Benzinai in sciopero, impianti chiusi dal 15 al 17 settembre

Tre giorni senza benzina, dal 15 al 17 settembre. I gestori di distributori di carburanti hanno infatti deciso di confermare la chiusura degli impianti anche dopo un incontro che si è svolto mercoledì pomeriggio al Ministero dello Sviluppo economico con il sottosegretario, Stefano Saglia. Lo sciopero, considerato “inevitabile” da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio, dovrebbe portare alla chiusura dell’80-85 per cento degli impianti. I rappresentanti dei benzinai hanno anche dato un termine massimo per una convocazione da parte di Palazzo Chigi: “Entro martedì, oppure parte lo sciopero”, ha affermato il presidente di Figisc, Luca Squeri.
Squeri ha anche riconosciuto “aperture” da parte di Saglia e “se queste verranno confermate da Palazzo Chigi siamo sulla buona strada. Vi sono dei punti di condivisione, auspico che si vada avanti, però la convocazione deve essere entro martedì”. Il giorno limite per vedere Silvio Berlusconi, che ha responsabilità ad interim del ministero lasciato da Claudio Scajola, o come dicono le tre sigle “quantomeno con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta”.
Già prima dell’incontro di ieri, le tre sigle avevano espresso scetticismo sulla possibilità che l’incontro potesse portare a una revoca dello sciopero. E così è stato. Sul tavolo il protocollo firmato due anni fa con il ministro Scajola. “Promesse non mantenute”, dicono le organizzazioni di categoria. “Il contenuto di quell’accordo non è stato attuato, ed viene ora completamente stravolto”, dice Roberto Timpani, della Fegica.
Ricorrere allo sciopero “è eccessivo”, ribatte Saglia, che ne ha chiesto la revoca “anche per non creare disagi ai consumatori”. Il sottosegretario spiega che il disegno di legge sulla concorrenza, al centro del braccio di ferro con i gestori dei distributori di carburante, ha l’obiettivo di “riorganizzare il mercato contenendo i prezzi dei carburanti a favore dei consumatori, senza penalizzare nessun attore della filiera”, e che comunque il testo “non è ancora stato presentato al Consiglio dei Ministri e dovrà passare attraverso il dibattito parlamentare”. Mentre apre su alcuni punti al centro del confronto: “Il Governo”, aggiunge infatti Saglia, “riconosce che alcune delle posizioni dei gestori sono condivisibili, come quella sul bonus fiscale”.
Il confronto è, più in generale, sul percorso tra liberalizzazione del settore e il nodo della concorrenza della grande distribuzione. “Non possiamo competere con chi paga il carburante all’ingrosso tre volte meno di noi. Non abbiamo margini di concorrenza sul prezzo con ricavi lordi di 40 euro ogni mille litri di carburante venduto”, sottolinea Martino Landi, della Faib. I gestori temono di essere l’anello debole tra “petrolieri e retisti privati che continuano a guadagnare alle spalle dei consumatori” e “lo Stato che continua a incassare i due terzi del prezzo al pubblico”, mentre “ai gestori resta un margine lordo inferiore al 3 per cento sul prezzo pubblico ed il peso del costo di sconti e campagne promozionali”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *