandi gruppi non tenendo in considerazione la piccola impresa che non ha quindi via di scampo.
    L’economia di un Paese gira non solo grazie a grandi imprese ma anche con il contributo di piccole e medie imprese. Se noi prendiamo come esempio una bilancia con due piatti e su uno mettiamo il grande gruppo ormai affermato sul mercato e che quindi fra virgolette fa legge,la piccola impresa da sola non può bilanciare il peso se non è aiutata da voi rappresentanti di categoria. Ma queste resteranno parole vane e l’autotrasporto se ce la farà continuerà ad aspettare. Firmato un piccolo autotrasportatore lasciato solo che continua ad aspettare.

  21. Signori, ho confrontato i costi minimi accordati con la mia tariffa attuale, disperazione, mi auguro che si rivedano molto bene questi costi minimi o li facciano fare da chi ne sa di piu’…

  22. Purtroppo siamo alle solite, e non parliamo di comunisti, fascisti o democristiani, siamo alle solite perché quando i signori che stanno al governo non vogliono risolvere nulla fanno delle leggi come questa, che non partirà mai. Prova provata sono le leggi alla modifica al codice della strada che sono partite più che bene per svuotarci per l’ennesima volta le tasche.

  23. Tutte queste polemiche perché? Perché tra tutti i proclami, accordi, posizioni, protocolli, quelli che sono più riusciti di tutti e che “producono” sono le norme attuative contro i trasportatori, intendendo contro i controlli eseguiti sulla strada e in sede operative avverso gli autotrasportatori, nel nome e per conto della sicurezza stradale, professionalità, rispetto delle ore di guida, di riposo, di sosta, di carico, di permessi, di assenze (aets) di ripartizione statica di carico, di velocità, di cabotaggio, di regolarità amministrativa, fiscale e tributaria… manca altro? Quindi tutte le norme approvate nei protocolli hanno trovato pieno sostegno e attuazione nei confronti dei trasportatori e del loro operato, su strada, in ufficio e amministrativo. Mentre per i committenti non ci pensano nemmeno di verificare se i noli, (mal) pagati e concordati, fanno a pugni con i minimi di sicurezza stabiliti per decreto o se i termini di resa infrangono palesemente i tempi di guida e riposo (tipo: carico la sera ics, o al mattino dopo alle otto, a Milano, per essere in consegna la sera stessa a Roma). Da parte mia preciso che non carico senza scheda di trasporto, che i prezzi le faccio io, se gli garba, altrimenti… correre. Anche perché basta vedere i siti dedicati alla borsa trasporti per verificare che i trasportatori sanno solo fare karakiri con i prezzi. E poi li senti lamentarsi, ma sempre al bar, in ristorante, o nei siti. Bisogna lamentarsi con i committenti e la clientela e chiedere quello che è di Cesare. Imparate ad alzare la testa e farvi quattro conti con la matita! (anche perché così potete fare delle correzioni e non risulterà nero su bianco).

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