La cura per il trasporto merci?
Intercettare i traffici dall’Asia

Come rilanciare il trasporto merci? Intercettando i crescenti traffici provenienti dai Paesi asiatici. La possibile soluzione è emersa nel corso di una tavola rotonda organizzata dal Comitato tecnico “Trasporto merci e intermodalità”, presieduto dal direttore generale dell’Aiscat, Massimo Schintu, in occasione del XXVI convegno nazionale dell’Aipcr, l’associazione mondiale della strada, in corso a Roma. Tavola rotonda alla quale hanno partecipato diversi esperti del settore, dal sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, al presidente di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè, al vicedirettore per le politiche industriali di Confindustria, Giuseppe Mele.
Dai lavori sono emerse alcune indicazioni per risollevare il trasporto merci dalla crisi, partendo dall’opportunità di intercettare i traffici provenienti dall’Asia e dalla piena attuazione del Piano della logistica, che attraverso una strategia di lungo periodo a carattere nazionale sia capace di superare localismi e inefficienze individuando priorità di intervento, riportando al centro dello sviluppo una efficace politica dei trasporti che consenta lo sviluppo delle progettualità e l’impiego dei capitali provenienti dal mondo privato.
In questo contesto, si legge in una nota dell’Aiscat (Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori), “non si può prescindere da una rete infrastrutturale adeguata che consenta di rilanciare il ruolo naturale dell’Italia come ponte logistico all’interno del Mediterraneo. È evidente il ritardo accumulato dal Paese e l’improcrastinabile esigenza di un potenziamento sinergico delle infrastrutture portuali (porti, aeroporti e poli logistici) e delle opere di connessione lineare (autostrade e ferrovie) in una logica di complementarietà e integrazione tra reti e sistemi di trasporto. Infine, occorre individuare un nuovo sistema di governance che ottimizzi le risorse e coordini le diverse realtà territoriali, favorendo l’azione congiunta pubblico-privato, che favorisca la capacità di investimento dei soggetti privati a fronte però di un quadro regolatorio chiaro, stabile e affidabile”.

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