Smog, la Lombardia crea il tavolo dell’aria: polveri in calo ovunque

Per fare un tavolo ci vuole il legno, diceva una canzone degli anni Settanta cantata da Sergio Endrigo (le parole erano di Gianni Rodari). Oggi invece per fare un tavolo basta un problema, magari di inquinamento. Ed ecco che viene costituito un bel tavolo che dovrebbe risolvere ogni questione. Sul tema della qualità dell’aria, Comuni, Province e associazioni di categoria lombarde sono d’accordo nel proseguire con decisione sulla strada, indicata da Regione Lombardia, degli interventi strutturali, visti anche i buoni risultati che sta dando tale approccio al problema, superando quindi la logica dell’emergenza immediata. Questi i principali risultati del “Tavolo permanente aria”, convocato settimana scorsa dall’assessore all’Ambiente, Energia e Reti, Marcello Raimondi.
Al centro dell’incontro una valutazione sui provvedimenti adottati per abbattere l’inquinamento atmosferico e le modalità con le quali proseguire il lavoro iniziato, in vista anche della prossima stagione invernale.
“Stiamo parlando di un problema vasto e complesso”, ha esordito Raimondi, “e Regione Lombardia è dalla parte della ricerca vera delle cause, fondamentale per vincere la nostra sfida contro l’inquinamento. Di certo non ci aiutano le condizioni geoclimatiche e neanche la densità abitativa e produttiva del nostro territorio. Da qui la necessità di andare avanti con provvedimenti che siano strutturali e non occasionali. Infatti, le azioni intraprese solo in risposta a prescrizioni altrui non saranno mai una vera strategia. Regione Lombardia”, ha aggiunto, “ha già dimostrato di sapersi assumere le proprie responsabilità, ma la sfida è quella di evitare che tutto ciò si trasformi solo in una richiesta di sacrifici a cittadini e imprese. Per ogni sacrificio che chiediamo dobbiamo essere in grado di dimostrare quale contropartita ambientale avranno i nostri cittadini”.
Intanto, i risultati dei provvedimenti assunti negli anni iniziano a vedersi.
Pm10 – Complessivamente i dati presentati da Arpa dimostrano che la concentrazione media annua del Pm10 nel 2010 è diminuita in tutte le province lombarde rispetto agli anni precedenti. Stesso discorso vale per il numero dei giorni nei quali si è superato il limite di 50 mg per metro cubo. Anche le indagini sulla qualità del particolato dimostrano che non ci sono superamenti per quanto concerne il piombo, il nichel, l’arsenico e il cadmio. Un discorso a parte merita il Benzo(a)pirene che – frutto della cattiva combustione della legna – raggiunge quantità importanti laddove la legna è ancora molto diffusa. In questo senso Regione Lombardia ha già approvato limiti al suo utilizzo in particolari condizioni e si appresta a varare nuove misure nell’ottica di un approccio integrato che va dalla corretta informazione e comunicazione ai cittadini, allo sviluppo tecnologico, dalla certificazione degli apparecchi ai controlli e alla corretta manutenzione degli impianti, fino allo sviluppo di una filiera del pellet di qualità.
Provvedimenti importanti e per certi versi scomodi, come il divieto dell’uso dell’olio combustibile, hanno contribuito a migliorare notevolmente la qualità del particolato.
Le fonti – Interessante anche il quadro che emerge dall’inventario sulle emissioni: le principali sono il trasporto su strada, in particolare con alimentazione diesel, e anche off-road, l’agricoltura, il riscaldamento domestico e l’uso dei solventi.
Anche in questo caso Regione Lombardia ha avuto un approccio sistemico verso di esse, da una parte rendendo sempre più severe le norme, e dall’altra incentivando in misura molto significativa la dismissione delle fonti più pericolose.
“Il successo delle nostre misure per l’aria”, ha sottolineato Raimondi, “sarà tanto più significativo quanto più sapremo sviluppare e incentivare politiche energetiche pulite. Mi riferisco all’uso di auto elettriche e all’incremento delle fonti rinnovabili come l’idroelettrica, le biomasse, il biogas, il solare e il fotovoltaico”.
Il tavolo del bacino padano – È questa secondo l’assessore Raimondi la “sede naturale” nella quale affrontare un provvedimento così vasto “perché l’aria non è un patrimonio fisso che si crea e resta in Lombardia, ma si muove e attraversa le regioni vicine”. Da qui la proposta di ridare vita a quel tavolo con Emilia, Friuli, Veneto, Valle d’Aosta, Piemonte e Province autonome di Trento e Bolzano che, nel 2007, aveva portato non solo a un fermo diffuso del traffico, ma anche a un importante accordo sottoscritto dai rispettivi presidenti per la riduzione dell’inquinamento atmosferico.
A fianco di questo, ma rimanendo in Lombardia, Raimondi ha anche auspicato di affrontare la situazione attuale dando vita a due gruppi di lavoro che si occupino rispettivamente di mobilità ed energia “affinché ognuno possa dare il proprio contributo in un confronto serio e fattivo”.

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