Il nuovo contratto offre all’autista più soldi ma può togliergli lavoro

Dopo mesi di trattativa, una soluzione economica è stata trovata per i lavoratori dipendenti della imprese di trasporto e logistica. La soluzione, raggiunta in tempi diversi, prevede un incremento scaglionato nel tempo che riconoscerà 122 euro di incremento al mese a un autista entro il 2012. Aggiungendo all’aumento della retribuzione il costo della polizza sanitaria e dell’ente bilaterale, l’incremento complessivo è pari a 134 euro al mese, al quale occorrerà aggiungere la parte contributiva e l’una tantum di 150 euro. Le imprese aderenti alle federazioni della Conftrasporto, della Confartigianato e della Casartigiani, che non hanno condiviso le soluzioni presentate, riconosceranno gli aumenti concessi dalle federazioni che avevano ritenuto per tutta la trattativa insostenibile le richiesta dei rappresentanti dei lavoratori. Un’ adesione che sembra soddisfare le aspettative dei lavoratori, ma che rischia di avere effetti futuri preoccupanti. Per tutta la fase preliminare della trattativa era stata evidenziata infatti la necessità di trovare una soluzione valida per evitare che il fenomeno dei lavoratori in affitto, provenienti dai nuovi Paesi entrati a far parte della Comunità nei quali il costo del lavoro è notevolmente inferiore, si estendesse nel settore dell’autotrasporto, danneggiando i lavoratori nazionali. Le preoccupazioni rappresentate sono state sottovalutate e considerate superate dalle dichiarazioni molto generiche rilasciate dal ministero competente. I dubbi  tuttavia si rafforzano leggendo le norme europee e il rischio che quanto paventato divenga una modalità consueta è molto forte. La domanda è semplice. Perché imprese che hanno la possibilità di ridurre il costo del lavoro attraverso la semplice attuazione di disposizioni europee dovrebbero perdere servizi di trasporto perché fuori mercato a causa dell’elevato costo del lavoro? Su questo doveva essere fatta una battaglia comune ed ottenere certezze, ma la scelta è stata invece quella di seguire una strada che lascia incertezze. In aggiunta a tutto questo occorre non dimenticare che un elevato costo del lavoro favorirà, sempre a danno dei lavoratori, la ricerca del lavoratore autonomo. Il Governo non potrà infatti  sostituirsi nell’abbattimento del costo del lavoro ancora per lungo tempo, facendo in sostanza quello che le imprese non sono riuscite a realizzare insieme ai rappresentanti dei lavoratori. Conftrasporto ha più volte  sostenuto la necessità di aprire una fase nuova nei rapporti tra imprese e mondo del lavoro. Anziché percorrere la strada di una maggiore flessibilità, garantita da un più elevato coinvolgimento, si è preferito ripercorrere la strada dell’incremento economico che potrebbe rivelarsi un vero boomerang per i lavoratori nazionali. La contrapposizione tra padronato e lavoratori non è più di moda. La speranza che nella parte normativa, ancora da definire, possano essere introdotti correttivi che tengano conto di come il mercato del lavoro, piaccia o meno, ha ormai una dimensione transnazionale con la quale le imprese e i lavoratori dovranno fare i conti, è in noi ancora presente. Confronto illuminato e coesione sociale devono essere punti fermi dei rapporti futuri. Solo insieme le forze imprenditoriali e del lavoro potranno vincere le sfide che la concorrenza imporrà. Speriamo che oggi non si sia persa una grande occasione.

Paolo Uggè

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