Valtellina, autotrasporto in grave crisi: in 18 mesi sparite 42 aziende

Troppo spesso si sente parlare di crisi economia. Il grido d’allarme arriva sia dal Nord, sia dal Sud del Paese. L’ultimo è quello di Matteo Lorenzo De Campo (nella foto), presidente della Fai Conftrasporto di una delle province più settentrionali d’Italia, Sondrio. Un grido che mercoledì è stato ripreso da tutti i quotidiani e dai portali valtellinesi, dalla Provincia di Sondrio al Giorno, fino al sito www.vaol.it. Ecco alcuni stralci degli interventi di De Campo.
“Nella nostra provincia”, ha detto De Campo, “stiamo assistendo a una graduale diminuzione delle imprese dell’autotrasporto. Gli ultimi dati disponibili ci dicono chiaramente che le cessazioni superano di gran lunga gli inizi di attività. Nel periodo da gennaio 2009 a luglio 2010 le cancellazioni sono state ben 58 a fronte di sole 16 iscrizioni, con un saldo negativo di 42 aziende in un anno e mezzo”.
Ovvia la preoccupazione da parte del presidente della Fai di Sondrio. “La situazione”, conferma De Campo, “è critica e a incidere sull’andamento delle aziende vi sono molteplici fattori, tra cui l’eccesso di burocrazia, il continuo aumento dei costi di gestione, la concorrenza sleale da parte di vettori stranieri che seguono regole e tassazioni completamente diverse rispetto alle nostre e molto più agevoli, specie nei paesi dell’Est europeo. A ciò si aggiunge l’annoso problema tutto valtellinese della carenza di infrastrutture viarie e di servizi per gli autotrasportatori, come le piazzole per effettuare la sosta in tutta sicurezza, che penalizza fortemente le nostre aziende e rischia di mandarle fuori mercato. Considerato il nostro contesto e le sue criticità, gli autotrasportatori Fai della provincia di Sondrio”, aggiunge De Campo, “sono pertanto favorevoli a prendere in considerazione ipotesi complementari alla SS. 38 e alternative alla stessa in caso di necessità, quali il traforo del Mortirolo ed eventualmente quello della Mesolcina”. In particolare, si legge sul portale vaol.it, secondo De Campo il traforo del Mortirolo non rappresenta certo la soluzione a tutti i problemi né la priorità nel potenziamento delle infrastrutture viarie (che rimane quella della nuova SS. 38), ma consentirebbe alla provincia di Sondrio di disporre di uno sbocco in più, che per i mezzi pesanti provenienti dall’alta valle si tradurrebbe in un significativo abbattimento dei tempi di percorrenza nei collegamenti con il Bresciano.
La Valtellina vive una cronica mancanza di infrastrutture. Tanto per fare un esempio tra i più eclatanti, non esistono piazzole dove i mezzi pesanti possano effettuare la sosta in tutta sicurezza, come previsto dalla legge. Sempre più spesso accade che gli autotrasportatori giungano a Cosio con le ore di guida finite (il limite massimo è di 9 ore) e non sappiano dove sostare per effettuare il riposo. Ma i problemi logistici, sottolinea sempre De Campo, non sono gli unici. C’è la grande questione della viabilità provinciale che, totalmente inadeguata, costringe gli autotrasportatori a una bassa velocità di percorrenza, velocità ridotta ulteriormente da rotonde, incroci, nessuna miglioria al sistema viario. Infatti, la SS. 38, oltre a essere sempre trafficata in quanto è l’unica via che attraversa il fondovalle – con i rischi di isolamento che questo comporta poiché, in caso di lavori e incidenti a bloccarsi sarebbe l’intero sistema viario valtellinese -, è un percorso a ostacoli scandito da innumerevoli accessi laterali, dagli attraversamenti di Tirano e Morbegno, con i relativi semafori, e oggi da un numero sproporzionato di rotonde che costringono a ulteriori rallentamenti (e che, tra l’altro, potrebbero rappresentare un problema in caso di trasporti eccezionali). L’ultima in ordine di realizzazione è la rotonda di Castione in prossimità della quale gli autotrasportatori, ma anche i normali utilizzatori della strada, devono letteralmente fermarsi per poi ripartire, il tutto per consentire l’accesso a un’area privata. A complicare la  situazione della viabilità e ad accrescere le preoccupazioni degli autotrasportatori intervengono anche i lavori in corso sulla Superstrada 36, con particolare riferimento ai cantieri in prossimità di Varenna ma soprattutto al rifacimento delle gallerie di Monte Piazzo che richiederanno due anni di lavoro con disagi per gli operatori economici e, più in generale, per tutti i viaggiatori.

Una risposta a “Valtellina, autotrasporto in grave crisi: in 18 mesi sparite 42 aziende

  1. Lei non immagina quanto mi dispiaccia per la situazione della Valtellina anche perche’ io sono nato nelle vicinanze. Quando ha un minuto vada ad analizzare le nuove iscrizioni perche’ ho l’impressione che pochi con i requisiti facciano lavorare molti senza requisiti, quindi avremo sempre un saldo negativo, sicuramente non è il solo motivo ma vale la pena tenerlo in considerazione.

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