Ubriachi alla guida, il nuovo Codice prevede lavori socialmente utili

Che la notizia esca dopo il drammatico investimento di Lamezia Terme, con sette ciclisti uccisi da un automobilista drogato è un caso. Però, la riforma del Codice della strada prevede che chi è sorpreso al volante con un tasso alcolico superiore a 0,5 l/g può vedersi commutata la propria pena con un lavoro socialmente utile non retribuito, al fine di ottenere una sospensione della patente più breve o evitare una multa troppo salata. Questo avverrebbe, infatti, al posto della pena detentiva da 6 mesi a 1 anno o quella pecuniaria da 1.500 a 6.000 euro. Un’idea che incontra qualche parere favorevole, ma che lascia molte perplessità sull’effettiva efficacia. In un Paese di furbetti e raccomandati, come quello in cui innegabilmente viviamo, sarebbe facile trovare vie utili solo a evitare il sequestro dell’auto e il pagamento di una multa salata. Gli esempi negativi purtroppo non mancano. A Treviso è stato proposto di commutare una pena di 45 giorni di carcere con 12mila euro di multa, il sequestro dell’auto e la sospensione della patente per un anno e mezzo in soli 90 giorni di lavori stradali, che consisteranno nel togliere erbacce che nascondono i cartelli stradali.
“Ma la parte positiva della vicenda – si legge sul portale www.automotorinews.com – potrebbe essere quella di impegnare i guidatori ubriachi in lavori che li possano rendere consapevoli dei danni che possono essere generati da un comportamento simile, come un impegno nei reparti di traumatologia dove sono ricoverate le vittime della strada”.

5 risposte a “Ubriachi alla guida, il nuovo Codice prevede lavori socialmente utili

  1. Ho un suggerimento socialmente utilissimo per chi ubriaco o drogato al volante, uccide qualcuno(ma anche per altre categorie di delinquenti…: spaccare pietre in Sardegna (da utilizzare per realizzare le massicciate delle ferrovie dello Stato, per esempio). Chi è d’accordo a reintrodurre i lavori forzati per i peggiori reati alzi la mano (o meglio ancora lo dica qui, su Stradafacendo). PS: lavorando produrrebbero anche reddito ed eviterebbero di pesare sulle casse dello Stato.

  2. Mandarli nei reparti di traumatologia degli ospedali? E se la persona che si è vista rovinare la vita (magari condannata per sempre su una sedia a rotelle) da un simile delinquente se lo ritrova davanti? Siamo sicuri che sia una buona idea sotto il profilo psicologico?

  3. Le parole di Pietro sono dure (verrebbe da dire pesanti come pietre) ma hanno un loro senso. Ci sono molti lavori pesanti, scomodi, brutti, che nessuno fa. Per esempio lavori utili a impedire possibili alluvioni o frane (alzare paravalanghe, pulire boschi e letti dei fiumi….) che i detenuti potrebbero benissimo fare. Almeno quelli idonei al lavoro, che non abbiano particolari patologie.

  4. Secondo me sarebbero d’accordo anche i detenuti (forse non a spaccare pietre in Sardegna, magari sotto il sole di mezzogiorno ad agosto….) ma a fare altri lavori. Non starebbero tutto il giorno dietro le sbarre, in pochi metri quadrati, darebbero un senso alla loro punizione. . Perchè qualcuno non prova a proporglielo?

  5. Belle parole, ma avete dimenticato un particolare: il ministero, gli apparati burocratici… Quelli per le cose intelligenti hanno un’idiosincrasia…

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