La Filt-Cgil Lazio: “L’autotrasporto guardi anche alle proprie di colpe”

Sono il segretario regionale della Filt-Cgil Lazio, Rocco Lamparelli, e mi permetto di scrivere sul vostro superblog perché chiamato in causa da alcuni utenti sul ruolo del sindacato nel settore. Taluni, a mio modesto avviso, attribuiscono ingiustamente alle organizzazioni sindacali responsabilità che non hanno, e comportamenti completamente differenti da quella che è la realtà, almeno per ciò che riguarda la mia organizzazione. Evidenzio, innanzitutto, che l’organizzazione sindacale che rappresento da anni porta avanti rivendicazioni importanti per il settore, e a differenza di altri si impegna fattivamente per il riconoscimento dei diritti e la sicurezza dei lavoratori e della cittadinanza. Ormai da tempo denunciamo lo stato in cui versa il settore, per responsabilità sicuramente non attribuibili ai lavoratori e in parte neanche alle aziende che in esso operano. Già da diversi anni denunciamo le grandi responsabilità che hanno le committenze nell’imbarbarimento delle attività svolte nel mondo dell’autotrasporto, che dietro prestazioni sempre più intense e pretenziose hanno provveduto ad abbassare incredibilmente l’importo degli oneri legati al servizio offerto. Ciononostante va anche detto che molte imprese dell’autotrasporto, sia per poter rispondere agli ingenti investimenti effettuati, ma anche per mere logiche di facili guadagni, si sono inventate forme alternative di risparmio che prevedono come unica vittima designata i lavoratori che vengono costretti a orari di lavoro massacranti fuori dalle regole e laddove vengono sorpresi, dalle istituzioni preposte ai controlli, rispondono in prima persona delle violazioni contestate. In questo contesto non va dimenticato però che in questi anni le associazioni datoriale, prima fra tutte la Fai (la quale ha anche espresso un sottosegretario ai Trasporti nel precedente governo Berlusconi, il dottor Paolo Uggè) non solo non hanno mai stigmatizzato il comportamento di quelle aziende, a volte anche loro associate, che operano fuori dalle regole, ma nel tempo hanno anche dettato a tutti i governi l’agenda delle” priorità e strategie del settore”, rendendosi tra gli altri, come è evidente, responsabile in prima persona della pessima situazione oggi denunciata. A questo punto, partendo ognuno dalle proprie responsabilità, sarà necessario in futuro, per le problematiche esposte, intraprendere un lavoro comune. La prima opportunità per iniziare quanto auspicato, è sicuramente legata al rinnovo del contratto applicato ai lavoratori dell’intero settore, occasione fondamentale per inserire nuove regole a tutela e sicurezza di questo comparto, dei lavoratori, nonché dei cittadini. Ed è per questo che ci sfuggono le motivazioni che spingono sia la Fai nonché la Unatras a sottrarsi al confronto con il sindacato per definire al meglio quanto finalmente oggi denunciato… Attendiamo fiduciosi.

Rocco Lamparelli

33 risposte a “La Filt-Cgil Lazio: “L’autotrasporto guardi anche alle proprie di colpe”

  1. C’è un sacco di gente superficiale che ama sparare nel mucchio. E i sindacati, di questi tempi, sono un facile bersaglio.

  2. Egregio dr. Lamparelli, se non vi svegliate e vi rendete conto che il mondo è cambiato e non continuate a difendere gli indifendibili dovremo chiedere alla nostra organizzazione di categoria di seguire l’esempio di Marchionne e sconfessarvi completamente.
    Del resto siete talmente miopi che non avete mosso un dito per evitare che autisti italiani vengano regolarmente assunti in stati Eu e versino i contributi previdenziali all’estero, ma operino in Italia con evidente danno alle casse Inps (che vi mantengono) e facciano concorrenza alle aziende regolari del nostro Paese. Complimenti, ormai avete solo tesserati pensionati, ma attenzione che con la vostra politica suicida vi abbandoneranno pure quelli, visto che non vi preoccupate nemmeno di salvare la cassa con cui mangiano.

  3. Egregio dottor Lamparelli, non entro in merito alle accuse mosse alla nostra organizzazione perché penso che il presidente o il segretario generale saprà risponderle quanto prima. Una cosa non le permetto di mettere in dubbio: il nostro impegno nella difesa della sicurezza sul lavoro. Dove era lei e dove era la sua organizzazione quando noi della Fai abbiamo sollevato il problema delle morti bianche del nostro settore non riconosciute tali da nessuno? La stampa e i media televisivi ci hanno dato spazio, ma da voi nemmeno un cenno di solidarietà, non a noi, ma alle vedove di chi magari vi ha sempre versato la tessera sindacale.
    La nostra organizzazione ha partecipato a iniziative a carattere nazionale per la sensibilizzazione alla sicurezza sul lavoro con organismi seri e qualificati come l’Anmil. La fai ha contribuito a campagne finanziate dall’albo autotrasportatori (“tir rispetto”) sempre atte a sensibilizzare i temi della sicurezza per più anni in Italia e all’estero. Tralascio poi tutte le iniziative che in sede locale i nostri rappresentanti provinciali hanno attivato e attivano costantemente per innalzare sempre più il livello di guardia rispetto ai temi della sicurezza. Per tutto ciò, egregio dottor Lamparelli, mi aspetto se non delle scuse alla mia organizzazione, almeno un dignitoso silenzio.

  4. Ritengo che chi tutela e persegue gli interessi delle aziende, apporti benefici anche ai lavoratori, che ne costituiscono la componente fondamentale.
    La Fai, da anni – per non dire decenni – è la prima (se non l’unica) organizzazione di categoria che ha posto come prioritaria la battaglia per la sicurezza e la legalità dell’autotrasporto e ha individuato, proposto e – in parte – ottenuto importanti provvedimenti normativi in tal senso.
    Tutto il resto sono chiacchiere o, peggio ancora, polemiche strumentali.

  5. Salve a tutti, sono un autista e sono iscritto al sindacato. Non capisco e non voglio entrare in queste polemiche per cose dette dalla CGIL che ritengo (io ed altri miei colleghi) assolutamente vere.
    La cosa che non comprendo veramente, è come mai la Fai non viene alle riunioni per il rinnovo del contratto di noi autisti? Noi abbiamo bisogno che vengano definite regole certe per il settore e aumenti per gli autisti. La mia domanda semplice è: come mai la Fai cosi brava non aiuta gli autisti? Faccio presente che il contratto per noi è scaduto da 2 anni e che la Fai per sua ammissione non vuole rinnovarlo. Cordiali saluti

  6. Salve, sono un autista iscritto al sindacato da circa dieci anni, e mi sono iscritto perché la Cgil è stata l’unica organizzazione che si è schierata dalla nostra parte è ci è stata vicino fino ad oggi, quindi non riesco a capire perché la Fai, che dice di fare tante cose per noi, è invece il nostro maggiore antagonista nel rinnovo del contratto. Infine piuttosto che tante chiacchiere aiutate a rinnovare il contratto. Sentiti saluti

  7. Signor D’Andrea, le ho già fatto questa domanda nel blog con il commento di Uggé, se non l’ha vista gliela ripropongo anche in questa sede: la questione dei conducenti in affitto è stata sollevata esclusivamente dalla Fai, nelle trattative per il rinnovo del contratto, o sbaglio? Siccome non sbaglio, allora credo che prima di fare certe affermazioni dovrebbe un attimo riflettere perché, guardi, se prende piede il ricorso agli autisti interinali stranieri da parte delle nostre aziende, non c’è contratto tiene: voi andate tutti a casa, altro che balle!

  8. Mi rivolgo pubblicamente a tutti, e dico tutti, i segretari nazionali, regionali, provinciali della Cgil invitandoli ad “alzare” la mano e a dire “io ho fatto questo e quest’altro (documentandolo….) in favore della sicurezza nell’autotrasporto, per oppormi al pericolo che con le agenzie interinali le imprese di autotrasporto assumano solo autisti rumeni (pagando la pensione alla Romania….) Continuerò a leggere nei prossimi giorni Stradafacendo per controllare chi potrà fornire le prove d’aver fatto qualcosa in concreto.

  9. Ma perché continuate a parlare solo e soltanto della Cgil? E la Cisl? E la Uil? E gli autonomi, quelli “duri e puri” pronti a sfidare sempre e comunque il padrone?

  10. Molti sindacalisti non si sono mossi per una semplice ragione: perchè non conoscono la materia. La colpa non è solo loro: è di tantissimi organi d’informazione che non hanno contribuito a informare, che hanno preferito il silenzio, che hanno preferito spacciare per buone le stupidaggini sulle tariffe minime…

  11. Mi spiace non aver notato la sua domanda nel blog con il commento di Uggè, e la ringrazio di avermela riproposta, vedo che lei ha molte certezze rispetto alla questione dei conducenti in affitto, che a quanto afferma sia stata “solo” la Fai a denunciare, siccome alla guida del mio Tir ho tempo di riflettere rispetto alle questioni, stia tranquillo sig. Alessio e quando faccio tali affermazioni è perché anche io come lei ho la presunzione di dire che non sbaglio, e le ricordo che la Filt Cgil, della quale con orgoglio sono un iscritto, di battaglie e rivendicazioni rispetto le irregolarità e nefandezze del settore, ne ha affrontate a iosa, compresa quella che lei rivendica come di sua paternità.
    Se proprio vi sta a cuore il settore che rappresentate come federazione, è ora che lo dimostriate mettendovi seduti al tavolo e contribuire a scrivere regole certe per l’autotrasporto, e finalmente ridefinire i nostri stipendi, ormai fermi da anni.

  12. Buonasera, mi chiamo Alessandro Antonelli e per conto della Filt-CGIL seguo il settore dell’autotrasporto nel quadrante ovest di Roma e Provincia. La precisazione, d’obbligo, del ruolo non nasce dalla necessità di evidenziare un grado, ma bensì dal bisogno di non lasciare retro pensieri sull’attività svolta da parte di chi scrive. Concluse le presentazioni provo a rendere partecipe la platea che legge il presente forum di quello che non è il mio pensiero, ma bensì le idee raccolte in diversi anni di attività direttamente dagli operatori del settore, nostri iscritti, e molti di essi dipendenti di azienda associate alla Fai che sicuramente nella sfera datoriale è l’organizzazione che rappresenta il numero maggiore di aziende di autotrasporto e di conseguenza con grande peso politico ed organizzativo in tale contesto. Tutti i giorni incontro persone che vivono con questo lavoro, che ci evidenziano il disagio di chi raramente riesce a stare con la propria famiglia perché costretto a turni di lavoro massacranti, spesso fatti di tempi di attesa lunghi, non pagati ed ingiustificati, i quali non possono permettersi neanche di lamentarsi di ciò perché altrimenti o vengono mandati a casa o messi a fare attività locali con pesanti ripercussioni sul proprio salario rispetto al quale hanno tarato il loro tenore di vita. Ed altrettanto avviene se si rifiutano di utilizzare marchingegni utili ad effettuare prestazioni con orari di lavoro “maggiore” rispetto a quello che prevede la vigente normativa, o di utilizzare (penso ai lavoratori che operano con merci soggette alla normativa ADR) attrezzature non idonee. Lamentano una condizione infrastrutturale pessima, servizi inadeguati messi a loro disposizione nei circuiti di ristoro presenti nel nostro sistema di strade ed autostrade. Credo che sarebbe opportuno iniziare a parlare di tutto questo, e mi aspetto dalla Unatras e da tutte le associazioni datoriali che in essa si riconoscono una presa di posizione forte contro le aziende che assumono tali condotte, come altrettanto conveniente sarebbe che la stessa associazione datoriale, insieme a quelle sindacali, si preoccupasse di palesare al governo l’esigenza di un ammodernamento del sistema Paese, e non pretendere e manifestare solo per avere finanziamenti utili a compensare quanto non si riesce a guadagnare dagli appalti. Questo è ciò che ci chiede la gente e su questo vorremmo provare a ragionare anche in fase di rinnovo contrattuale al quale pretestuosamente la Unatras si sta sottraendo. Noi da anni stiamo cercando di contrastare tutto ciò assistendo i lavoratori in tutto e per tutto e laddove riusciamo a creare un sistema sindacale consolidato i benefici delle nostre iniziative si sono sempre visti, portando tutele e sicurezza ai lavoratori e spesso, creando con gli imprenditori importanti sinergie, siamo riusciti a dare serenità anche a loro.
    Cordiali Saluti

  13. La verità è che la Fai Conftrasporto non ha alcun interesse a rappresentare noi piccoli “padroncini”: a loro interessano solo le imprese strutturate, i grandi numeri. A noi che abbiamo un camion o due gli unici che ci ascoltano sono i sindacati.

  14. Com’è che il sindacato si è improvvisamente risvegliato? Si sono sentiti punti sul vivo? Hanno scoperto solo ora il superblog (c’è da un anno ormai….)

  15. Cgil e Fai non doverebbero essere “contrapposte” come appare da questi commenti che leggo, ma unite, pronte a fare insieme importanti battaglie. Io credo che abbiano molti obiettivi in comune.

  16. Salve sono Massimo Bottai e per conto della Cgil seguo l’autotrasporto nella zona di Roma Nord. Nella nostra zona abbiamo alcune centinaia di iscritti alla nostra associazione, iscrizioni volontarie. Mi sento di dire che siamo gli unici a contatto diretto con gli autisti e tutti i giorni, per risolvere le loro problematiche per difenderli dallo strapotere delle società, denunciamo puntualmente tutte le irregolarità che sono costretti a fare, per non essere licenziati (la cui lettera di licenziamento firmata in bianco al momento dell’assunzione) dalle proprie aziende, sia all’ispettorato del lavoro che alla polizia di stato, quindi sicurezza zero, diritti zero. Penso e suggerisco che la strada migliore viste le problematiche di tutto il mondo del trasporto, che riscontriamo tutti nessuno escluso, è quello di sedersi al tavolo nazionale, e insieme cercare di risolvere i problemi, così da dare delle risposte sia alle società sane che ai lavoratori tutti. Saluti, Bottai.

  17. Di tavoli ce ne sono fin troppi. Non è ora di sedersi, è ora di alzarsi e vedere sul campo il frutto dei “tavoli”.

  18. Tutto vero, tutto bello, tutto giusto. Tutti hanno ragione e nessuno torto. Ma resta il fatto che io non ricordo d’aver letto prese di posizione dei sindacati su temi forti come i costi minimi per la sicurezza che vogliono dire costi che consentano di controllare i freni dei camion, cambiare gli pneumatici, pagare camionisti veri (e non gli extracomunitari di 20 anni che vanno a fare qualche ora di lezione e poi si mettono alla guida) e non farli guidare per 24 ore di fila…. Sono io che mi sono perso qualcosa? (E si che, nonostante faccia l’imprenditore in un settore di “ignoranti”, leggo regolarmente il Corriere della Sera e Repubblica….)

  19. Bravo Giulio, è a questo genere di domande che devono rispondere i sindacati. I quali, quando mandano notizie alle redazioni, di norma le vedono pubblicate (soprattutto i sindacati si sinistra sui quotidiani della stessa sponda….)

  20. Salve, sono Franco, un operatore nel settore dei trasporti. Leggendo alcuni commenti, ho avuto la sensazione che non si sa, o peggio ancora si fa finta di non sapere, quello che effettivamente accade nel mondo dei trasporti in tema di sicurezza. Sicurezza per alcune aziende può significare l’esposizione da parte del lavoratore del cartellino identificativo, del furgone che non è lavato, ecc… Guidare per 12 ore consecutive, avere gomme lisce, revisione del mezzo scaduta, alcune volte può essere un optional. Una cosa mi sento di dirla: il sindacato è presente e spesso segnala queste anomalie, la Fai non ho avuto il piacere di vederla. Dovrò forse rivolgermi a Federica Sciarelli ( nota conduttrice di chi la visto per avere sue notizie?). Saluti.

