Autotrasporto in grave crisi,
la Cna-Fita emiliana rompe il patto

“Accordi non rispettati, si rompe il patto”. È questo il titolo del comunicato stampa con cui la Cna-Fita dell’Emilia-Romagna torna sul piede di guerra. “Il settore dell’autotrasporto merci”, si legge nella nota consultabile anche sul sito internet dell’associazione, “continua a non vedere vie d’uscita da una crisi che non ha precedenti e che costringe le imprese dell’autotrasporto a fronteggiare quella che si può ben definire una vera a propria emergenza, chiamate come sono a recuperare competitività ed abbattere costi. Per farlo occorrono però strumenti legislativi adeguati; ma questi, nonostante l’accordo sottoscritto a giugno 2010 e gli impegni assunti dal Governo, mancano”.
L’associazione chiede in particolare di “riequilibrare i rapporti contrattuali con la committenza al fine di evitare che le imprese del settore fungano da unico capro espiatorio delle inefficienze del sistema produttivo e della grande distribuzione”.
“Come avevamo previsto”, sottolinea Cinzia Franchini, presidente Cna-Fita Emilia Romagna e titolare di un’impresa di trasporti, “a distanza di 5 mesi l’unico aspetto che trova puntuale attuazione dell’accordo sottoscritto il 17 giugno 2010 e divenuto legge in agosto, sono i controlli ai vettori e le sanzioni su strada. Non si registra nessun intervento serio in direzione dell’accertamento delle responsabilità della committenza. Con l’inasprimento della sanzioni e dei controlli i trasportatori sono diventati il bancomat del Ministero. Ci risulta che al Ministero dei Trasporti le sole riunioni che si tengono con frequenza settimanale sono quelle volte a verificare l’applicazione delle sanzioni. Manca un impegno per risolvere i problemi della crisi strutturale del settore ed anche quel poco che era inserito in un accordo che comunque non ci soddisfaceva, viene ora disatteso”.
“È ormai chiaro a tutti, anche se forse a taluni risulta difficile ammetterlo”, prosegue la presidente di Cna-Fita, “che un accordo non sottoscritto dalla committenza non troverà attuazione. Confindustria sta dicendo a gran voce che non ha nessuna intenzione di sottoscrivere i previsti accordi di settore, tanto meno se questi dovessero contenere riferimenti a costi minimi di sicurezza…”.
Ma secondo Cna-Fita dell’Emilia-Romagna, non sono solo queste le lacune riscontrate nella fase di applicazione dell’accordo di giugno. “Che ne è stato”, si legge sempre sul comunicato stampa, “della cancellazione dall’Albo Trasporti delle famose 43.000 aziende senza veicoli. Quanto ancora dovrà aspettare la categoria? Cosa ci fanno tante imprese iscritte all’Albo senza il possesso di alcun mezzo di trasporto? Il dubbio che vi siano abbondanti sacche di intermediazione parassitaria è più che lecito. Per contrastare la concorrenza sleale ed il ribasso artificioso dei prezzi gli autotrasportatori Cna avevano anche evidenziato come l’Osservatorio sui Costi di Trasporto avrebbe dovuto preventivamente stabilire i costi minimi e poi, su questa base di partenza, si sarebbero dovuti definire gli “accordi di settore”. Si sta verificando il contrario, oltretutto con il rischio per la categoria di avere tanti costi minimi differenti per quanti sono gli accordi di settore. E il decreto attuativo per definire il riconoscimento economico dei tempi di carico e scarico ed il relativo pagamento, che fine ha fatto? Insomma”, sottolineano i vertici di Cna-Fita, “l’insoddisfazione della categoria è tanta ed il Ministero non rispetta gli impegni. E esprimono l’auspicio almeno per quanto riguarda lo stanziamento delle risorse economiche previste non vi siano sorprese”.
“Giunti a questo punto”, conclude Cinzia Franchini, “la cosiddetta “pace sociale” -quell’impegno che Unatras aveva barattato in cambio dei vari interventi che ora riscontriamo solo molto parzialmente realizzati – per noi trasportatori potrebbe già da ora non essere più un vincolo, visto che ci troviamo di fronte a un evidente mancato rispetto degli accordi”.

