Meno emissioni e più sicurezza,
dall’Ue norme più rigide sulle moto

Più sicurezza e minori emissioni inquinanti per moto e minicar. La Commissione Ue ha infatti predisposto un provvedimento, ora all’esame del Parlamento di Strasburgo, che riguarda moto, scooter, biciclette elettriche, quadricicli, minicar e quad. L’obiettivo, sul fronte delle emissioni, è quello di arrivare, entro il 2020, all’Euro 5 anche per i motocicli. Un traguardo da raggiungere attraverso l’Euro 3 nel 2014 e l’Euro 4 nel 2017. Il nuovo provvedimento europeo non riguarda solamente le emissioni. In primo piano c’è anche la sicurezza, con il montaggio obbligatorio di impianti frenanti di tipo avanzato con Abs sulle moto di media e elevata potenza e di un sistema frenante combinato su quelle più piccole, oltre all’adozione dell’accensione automatica dei fari.
“Ci sono molte novità in questa proposta che”, ha detto Giacomo Mattinò, vicecapo unità Automotive della Commissione Europea, “muta radicalmente la normativa del settore, non solo per migliorare la sicurezza e il rispetto dell’ambiente, ma anche per tutelare il mercato da prodotti low cost che non hanno le caratteristiche richieste. In primo luogo l’abbandono del limite dei 74 kW per le moto utilizzato soprattutto dai francesi e che è stato deciso perché le nostre statistiche non hanno evidenziato un rapporto diretto tra potenza e numero di incidenti”.
Tornando al tema ambientale, il provvedimento europeo prevede anche l’introduzione di un valore di durabilità relativo alla vita del veicolo, che spazia tra 5.000 chilometri per le bici elettriche e i 50.000 chilometri per le moto oltre i 130 km/h e i quadricicli pesanti, e l’adozione obbligatoria di un sistema Obd (on board diagnostic) ispirato a quello delle auto per immagazzinare i dati utili alla manutenzione edallertare l’utente nel caso le prestazioni dovessero deteriorarsi. L’Associazione europea dei costruttori (Acem) chiede comunque un’attenta revisione della proposta della Commissione, sia per evitare “imprecisioni” tecniche (come l’obbligatorietà dell’Abs o della frenata combinata per le moto trial ed enduro, che richiedono il comando separato dei freni su ciascuna ruota), sia per limitare l’impegno economico da parte dei costruttori in un momento di forte difficoltà del mercato (-33 per cento in Europa da fine 2008). “Chiediamo per esempio che le regole non si applichino per piccole serie di motoveicoli, sotto alle 200 unità”, ha detto il presidente dell’Acem e ceo di Ktm, Stefan Pierer, “o, ancora, che si accetti la frenata combinata, meno costosa rispetto all’Abs, sulle moto fino a 300 cc”.

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