«Il Parlamento dia la precedenza alla sicurezza dei trasporti»

Gli emendamenti sulla sicurezza dell’autotrasporto contenuti nel decreto legge conosciuto come il “Tirrenia” e in attesa di essere convertito il legge dalla Camera  sono così importanti per la sicurezza  dell’autotrasporto, e dunque della collettività, da meritare di essere discussi prima di altri punti. È quanto chiede in una lettera aperta ai capigruppo delle forze politiche presenti in Parlamento il presidente nazionale di Fai Conftrasporto Paolo Uggè, che nel documento riassume anche i capitoli principali dell’accordo sull’autotrasporto raggiunto dopo sette mesi di trattative fra il governo e  da tutte le federazioni più rappresentative dell’autotrasporto (ben 11 su 12), compresa quella aderente a Confindustria. Ecco il testo della lettera. “Gentile Onorevole, ho seguito con attenzione il dibattito alla Camera sulla conversione il legge del decreto, conosciuto come il “Tirrenia” che contiene emendamenti sulla sicurezza dell’ autotrasporto. Nei vari interventi ho potuto cogliere condivisione ma anche, soprattutto nei partiti di opposizione, critiche agli emendamenti che, se approvati invece, determinerebbero sicuramente una maggior sicurezza sulle strade, grazie al principio della responsabilità condivisa, introdotta con legge n.32/05 e successivi decreti legislativi. In particolare mi ha colpito, al di là delle scelte politiche, la scarsa evidenziazione o poca considerazione di alcuni fatti importanti che sono all’origine della scelta del Governo di portare avanti quello che non è, come è stato definito, un “accordicchio” ma il frutto di una intensa trattativa durata sette mesi e che ha coinvolto le rappresentanze delle forze che rappresentano interessi economici presenti nel Paese. Il fatto che l’intesa sia stata condivisa da tutte le sei confederazioni di R.ET.E Imprese Italia; da tutte le principali confederazioni del movimento cooperativo e da tutte le federazioni più rappresentative dell’autotrasporto (ben 11 su 12), ivi compresa quella aderente a Confindustria, sta a significare come sui  contenuti degli emendamenti predisposti vi sia forte condivisione. Come non vedere che con le norme previste si realizzano proprio quei principi di trasparenza, tracciabilità e legalità che sono i cardini sui quali la stessa Confindustria ha, in tempi recenti, sottoscritto un protocollo di intesa con il ministero dell’Interno? Vorrei, inoltre, sottolineare un particolare, che non ha trovato riscontro nel dibattito, relativo ai costi della sicurezza da tutte le parti accettato fin dal 13 novembre 2008. Di fronte al ministro e sottosegretario competenti, anche la stessa Confindustria  accettò il principio che il ministro rendesse espliciti i costi della sicurezza. Cosa che viene effettuata da quella data. Vengono a cadere quindi tutte le contestazioni che forse strumentalmente vengono oggi da parte della stessa rappresentanza degli industriali. Quello che mi preme segnalare, dunque, è il reale e vero obbiettivo delle norme: migliorare le condizioni di sicurezza per i cittadini-consumatori e per gli stessi lavoratori del settore. A tale proposito mi permetto evidenziare, come risulta dai dati Inail, che circa il 30 per cento dei casi di morte per incidenti sul lavoro riguarda i trasporti. Ricordo infine quante indagini, anche televisive, hanno documentato una situazione di gravi irregolarità che si registrano nell’attività di autotrasporto. In quelle occasioni tutti i rappresentanti delle forze politiche si sono espressi perché si facesse qualcosa. Bene: è quello che è stato fatto. Seguendo principi condivisi e, aspetto da non sottovalutare, derivanti da una intesa delle parti. In nessuna parte dell’accordo si prevede l’istituzione di prezzi o tariffe minime. Chi sostiene questo cerca solo di confondere le acque. Gli eventuali accordi riguarderanno le modalità di attuazione delle operazioni di trasporto, diverse per le loro specificità, ma non prevedono alcuna determinazione di alcun prezzo o tariffa. Stupiscono quindi sia i richiami a presunte violazioni sui principi comunitari, sia la superficialità e affrettata tempestività con la quale la stessa Antisturst è intervenuta per intimare al Parlamento, aspetto quantomeno irrituale, come comportarsi. Personalmente nutro per l’istituzione parlamentare un grande considerazione e quindi non potrò altro che rispettare quelle che saranno le decisioni del gruppo che Lei rappresenta e dell’Istituzione. Mi limiterò, per dovere nei confronti delle imprese di autotrasporto, a far conoscere gli orientamenti che i vari gruppi assumeranno in relazione al provvedimento oggetto di questa mia lettera aperta. Sono certo che Lei ha ora tutti gli elementi per valutare se la sicurezza e la vita di tanti cittadini e lavoratori potrà essere maggiormente tutelata se il provvedimento “Tirrenia” verrà approvato, anche  grazie all’apporto del gruppo da Lei guidato. Se nella definizione dell’ordine dei lavori vorrà pertanto far sì che un provvedimento dai contenuti così importanti per la collettività possa essere discusso prima di altri punti, al fine di poterne consentire l’approvazione, sono convinto che a trarne giovamento saranno i cittadini tutti, ma in particolar modo gli operatori del trasporto, ai quali faremo conoscere la condivisione del Suo gruppo. Ovviamente sono a Sua completa disposizione per ogni necessità e, augurandoLe buon lavoro La saluto con deferenza”. Paolo Uggè, presidente Fai Conftrasporto

10 risposte a “«Il Parlamento dia la precedenza alla sicurezza dei trasporti»

  1. Spero che i politici capiscano che prima devono venire i problemi della gente che lavora tutti i giorni e poi le beghe fra il cavaliere e il signor Fini….

