Uno studio di Legambiente boccia gli scali merci bergamaschi

Gli scali ferroviari di Bergamo sono degradati. Inoltre, ci sono sempre più camion in circolazione rispetto ai treni merci. È questo il contenuto di un’inchiesta di Legambiente pubblicata su “L’Eco di Bergamo”. “Dal 1990 a oggi sono stati trasferiti dalla ferrovia alla strada oltre 130 mila tir l’anno, che equivalgono a 42 mila treni merci in meno all’anno”, scrive il quotidiano bergamasco. “Questo il dato emerso da uno studio ad hoc di Legambiente, che ha analizzato il traffico dei carri merci dei principali scali ferroviario orobici”.
“Oltre ai problemi di abbandono e degrado in cui versa l’area dello scalo ferroviario, documentati da recenti inchieste de «L’Eco di Bergamo», Legambiente punta quindi l’indice sul tema del riequilibrio del trasporto delle merci, oggi a svantaggio del ferro per la gomma”, si legge sul quotidiano. “Secondo lo studio dell’associazione ambientalista”, prosegue L’Eco di Bergamo, lo scalo cittadino è passato da un traffico di 48 mila carri merci/anno di 20 anni fa a quasi 6 mila del 2009, «crollo provocato dalla decisione di limitare lo spazio operativo dello scalo per il movimento dei carri merci, presa ben prima dell’avvio dei lavori progettati da Comune e Provincia, dalla crisi tecnico-finanaziaria del gestore ferroviario Trenitalia cargo e dall’indeterminatezza della Regione nella scelta e realizzazione di un nuovo scalo intermodale nell’area bergamasca», sostiene Legambiente. Anche negli altri scali della provincia non va meglio, e così crescono traffico e smog”.

Una risposta a “Uno studio di Legambiente boccia gli scali merci bergamaschi

  1. Forse Legaambiente dovrebbe chiedersi perche’ non solo a Bergamo ma in tutta Italia sta succedendo la stessa cosa! L’indice andrebbe puntato su chi amministra le nostre Ferrovie con i soldi di tutti noi, compresi gli autotrasportatori che in molti casi preferirebbero mettere le merci su ferrovia piuttosto che fare migliaia di chilometri mal pagati! È ora che Lega Ambiente e tutti gli altri “ecologisti” aprano gli occhi su questo problema nazionale e non solo bergamasco!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *