Uggé: “I sindacati parlano, la Fai Conftrasporto pensa ai fatti”

Leggo affermazioni da parte del rappresentante della Cgil che non mi permetto di commentare, in quanto entrano nel merito delle scelte e delle iniziative che il sindacato dice di portare avanti. Non devo certo essere io quello che può giudicare se le dichiarazioni sono supportate dai fatti. Alcune affermazioni tuttavia mi costringono ad alcune riflessioni che riguardano quanto la Fai ha fatto e fa per la sicurezza sociale e della circolazione. Forse è sfuggito al sindacalista in questione che se esiste una realtà che con investimenti in comunicazione si è fatta promotrice di iniziative che producessero rispetto delle norme, questa è la Fai. Anche cercare di ridurre il maggior modo possibile la concorrenza sleale è un modo per fare sicurezza. La ricerca della competitività spesso è l’elemento che induce molti a tenere comportamenti sbagliati che sono giocoforza assunti per evitare di essere esclusi dal mercato, chiudere le imprese e mettere quindi sulla strada anche i lavoratori.
Ricordo inoltre che la politica dei controlli per far emergere i comportamenti errati mira a eliminare e reprimere, oltre ai comportamenti non rispettosi delle norme, gli elementi di distorsione della concorrenza che inducono al mancato rispetto delle norme.
Campagne stampa e proposte emendative di leggi hanno sempre visto la Fai protagonista. Non si è invece registrato un grande impegno da chi effettua proclami invece sulle richieste tendenti a combattere la diffusione dell’alcolismo e della tossicodipendenza che sono state portate avanti in questi tempi. Quanti sindacalisti hanno preso posizione quando la Fai Conftrasporto ha proposto di poter licenziare, per giusta causa, un drogato che guidasse un pullman con dei bambini a bordo? O un autista ubriaco che conducesse un Tir a 130 all’ora? Né, tornando al tema della concorrenza, si è potuta constatare una grande partecipazione da parte delle organizzazioni sindacali a sostegno delle richieste di chiarimento sulle normative riguardanti le possibilità di assumere personale che proviene da agenzie interinali aventi sede nei Paesi comunitari. È vero che sono state effettuate riunioni comuni, ma da qui a sostenere che le risposte fornite dal competente ministero siano state chiare e abbiano fornito certezze a chi ne aveva la necessità ce ne corre. Sembra che l’unico obiettivo sia portare a casa un contratto, anche se poi i fatti che avvengono nel mercato del lavoro porteranno ad altre evoluzioni. Possibile che non si riesca a comprendere che il mondo sta cambiando? Non essere d’accordo con quanto avviene è legittimo, ma quando non si può da soli cambiare la direzione degli eventi bisogna avere la capacità di saperli gestire nel migliore dei modi e non solo dire no.
Da ultimo mi si consentirà di ricordare al disattento rappresentante sindacale che il principio della responsabilità condivisa che coinvolge tutti i soggetti che partecipano a una operazione di trasporto sul rispetto delle norme riguardanti la sicurezza sociale e della circolazione non sono state introdotte dal suo sindacato ma da qualcun altro. Credo che questo sia avvenuto per la prima volta nel settore. Vediamo se ha la correttezza di ricordarsi chi ha voluto inserire quelle norme; così come se si rammenta chi ha rilanciato la politica dei controlli mirati nel settore. La differenza è tra chi chiede nei convegni e chi porta avanti concretamente delle proposte.
Questo personalmente e per quanto riguarda la federazione che presiedo posso affermarlo a gran voce e senza tema di smentita. Auguro di poterlo non solo affermare ma supportare con i fatti anche a chi ha cercato di gettare in politica un valore, la sicurezza, che per noi non è trattabile.

Paolo Uggè

8 risposte a “Uggé: “I sindacati parlano, la Fai Conftrasporto pensa ai fatti”

  1. Salve a tutti, sono un autista e sono iscritto al sindacato. Non capisco e non voglio entrare in queste polemiche per cose dette dalla CGIL che ritengo (io ed altri miei colleghi) assolutamente vere.
    La cosa che non comprendo veramente, è come mai la Fai non viene alle riunioni per il rinnovo del contratto di noi autisti? Noi abbiamo bisogno che vengano definite regole certe per il settore e aumenti per gli autisti. La mia domanda semplice è: come mai la Fai cosi brava non aiuta gli autisti? Faccio presente che il contratto per noi è scaduto da 2 anni e che la Fai per sua ammissione non vuole rinnovarlo. Cordiali saluti

  2. Signor D’Andrea, chieda chiaramente ai suoi rappresentanti sindacali le motivazioni! Così constatiamo se il messaggio che a voi passa è coerente e rispecchia quanto avviene oppure no!