13 risposte a “Autotrasporto in grave crisi,
la Cna-Fita emiliana rompe il patto

  1. Credo che tutti, autotrasportatori e non, possiamo dire di non attraversare un buon periodo e che le nostre aziende stanno producendo perdite invece che utili, ma che da questo derivi un’altra dichiarazione di guerra (a chi poi?) ce ne passa! Mi sembra che aspettare sempre che uno o l’altro governo ci protegga da quei “mostri” dei nostri committenti mi sa tanto di economia assistita o di nostalgia di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato quasi come se noi non fossimo imprenditori o lavoratori autonomi! Quando la finiamo di dare colpe a gli altri e ci mettiamo a ricercare certe cause nei nostri comportamenti? Se un imprenditore dell’autotrasporto italiano non arriva a capire che le sue attuali dimensioni non gli permettono di essere competitivo o di avere potere contrattuale con il proprio committente, allora cara signora Franchini, è meglio che cambi mestiere, e lo faccia alla svelta, perchè d’ora in poi non ci sarà nessun Governo ne di destra che di sinistra che potrà più garantire un bel niente! Se siamo capaci di farci pagare per il servizio che facciamo (compreso il recupero dei bancali, le soste, le condizioni di pagamento ecc. che ora sono legge) bene, se no guardiamoci allo specchio e prendiamocela con quello di fronte! Io non so se queste cose Lei gliele spiega ai suoi associati, così come la storia degli accordi di settore: non li deve mica fare il Ministro sa? E neanche il Sottosegretario, li devono fare le associazioni rappresentative dell’autotrasporto come la Sua, con le associazioni dei committenti, e non c’è solo la Confindustria, ma per mettere in piedi queste operazioni ci vuole tempo e soprattutto volontà di farle da parte degli autotrasportatori, se no si va avanti così! I nostri committenti che stanno attraversando la stessa crisi che viviamo noi, stanno in qualche modo reagendo, chi si ridimensiona, chi va all’estero, chi si accorpa per crescere, e noi? Vogliamo quello che la Confindustria ha chiesto per 40 anni e adesso non chiede più neanche lei! Se invece è arrivato l’ordine di dare una spallata a questo governo, allora ditelo chiaramente senza sfruttare degli onesti autotrasportatori per altri “fini” (non quello con la maiuscola)e non prestatevi a fare operazioni che in questo momento screditerebbero solo la categoria, visto che l’Unità(quella della categopria si intende)i migliori risultati normativi degli ultimi anni li ha saputi dare.

  2. Ma non sarebbe giunto il momento anche di avviare una qualche clamorosa protesta contro il sistema Sistri che entrerà in vigore (si fa per dire, visto che non funziona!) il 1 gennaio 2011 e per il quale sono previste (vedi il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri) sanzioni fino a 93.000 euro e fermo del veicolo? Possibile che le associazioni di categoria non si rendano conto del caos che si creerà nel trasporto rifiuti, degli oneri economici e gestionali che tutto ciò comporta ? Non bastano più i comunicati, ci vuole un’azione incisiva!

  3. Caro claudio da Milano, interessante il suo intervento, sembrerebbe a leggerlo bene, quasi commissionato. Comunque in risposta all ultimo paragrafo “Se invece è arrivato l’ordine di dare una spallata a questo governo” a me sembra il contrario… che si faccia passare tutto come manna dal cielo, mentre manna non è, senza discussioni nè diritto di dissentire, per non disturbare il manovratore (e gli amici del manovratore). Caro Claudio ha ragione la Franchini: gli autotrasportatori hanno dato! Un po’ per uno in braccio alla nonna Non può essere che la sicurezza sulle strade passi tutta per le tasche degli autotrasportatori, strisce retroriflettenti, divieto di sorpasso in più tratte autostradali, specchietti retrovisori spaziali, tempi di guida e riposo, crono, scheda di trasporto. Il nuovo Codice della strada fatto apposta per far cassa. Senza contare l’incostituzionalità del provvedimento. Nessuno parla mai di infrastrutture? Delle responsabilità della committenza, dell’illegalità diffusa al quale si risponde con controlli orizzontali e mai mirati a monte! Basterebbe, per esempio incrociare i dati dell albo, con quelli dell ispettorato del lavoro per stanare aziende con 20 mezzi e due dipendenti. Ma meglio la linea demagogica del pugno duro, e del far cassa. Chieda un po’ alla Polizia stradale se è contenta di sto provvedimento, che li obbliga (essendo sprovvisti di pos) a girare con migliaia di euro in contanti, senza avere un assicurazione di copertura. Beh, vengono in mente due o tre cose ultime sull autotrasporto: sistri, una pagliacciata che nn merita commenti, converrà con me, l’83 bis. Un sistema bizantino e tortuoso inapplicabile e irrealizzabile che sta solo creando scompiglio, e il nuovo Codice della strada che le associazioni si son viste sfilare davanti senza nemmeno la capacità di metterci il becco. Beh, se Unatras è una cotanta manifestazione di tempesta di cervelli, meglio ragionare in proprio sul proprio territorio, senza l0ausilio di questi soloni e l’unità è un valore se gli obiettivi sono condivisi e chiari, e i metodi trasparenti. Cordialmente.

  4. Oppure come gli avvocati. Andate a vedere il sito del Consiglio nazionale forense. Altro che accordi di settore, contratti, costi minimi… e antitrust!

  5. Ci risiamo, basta che si prospettino delle elezioni o la possibilità di andare contro il governo di Berlusconi e subito dalle zone rosse (ormai di vergogna) si scatena la guerriglia mediatica alla faccia dei veri problemi degli autotrasportatori. Colleghi autotrasportatori dell’Emilia mandate i funzionari rossi in strada a protestare e vedremo cosa combinano.

  6. Caro Mirko, per fortuna so usare ancora il mio cervello per esprimere le mie idee e non mi faccio commissionare da nessuno, anzi era proprio questo il senso del mio intervento se non si era capito. Devo dire che condivido molte delle lamentele che tu esprimi, in particolare sui costi diretti o indiretti che ci appiccicano ogni giorno, però essendo io uno che sacrifica da anni, parte del poco tempo che rimane da questa attività anche nelle associazioni, non posso essere d’accordo sulle critiche a volte gratuite che si fanno troppo facilmente ogni volta che si chiude una vertenza. Infatti, ti posso assicurare che spesso ho visto funzionari che al tavolo con il governo mostrano un sorriso a 36 denti, non esprimono un concetto, e alla fine non firmano solo per tornare a casa a gridare al lupo al lupo, oppure altri funzionari che non riescono all’interno della propria associazione a far prevalere la loro linea politica (in genere non sanno cosa è un camion) e poi cercano di smontare il lavoro fatto dagli altri (chi ha orecchie per intendere intenda).
    Ma per tornare agli argomenti che meritano, è vero che il percorso che è stato intrapreso è lungo e tortuoso ed è fatto di sacrifici, ma aver chiesto come categoria l’inasprimento dei controlli non deve spaventare chi viaggia in regola, e gli effetti in tutta Italia si cominciano a vedere, di qualche giorno fa l’incazzatura dei francesi che ora non possono fare più quello che vogliono come prima in Italia (per esempio non pagare subito le multe come eravamo da anni costretti a fare noi a casa loro), e per finire sul Sistri, non facciamo come al solito di tutta l’erba un fascio, è da quando si è avuta la prima notizia di questo “mostro” che alcune associazioni si stanno battendo giornalmente ed hanno già ottenuto parecchie modifiche, proprio perché sollecitate da alcuni trasportatori che hanno fatto sentire la loro voce e hanno dettagliato minuziosamente le storture di questo sistema, e questa è un’altra ragione per cercare l’unità, da soli non si va da nessuna parte e soprattutto non si è ascoltati. Cordialmente

  7. Caro Claudio, e anche Francesco, che (a differenza del primo) vedo che entra coscienziosamente nel merito delle questioni;) vorrei chiedervi se siete d’accordo che un padroncino, o meglio ancora un dipendente, debba decidere sulla strada, in quattro e quattr’otto, magari di notte, se pagare una sanzione seduta stante perché se no gli fermano il mezzo, precludendosi così la possibilità di far ricorso (e ricordo che il diritto di difesa è costituzionalmente garantito e sappiamo bene quante volte siano state le forze preposte ai controlli a sbagliare nel sanzionare i vettori), oppure la cauzione (che corrisponderebbe alla metà del massimo): i francesi caro Claudio…? Beh, ai francesi va da Dio! Loro nelle stesse condizioni sono tenuti al pagamento di una cauzione pari alla metà del minimo… Avete presente quale sia la forbice a parità di effrazione tra italiani e stranieri? Spaventosa! Interessante questa disparità di trattamento a nostro grave nocumento… i suoi riferimenti associazionistici o politici, glieli hanno mai sottolineata sta cosa? Veniamo invece all’83 bis… la cosiddetta clausola gasolio: a parte che dovremmo assumere un impiegato solo per gestire e star dietro a sta roba delirante… poi dovremmo basarci sulle tabelle dell’osservatorio che vengono aggiornate una volta ogni morte di Papa, e inoltre chi le ha pensate? Le spiego, perché forse non lo sa cosa succede: risulterebbero tariffe talmente fuori mercato, che saremmo obbligati a segnare in fattura soldi che mai avremmo dal committente, col paradosso di pagare tasse su corrispettivi mai ricevuti… ma andiamo… e il Sistri? Intanto il governo ha fatto cassa… Un sistema che fa acqua da tutte le parti, chiavette che non funzionano, sistema che non sa leggere la complessità delle operazioni e della realtà, burocratizzazione alle stelle e tutte sulle tasche degli autotrasportatori. Il governo? Ma per l’amor di Dio, vi ricordo che gli auotrasportatori, specie quelli di alcune associazioni accusate, sono stati i principali responsabili della caduta del governo Prodi… Ma fateci un piacere, è giusto criticare, dissentire, anche perché la base è tutta con le posizioni sopra espresse, siete voi ad ascoltare e credere troppo a certe maestranze che vi girano attorno a un ditino…

  8. Sia il signor Claudio che il signor Mirko sono proprio convinti che gli autotrasportatori abbiano il potere di far cadere i Governi. Per ora quelli caduti “siamo solo noi”, con i committenti che pagano quando gli pare, che ora vogliono le aggregazioni ma gli fa comodo la flessibilità, con il fisco che il 30 pretende acconti su quanto non ancora incassato,con i giudici che per emettere ingiunzioni impiegano mesi, con le banche che per finanziarti vogliono il business plan…

  9. Gentile Alessandra… tutt’altro, e mi scuso se nella vis creativa non mi sono spiegato… Secondo me ormai i trasportatori di poteri ne hanno ben pochi… ma non ci si tolga almeno il diritto di protestare contro provvedimenti demagogici e iniqui, presi in qualche torre d’avorio scollegata con la realtà, da chi non conosce il settore o lo sfrutta… Volevo solo evidenziare il fatto che l’autotrasporto in Italia dei Santi in Paradiso non ne ha, né a destra né a sinistra… Son d’accordo con lei.

  10. E sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam. E guai a chi tocca la pace sociale!!!!

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