  2. Quanto scommettete che prima verrà tutto il resto e poi i trasporti? Non leggete le prime pagine dei giornali? Prima il divorzio fra Berlusconi e Fini, poi le case a Montecarlo dell’ex fidanzata di Gaucci e oggi signora Fini, poi la coca in discoteca, poi Belen a Sanremo… Per diamine ( o forse sarebbe meglio cribbio…) prima bisogna occuparsi delle cose importanti: per la gente che si fa un mazzo tanto per strada e rischia la pelle ogni giorno ( mettendo a repentaglio quella altrui), si può attendere….

  3. Non so perché ma ho un brutto presentimento: se davvero i signori della politica avessero voluto votare il decreto Tirrenia e con esse la parte riguardante l’autotrasporto l’avrebbero fatto subito… Invece prendono tempo e non mi piace affatto.

  4. Se questa volta dovesse esserci un altro dietro front non pensiamoci neppure un istante: paralizziamo l’Italia e, a differenza della Grecia, non ripartiamo più finché non avremo ottenuto tutto e di più ( a questo punto quando definiti nell’accordo non dovrà più bastarci).

  5. Non credo che il Governo, il ministro Matteoli vogliano rimetterci la faccia…. ma se dovessero farlo non dovremo avere più alcun tentennamento. Lotta dura, senza alcuna paura.

  6. Presidente Uggè, se dovessero pigliarci per il fondoschiena la voglio in prima fila, al volante del Tir che guiderà la marcia su Roma (di migliaia di camion).

  7. Tranquilli, che non succederà nulla di ciò che temete (o meglio temiamo). I parlamentari sono persone d’onore; la Camera dei Deputati un’istituzione onorabile; il sottosegretario ai Trasporti e il Governo tutto sono poi onorabilissimi: volete forse che facciano un volta faccia ad una categoria più che onorabile, come la nostra!

  8. Cari i miei politici del menga, sette mesi di attesa (più un paio d’anni d’altri casini vari) non vi sembrano sufficienti come attesa? Non vi sembra che abbiamo pazientato abbastanza e che adesso sarebbe il caso che voi pensiate ai nostri problemi prima che alle vostre liti interne. Ma chissenefrega di Fini, mettetelo in lista d’attesa, aspetti un po’ anche lui…

  9. Poi si sostiene che la gente si allontana dalla politica. Sono questi esempi che danno ragione a chi ritiene che siano solo gli interessi dei politicanti quelli che contano per qualcuno e non quelli della gente e delle imprese. Riflettiamo un attimo. L’accordo è frutto di una intesa sottoscritta dalla quasi totalità delle associazioni economiche. Non solo ma dalla lettera, ben fatta, del presidente Uggè scopriamo che il principio dei costi minimi è stato condiviso anche dalla Confindustria nel novembre scorso e da allora è applicato. Quindi tutte le considerazioni giuridiche dei tanti esperti a pagamento e del presidente dell’Antitrust non hanno alcun valore. Ora che ci si limita a rafforzare il concetto dei costi minimi attraverso la stipula di contratti tra le parti che siano trasparenti e tracciabili si innesca la marcia indietro di Confindustria. La “bega politica” tra Fini e Berlusconi ha una valenza politica, ma guai a far passare in secondo piano quello che interessa alla gente. I cittadini vengono prima degli interessi politici. Ognuno può pensare come meglio crede e quando dovrà pronunciarsi chi tra i due è il meno peggio lo farà. Ora c’è un provvedimento che rischia di decadere e che ha come argomento la sicurezza. Cosa fanno i rappresentanti delle forze politiche? Anziché mettere in discussione quei provvedimenti che si possono approvare o modificare in tre ore, pensano di spostarli per discutere prima la sfiducia a un sottosegretario che forse ha partecipato a riunioni segrete con tre pirla. Ma siate seri! Prima gli interessi della gente poi votate pure la sfiducia se proprio volete fare la figura dei soliti politicanti. Noi vigileremo e faremo sapere a tutti come vi comporterete. Sappiamo che la proposta di discutere prima dei decreti verrà presentata. Ci auguriamo di poter dire alla nostra gente che la politica pur dividendosi su questioni di natura partitica, su una questione decisiva come la sicurezza ha deciso di dare più importanza alla seconda che alla prima.

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