Ecco l’area che si voleva vietare
ai tir senza filtri antiparticolato

Una vasta macchia blu che colora una consistente fetta di Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli. È l’area dove l’inquinamento dell’aria ha superato per più di 35 volte la soglia massima prevista, facendo scattare l’allarme rosso, visto che, sulla base della normative europee, il nostro Paese è obbligato a intervenire per far rientrare i valori di polveri e smog nei limiti consentiti. Quell’area blu (evidenziata nella cartina qui sopra), è anche l’area dove, secondo il ministro all’Ambiente avrebbe dovuto scattare l’obbligo per i mezzi pesanti fino all’Euro3 di montare i filtri antiparticolato, gli ormai famosi fap. Pena l’impossibilità di attraversare quell’area che, piccolo particolare, di fatto separa l’Italia in due parti rappresentando un ostacolo insormontabile fra il nord (e l’Europa) e il resto d’Italia. Con il risultato d’impedire a decine di migliaia di mezzi di poter portare le merci a destinazione. “Un intervento assurdo”, commenta il presidente nazionale di Fai Conftrasporto Paolo Uggè, “non solo perché di fatto paralizzerebbe il trasporto merci, ma anche perché essendo un intervento parziale rischierebbe di non raggiungere l’obiettivo di guarire l’aria dall’inquinamento se non pagando un costo aggiuntivo per l’installazione dei filtri che arrivano a sfiorare gli 8 mila euro. Da un primo calcolo approssimativo emerge che il piano antinquinamento del ministro all’Ambiente rischiava di andare a colpire, penalizzandoli, 450mila mezzi sopra le 9 tonnellate lasciandone in circolazione oltre tre milioni e 200 mila più piccoli e spesso  più vecchi e inquinanti. Fortunatamente il Consiglio dei ministri ha evitato questo “disastro”, scartando l’ipotesi di un decreto legge immediato, come richiesto dal ministro dell’Ambiente, per rimandare tutto a un disegno di legge sul quale sarà possibile riflettere senza cadere in uscite utili solo a conquistare un titolo in prima pagina sui giornali. Un disegno di legge che affronti con una logica di sistema la questione ambientale”.

6 risposte a “Ecco l’area che si voleva vietare
ai tir senza filtri antiparticolato

  1. Questo comunque dimostra quanto il nord abbia bisogno d’interventi (e quanto vivere al nord sia più difficile, più rischioso per la salute, più brutto, ragione per cui i cittadini del nord dovrebbero avere degli incentivi rispetto a chi vive al sud in condizioni ambientali decisamente migliori).

  2. Da nordista (e, non leghista) vi dico che ne ho piene le scatole di sgobbare coma un pazzo a ritmi che in altre regioni reputerebbero – giustamente – da pazzi, in un ambiente inquinato, stressante, caotico, per fare da “locomotiva” a un Paese che, fuori da questa “cintura blu”, spesso se ne strafotte e continua a chiedere aiuti finanziari stando meglio di noi. Basta. Basta, Basta…

  3. Alla fine la ragione ha prevalso! Non si può, in forza di chissà quale minaccia dell’Unione Europea, essere costretti a varare provvedimenti d’urgenza che non realizzano rimedi duraturi e sostenibili. Occorre invece riflettere sullo stato dei fatti e, con maggior congnizione di causa (il numero dei veicoli, il loro inquinamento, i costi ed i tempi di un ricambio del parco veicolare) adottare politiche trasportistiche-ambentali più sensate e concrete.

  4. Il problema non esiste, esiste invece una categoria che non riesce a farsi pagare il giusto dai propri committenti. Se cosi non fosse, si vedrebbero in giro solo camion di massimo 5 anni, non penserete che agli imprenditori piaccia avere un parco mezzi vecchio… Gli Euro 3 sono stati venduti fino al 2004 e alcuni non hanno percorso più di 350mila chilometri, ma sono a meno di metà vita: non penseranno di far sostituire mezzi in queste condizioni in un momento di crisi come questo? Forse bisogna riportare i nostri politici sulla terra perche stanno svolazzando troppo in alto, spero che cadendo non si facciano troppo male…

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