Decreto legge sull’autotrasporto, Confindustria sempre più isolata

È una risposta politica ferma e chiara quella assunta da R.ET.E Imprese Italia e dal Movimento Cooperativo in merito al decreto legge sull’autotrasporto. Una presa di posizione, espressa in una lettera inviata alla Presidenza del Consiglio e al ministro ai Trasporti Altero Matteoli, che elimina i dubbi che erano stati innescati dai rappresentanti di Confindustria attraverso prese di posizione che hanno visto coinvolti anche esperti del diritto comunitario e dei trasporti e che rafforza il valore dell’intesa raggiunta dal sottosegretario Bartolomeo Giachino a nome del Governo. I testi delle lettere chiedono esplicitamente che siano portate avanti con sollecitudine e con ogni iniziativa utile le modifiche alle leggi vigenti che disciplinano l’attività e i rapporti tra committenti e autotrasportatori che devono realizzarsi nel rispetto delle disposizioni sulla sicurezza sociale e della circolazione. “Si tratta di un’intesa, e lo ribadiamo ancora una volta, legittima che non prevede in alcun modo tariffe o prezzi ma che completando la riforma sulla liberalizzazione regolata, coinvolge nelle responsabilità, tutti i soggetti che concorrono ad una attività di trasporto”, ha detto il presidente nazionale di Fai Conftrasporto Paolo Uggè commentando le lettere inviate da R.ET.E Imprese Italia e dal Movimento Cooperativo. “Le posizioni di Confindustria escono fortemente indebolite e sono invece confermate le sottolineature che, nel dare notizia dell’avvenuto accordo, evidenziarono come milioni di imprese, attraverso le associazioni di rappresentanza, si riconoscevano in nome della trasparenza, legalità e tracciabilità per garantire  sicurezza sociale e della circolazione ai consumatori e ai cittadini a quanto concordato con il Governo”.

8 risposte a “Decreto legge sull’autotrasporto, Confindustria sempre più isolata

  1. Dopo la presa di posizione di Tete Italia e del Movimento cooperativo che insieme rappresentano l’80 per cento e forse anche piu’ del sistema economico del Paese, i politici di destra e di sinistra valutino bene prima di ascoltare le trombe stonate di Confindustria. Infatti sappiamo per esperienza che i grandi gruppi puntano sempre a privatizzare gli utili (i loro) e a pubblicizzare (o scaricare sulle piccole medie imprese) le perdite. Bravo Matteoli, bravo Giachino e bravo il governo a farsi rispettare. Se la Emma nazionale voleva legiferare, doveva accettare l’offerta pubblica di Berlusconi di diventare ministro. Ha fatto il grande rifiuto con tutti i suoi che si spellavano le mani negli applausi. Bene, ora rispettino le leggi del Paese libero e democratico in cui lavorano.

  2. Non c’e alcun dubbio che il decreto ottenuto con la mediazione del sottosegretario a nome del Governo sia un eccelente risultato delle associazioni di categoria. Ma vorrei ricordare ai miei colleghi autotrasportatori che sempre tramite le associazioni avevamo ottenuto anche le tariffe obbligatorie per legge, con tutti gli annessi e connessi, (vedi tempi di sosta e quant’altro) ma la fine che hanno fatto è sotto gli occhi di tutti. Sono servite solo ad alcuni trasportatori per fare azione di rivalsa a fine carriera o per qualche curatore fallimentare onde racimolare qualche soldo, per se o per i creditori. Qualcuno mi può tacciare di demagogia, ma con oltre 40 anni di esperienza nel settore non credo che questo decreto sia la panacea dell’autotrasporto. Finché i nostri committenti avranno 160mila aziende a cui affidare un trasporto non ci sarà decreto che tenga. È questo il vero problema, troppe aziende sul mercato, troviamo il sistema di ridurre il numero a non più di 40-50mila e vedrete che chi rimarrà non avrà più bisogno di decreti governativi per farsi rispettare e per farsi pagare le tariffe dovute dai propri committenti.

  3. Vergognosi questi signori che parlano di sicurezza e legalità e poi si danno da fare per impedire che attraverso un provvedimento (che non sarà certo tutto quello che noi chiediamo ma sicuramente consente a coloro che vogliono far valere le loro ragioni di poterlo fare) arrivino norme che li costringono almeno a comportamenti semplici e responsabili. E gli stessi signori si stannno inventando che vogliamo reintrodurre le tariffe minime obbligatorie… Speriamo che il Governo tenga. Oggi bisogna fare i complimenti al sottosegretario Giachino che è riuscito ad ottenere un cosa importante. Sosteniamolo amici.

  4. Vogliamo vedere, per tornare a votare Berlusconi, se il governo di centro destra se ne frega della Confindustria e porta avanti non come dicono certi “gazzettieri” le richieste dell’autotrasporto ma il frutto di una accordo che trova la gran parte delle rappresentanze di interessi economici
    dalla nostra parte.

  5. Ma quale ricatto dei trasportatori! Cosa rispondono tutti quelli che hanno tentato di far passare per ricatto un accordo sottoscritto adesso che tutte le confederazioni degli artigiani, dei commercianti, del mondo della cooperazione hanno detto di condividere i contenuti del protocollo con l’autotrasporto?

  6. Dopo decenni di capitalismo assistito con i soldi dei contribuenti e di facili commesse a suon di tangenti, i signori industriali italiani da qualche tempo si devono confrontare con i mercati globali e con la scarsità di sovvenzioni: e allora quale miglior rimedio che spremere fino all’osso i fornitori, soprattutto quelli dei servizi, ai quali prima abbiamo venduto i camion, con sempre più cavalli, per farli correre sempre più forte… È dura cominciare a correre con le proprie gambe! Se volete possiamo darvi delle lezioni, noi ci siamo abituati da sempre!

  7. A tutti i “soloni” che sono intervenuti contro il decreto a tutela della sicurezza: la proposta “oscena” è arrivata da un operatore logistico internazionale che opera per conto di una delle più importanti aziende industriali italiane. Per essere più precisi, la richiesta è di effettuare trasporti con una motrice 50 quintali da Torino ad Asti, che se effettuata con un bilico aumenta alla cifra iperbolica di 58 euro. Se poi, invece il trasportatore vuole spingersi fino ad Alessandria, potrà incassare la fantasmagorica cifra di 100 euro. Speriamo che io me la cavo!

  8. Per il Governo e il Parlamento questa è la prova del nove: o dimostrano di stare dalla parte delle imprese sane (committenti e trasportatori), che vogliono lavorare nel rispetto delle regole, oppure dalla parte dei “banditi” che, approfittando dell’eccesso di offerta da parte delle imprese di autotrasporto, assegnano i viaggi al minor offerente, fregandosene della sicurezza. Forza sottosegretario Giachino, siamo con lei, ci difenda!

Rispondi a Tullio Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *