Gli automobilisti chiedono alle autoscuole di fare più “pratica”

Un italiano su due usa l’auto tutti i giorni e questo spesso lo stressa. Se i conducenti sono  giovani lamentano difficoltà nelle ore notturne e nel traffico intenso; se sono più maturi temono invece le condizioni climatiche avverse (ghiaccio, neve e nebbia), soprattutto perché non conoscono le tecniche di guida idonee. E, ancora, il 94 per cento degli automobilisti preferirebbe una maggiore formazione pratica nelle autoscuole per affrontare adeguatamente le emergenze e le situazioni di pericolo. Sono questi i risultati che emergono da una ricerca commissionata dall’Automobile club d’Italia (Aci) all’Ispo e illustrata da Renato Mannheimer in occasione della presentazione di “Ready2Go”, il network delle autoscuole dell’Aci, progetto al quale aderisce la Polizia di Stato con un protocollo d’intesa. Ready2Go punta su una più moderna e accurata formazione dei conducenti attraverso moduli d’insegnamento innovativi che si avvalgono anche delle tecnologie più avanzate: simulatori di guida virtuale, pc touch-screen interattivi e prove di guida sicura con Abs e Asr. L’iniziativa è rivolta soprattutto ai giovani, particolarmente esposti al rischio sulla strada: il 30 per cento dei sinistri vede coinvolto un neopatentato e l’incidentalità è la prima causa di morte per i ragazzi fino a 24 anni. Lo studio Aci-Ispo evidenzia come siano proprio i giovani fino a 24 anni a chiedere più formazione: il 42 per cento degli intervistati ammette di distrarsi spesso al volante; uno su tre arriva a destinazione senza sapere come; il 66 per cento non sa come affrontare situazioni critiche; quattro su dieci guidano troppo velocemente. L’indagine sottolinea anche le ansie dei genitori: l’88 per cento di papà e mamme vorrebbero iscrivere il figlio a un autoscuola con un calendario formativo ottimizzato con programmi aggiornati di teoria e pratica; il 69 per cento sarebbe disposto ad accompagnare il giovane in una struttura più lontana purché qualitativamente valida. I timori di mamma e papà si ripercuotono direttamente sui ragazzi: solo il 63 per cento dei neopatentati guida liberamente un veicolo; al 46 per cento è concesso l’uso dell’auto solo per tempi e distanze limitate; il 16 per cento, pur avendo conseguito la patente, può impugnare il volante solo affiancato da un genitore. “Con Ready2Go offriamo una formazione al passo con i tempi”, ha dichiarato il presidente dell’Aci, Enrico Gelpi, “che supera la logica del mero conseguimento della patente ed educa i giovani a una guida responsabile e consapevole. L’iniziativa è già operativa nelle sedi pilota di Roma, Genova, Como, Modena, Parma, Ancona, Bergamo, Verona, Caserta, ma il network si estenderà a tutte le province entro il 2011 anche con la collaborazione degli operatori privati del settore. Chi frequenterà Ready2Go riceverà il plus formativo Aci senza costi aggiuntivi rispetto alle tariffe medie praticate in Italia. Il neopatentato sarà poi seguito per tre anni con proposte di aggiornamento continuo. Ready2Go è soprattutto un’operazione culturale di grande rilevanza sociale”, ha sottolineato ancora Gelpi, “perché attraverso il network di autoscuole intendiamo favorire lo sviluppo di una “generazione giovani” dell’Aci: i patentati si ritroveranno su un sito interattivo, in aggiunta a www.ready2go.aci.it, per lo scambio di esperienze e il confronto costante con i formatori Aci”. Secondo un’elaborazione Aci su dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’anno scorso hanno superato l’esame della patente il 78 per cento degli esaminandi, per un totale di quasi 1,7 milioni promossi; di questi, circa 590mila sono under21. Il 90 per cento ha frequentato un corso in un’autoscuola. Le donne sono più brave nella prova teorica (il 69,4 supera supera il test contro il 64 per cento degli uomini); i maschi prediligono l’esame di guida (91 per cento dei promossi contro l’83 per cento delle femmine.

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