Uggè: “Cara Antitrust, sbagliare è possibile, perseverare no”

Non avevo dubbi che prima o poi l’Antitrust avrebbe preso posizione sulla vicenda dei costi minimi, impropriamente assimilati alle tariffe obbligatorie. E’ già successo in passato che l’Antitrust sulle tariffe del trasporto (allora erano vere e proprie tariffe obbligatorie) esprimesse un parere di incompatibilità. Ma era stato subito smentito da due sentenze della Corte di giustizia europea che aveva attestato, invece come le tariffe di legge in uno Stato membro non violassero le disposizioni sulla concorrenza. Ora ci riprova, emanando un parere che forse avrebbe potuto essere redatto sentendo anche altre parti interessate e non solo gli articoli su alcuni giornali. L’Antitrust sostiene che le tariffe minime sono incompatibili con le regole della concorrenza ma, come prima detto, se il Governo decidesse di prevederle non sarebbe in contrasto con le norme europee. Sostiene, sempre l’autorità, che gli accordi volontari violerebbero le norme della concorrenza prefigurando la fattispecie di patti di cartello. Qui, se così fosse, avrebbe delle ragioni. Il problema è che da nessuna parte si parla nè nel decreto legge approvato; nè nel testo dell’accordo di tariffe minime. Nessuna previsione in tal senso esiste. Questa è un libera e legittima interpretazione che, in modo particolare e un pochino interessato, fornisce Confindusrtria ma non trova rispondenza nelle norme approvate. Gli accordi  non servono per definire tariffe o prezzi; ma in applicazione della legge n.32/05 e dei suoi decreti attuativi si limitano a  indicare i costi della sicurezza del trasporto. Addirittura, potendo questi essere diversi per particolari settori, si lascia alle parti la possibilità di suggerirli. Solo qualora le parti non provvedessero, il ministero, come già effettua da oltre un anno, indica i parametri dei costi della sicurezza. Siamo certi che il pronunciamento dell’Antitrust non sia dovuto a ingerenze interessate, ma forse da attribuirsi alla fretta di doversi pronunciare in merito. Non abbiamo potuto notare altrettanta prontezza però quando altre categorie hanno, queste sì, richiesto la reintroduzione di tariffe minime professionali. Spero che l’autorità si senta tranquillizzata da queste mie considerazioni e, se non fossero sufficienti, potrà leggere con meno fretta il testo dell’accordo e del decreto legge.

Paolo Uggè (presidente nazionale di Fai Conftrasporto)

6 risposte a “Uggè: “Cara Antitrust, sbagliare è possibile, perseverare no”

  1. Bene. Ora il governo non si lasci influenzare da Catricala’ che deve spiegare dove trova i soldi per i controlli se non vuole i provvedimenti approvati. È strana la celerita’ dell’antitrust in questo caso. Che Confindustria abbia sollecitato? Allora Catricala’ deve ricordarsi che e’ docente alla Luiss sulla difesa dei diritti dei consumatori. La sicurezza sociale che sta’ alla base del decreto non e’ forse un diritto dei cittadini consumatori? Rifletta Catricala’! E visto che e’ solerte, vorrei chiedere se non e’ concorrenza sleale trasportare coils come trasporto normale quando invece e’ speciale o la Emma nazionale lo puo’ fare in barba alla concorrenza? Attendo risposta dall’esimio professor Catricalà con altrettanta celerita’.

  2. Caro Catricalà, mi sarei aspettato la stessa solerzia per criticare le tariffe minime degli avvocati (che lei, peraltro, conosce molto bene..), dei commercialisti, ecc… Stupisce che le sue attenzioni si siano concentrate soltanto verso l’autotrasporto, tenuto conto che, come ha più volte ribadito il presidente Uggé, qui non si tratta di “tariffe” ma di “costi minimi per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada. La differenza tra i due termini non è puramente terminologica ma di sostanza…

  3. Che valore hanno le decisioni dell’Antitrust, se poi chi le firma non viene chiamato a rispondere degli errori che fa ? Quando disse che le tariffe a forcella erano anticoncorrenziali e poi venne smentito dalla Corte di Giustizia Europea, quali conseguenze subirono i suoi componenti o il suo presidente? Così dicasi ora, che il buon Catricalà ha mancato anche questa occasione per stare zitto, soprattutto su una norma non ancora entrata in vigore e i cui effetti si sarebbe realizzati solo dopo 10 mesi…

  4. Sono un camionista che non ha studiato (e ha dimenticato quel poco che ha imparato), per cui vi invio questo messaggio che mi ha aiutato a scrivere mio figlio (lui sì, ha studiato anche se oggi con la sua laurea in medicina è… a carico di papà…). In questi giorni ho letto (sul computer di mio figlio) moltissime lettere in redazione. Ma solo tre inviate dai rappreserntanti di Fai Conftrasporto (alla quale sono associato). Bravi i rappresentanti di Fai Avellino, Fai Salerno, Fai Bergamo. Ma gli altri? Cosa li abbiamo nominati a fare se poi non hanno nemmeno voglia di dedicare tre minuti a scrivere su temi così importanti per il futuro della categoria? Io tre minuti li ho trovati (e anche mio figlio). Mi sembrava doveroso. Grazie e complimenti per il lavoro che state svolgendo, i camionisti avevano bisogno di far sentire anche la loro voce.

  5. Ci sono alcuni rappresentanti della Fai che preferiscono scrivere in qualità di autotrasportatore Fai e ‘vestire’ il titolo di dirigente solo nelle manifestazioni ed eventi, sia locali sia nazionali, in cui si rappresenta la Fai. Così la penso io. Abbiamo la fortuna di avere un presidente dalle grandi capacità e molto attivo nella comunicazione che in modo chiaro esterna le posizioni della nostra associazione. Comunque sia, e per rispondere alla tua richiesta, ho l’onore di rappresentare la Fai di Parma. Un caro saluto a Mauro e buon lavoro.

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