  21. Riporto questo passo del’intervento del sindacato: “Ciononostante va anche detto che molte imprese dell’autotrasporto, sia per poter rispondere agli ingenti investimenti effettuati, ma anche per mere logiche di facili guadagni, si sono inventate forme alternative di risparmio che prevedono come unica vittima designata i lavoratori che vengono costretti a orari di lavoro massacranti fuori dalle regole” per dire che dalle notizie uscite qualche giorno fa, emerge che anche qualche sindacato non si comporta molto correttamente. Immagino che la risposta sarà:si tratta di alcune mele marce. eEbbene, è così anche per la nostra categoria!

  22. Ho letto il commento lasciato da Franco e mi è venuta in mente la storiella della pagliuzza e della trave. Ma chissenefrega se il camion non ha fatto lo sciampo e se il cartellino identificativo non c’è: s’è mai visto un conducente senza cartellino diventare più pericoloso al volante u un camion uscire di srada perché non è passato sotto l’autolavaggio? Se invece le gomme sono lisce e il conducente ha un colpo di sonno ne va della vita di ognuno si trovi malauguratamente a passare da quelle parti in quel momento. I sindacati la smettano di a guardare alle str…. e pensino alle cose serie. Forse riacquisteranno anche un po’ della credibilità che hanno perso per strada.

  23. Il mondo è bello perché è vario. A leggere l’e mail del signor Franco vien da pensare però che di una certa varietà di pensiero potremmo anche fare a mano.

  24. Io mi domando: ma come si fa a scrivere (e soprattutto pensare) certe idiozie? Come si fa a paragonare la mancata manutenzione ai freni di un tir al lavaggio?

  25. Nella mia trentennale esperienza ho incontrato sindacalisti che hanno difeso lavoratori soggetti a sanzioni disciplinari a causa di comportamenti scorretti alla guida, perché l’azienda aveva irrogato la sanzione prima che fossero trascorsi i 10 giorni. Non si sono preoccupati di valutare la gravità dl comportamento del conducente. Ora mi dite come si può provare di non essere corresponsabile delle infrazioni del conducente se non può nemmeno sanzionarlo? I sindacati sono contro a prescindere.

  26. Un comico diceva: il mondo è bello perché è avariato….. Ognuno dice quello che pensa anche se talvolta bisognerebbe pensare a quello che si dice. Di tutte queste opinioni mi pare che si possa concludere in un solo modo: si facciano i controlli seri a tutti e vedrete che le cose cambiano. La Germania è un esempio.

  27. Rispondo a Mauro con la speranza che riesca a connettersi, ho i miei dubbi ma come si dice la speranza è l’ultima a morire. Per quando riguarda la… franchezza niente da eccepire, per quando riguarda la comprensione di ciò che ho scritto qualcosa da eccepire ce l’avrei. Ripeto il concetto da me espresso, lo farò in maniera semplice in modo che Mauro e…. non solo riescano a codificare il mio messaggio. Quando dico che le aziende (magari iscritte alla FAI) sono intransigenti nei confronti di quei lavoratori che o non espongono il cartellino identificativo o che non hanno curato bene l’aspetto estetico del mezzo, fanno invece orecchie da mercante quando gli viene segnalato che le ruote sono lisce (quindi costituiscono un pericolo sia per il lavoratore sia per i cittadini) quando viene a loro segnalato per esempio che il mezzo viaggia con la revisione scaduta (con tutti i rischi che comporta per chi “costretto” a guidare quel mezzo). La sicurezza per Giorgio sono pagliuzze, per chi opera come me in questo settore la sicurezza è una cosa serissima, la differenza è tutta li. Questi argomenti sono stati trattati con il sindacato, che è presente, con la Fai non è stato possibile trattarli semplicemente perché uccel di bosco. Dimenticavo di dirvi che sono un padroncino, mio malgrado. Saluti da Franco.

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