  3. Comprendo le preoccupazioni del signor D’Andrea e mi spiace che qualcuno per giustificare le proprie incapacità di comprendere racconti bugie o mezze verità. Innanzitutto non è vero che è la sola Fai che non partecipa al tavolo delle trattative. La decisione appartiene a tutto il mondo dell’autotrasporto che si riconosce nell’Unatras. La motivazione è proprio per tutelare gli stessi lavoratori che, se non saranno chiarite le norme esistenti sul lavoro interinale, cioè la possibilità o meno di prendere un autista rumeno in affitto e farlo lavorare in Italia, rinnovare il contratto può indurre imprese a fare ricorso a questo tipo di rapporto di lavoro. È vero che il ministero del Lavoro ha fatto pervenire una nota quasi informale sulla questione (infatti a tutt’oggi non ha ancora risposto all’interpello ufficiale fatto su questo argomento) ma se non si chiarisce con certezza questo aspetto e si lascia intendere che questi rapporti di lavoro sono possibili i primi a pagarne le conseguenze saranno proprio i lavoratori italiani. Noi vorremmo chiarire questo. Se però non vi sarà un chiarimento serio, noi ci presenteremo al contratto firmeremo un testo che non determinerà altro che l’aumento del ricorso a personale proveniente dal lavoro interinale offerto da Paesi esteri o il ricorso ai lavoratori autonomi. La conseguenze in entrambi i casi si scaricheranno sui lavoratori autisti italiani che sapranno, ma troppo tardi, chi ringraziare. I lavoratori si possono tutelare in due modi: dicendo le verità o facendo loro credere che i problemi non esistano e il nemico è il padrone. Vediamo che Pomigliano, caso Fiat, non insegna ancora niente. Purtroppo non sarà a pagare qualche dirigente sindacale che pensa più a fare politica, ma i lavoratori.

  4. Che senso ha, caro Stefano D’Andrea, rinnovare un contratto e negoziare aumenti per gli autisti italiani, se poi la normativa consente di assumere, con il distacco, lavoratori interinali da agenzie comunitarie, aventi costi completamente inferiori ai conducenti italiani? Se non dipaniamo bene questa questione, partecipare al tavolo non ha alcun valore.

  5. Mi scusi signor D’Andrea, ma mi sembra di capire che è stata la Fai a sollevare, al tavolo delle trattative, la questione dell’utilizzo degli autisti in affitto, e non il vostro sindacato… o sbaglio?

  6. Figurarsi se non comprendiamo il signor D’Andrea. I trasportatori autonomi, specialmente monoveicolari, sanno bene cosa significa essere “lavoratori dipendenti senza diritti” e senza contratto!

  7. In queste ore alla Camera si sta discutendo il nostro decreto per la sicurezza che è in fase di stallo perché quel signore che siede alla Presidenza della Camera, grazie ai voti di Berlusconi, sta facendo un gran casino solo per poter tornare a contare. Ha in queste ore infatti costituito un suo nuovo gruppo e sta facendo ritardare tutti i lavori parlamentari. In questo ovviamente l’opposizione che fa il proprio mestiere attua forme ostruzionistiche fintanto che il Presidente del Consiglio non si presenta in Aula a spiegare cosa succede. Tutto questo si chiama politica vecchia maniera. Cosa c’entra con i problemi della sicurezza e con le regole che per poter dare quella sicurezza l’autotrasporto chiede? Nulla! Ma i sindacati che parlano tanto di regole e sicurezza cosa dicono? Perché non prendono posizione contro questo modo di fare la politica che non c’entra nulla con i problemi della gente? Riflettiamo e poniamoci domande sulla credibilità di chi fa certe affermazioni e appelli al rispetto delle regole. Scommettiamo che non avranno il coraggio di dire nulla i grandi difensori dei lavoratori?

  8. Caro Carmelo è politica vecchia maniera anche governare a colpi di fiducia? O forse è la nuova democrazia, che tanto piace a Re Berlusconi… Cosa deve fare l’opposizione per avere delle risposte? Se chiedendo non ottiene nulla passa ai fatti. I lavoratori fanno gli scioperi, gli autotrasportatori bloccano i Tir, i politici fanno ostruzionismo… In tutti i casi si creano disagi a qualcun altro. Ma questa è la politica… Vecchia o nuova maniera lo decida lei. In entrambi i casi non è vicina alla gente. Ma non faccia passare Berlusconi per un santo e tutti gli altri per degli approfittatori.

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