“I filtri antiparticolato sui Tir? Inutili e dannosi per le imprese”

Perfettamente inutili (come del resto testimoniato da altre precedenti esperienze) per tutelare l’ambiente; assolutamente utili, invece, per mettere in pericolo una “pace” faticosamente raggiunta fra gli autotrasportatori e il governo e per creare ulteriori difficoltà economiche a una categoria già messa in ginocchio dalla crisi. E’ questo il giudizio, completamente negativo, espresso dal mondo dell’autotrasporto italiano in merito ai possibili provvedimenti di divieto di circolazione per i mezzi pesanti  e all’obbligo per i proprietari di automezzi pesanti di montare il  filtro antiparticolato per ridurre le emissioni delle polveri sottili. Una solenne bocciatura espressa in una lettere firmata da Pasquale Russo, segretario nazionale di Unatras e inviata al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Ecco il testo integrale della lettera. “Egr. dottor Letta, in merito alla volontà del Governo di emanare un decreto legge per obbligare gli automezzi pesanti al montaggio del filtro antiparticolato (f.a.p.), al fine di ridurre le emissioni delle polveri sottili (PM10), Vi comunichiamo la nostra, forte, contrarietà. L’Unatras contesta che i problemi derivanti dalla presenza nell’aria del PM10 possano essere risolti grazie al f.a.p., come d’altronde insegna l’esperienza maturata nel corso di questi anni  in alcune città; ciò non toglie che l’Unatras  resta disponibile a discutere su eventuali misure alternative, da adottarsi in luogo dell’obbligo di montaggio del f.a.p. L’Unatras auspica che le istanze prima rappresentate vengano comprese da parte del Governo, tenuto conto che eventuali decisioni di contenuto opposto potrebbero ripercuotersi sul rapporto costruito in questi mesi con l’Esecutivo, aumentando la tensione tra le nostre imprese; queste ultime, infatti, difficilmente comprenderebbero l’utilità di dover effettuare un investimento economicamente importante per l’acquisto ed il montaggio del f.a.p, quando – come già detto – è  stato dimostrato che dallo stesso non derivano miglioramenti significativi della qualità dell’aria. Certi della comprensione delle nostre istanze, inviamo i nostri distinti saluti”.

7 risposte a ““I filtri antiparticolato sui Tir? Inutili e dannosi per le imprese”

  1. Siamo al festival del ridicolo. la ministra Prestigiacomo vuole far mettere i filtri a tutti i tir che operano in un’area a suo dire troppo inquinata che, guarda caso, coincide con la Padania. Forse la ministra siciliana non sa che in quell’area ci sono concentrate le maggiori attivita’ che mantengono il resto del Paese e non sa neppure che i filtri in Lombardia sono gia’ obbligatori e non hanno dato nessun effetto sul miglioramento dell’inquinamento atmosferico, ma hanno alleggerito le tasche delle imprese gia’ fortemente provate e riempito quelle di una nota famiglia imprenditoriale che produce filtri.
    Caro governo e caro Berlusconi, non e’ ora di mettere in posizioni ministeriali gente competente? Altrimenti poi non meravigliatevi se la Lega aumenta i consensi. Von certi provvedimenti improvvisati e inutili rischiate veramente di provocare la secessione! Prima della secessione pero’ rischiate il fermo del Paese che noi trasportatori da nord a sud siamo pronti ad effettuare alla faccia, pur carina, della ministra incompetente.

  2. Caro presidente del Consiglio, fino a oggi l’ho votata. Da domani voterò Lega o, comunque, qualcuno che non metta a fare il ministro una gentile e graziosa signorina che deve però ancora dimostrare di saper fare questo mestiere. Non credo che un voto in meno le farà perdere il sonno, ma spero che molti altri autotrasportatori facciano come me.

  3. Dateci una ministra piccola, grassa, con le gambe storte, se volete anche un po’ gobba e strabica. Ma che sappia quello che fa….

  4. Il ministro Prestigiacomo e il presidente Berlusconi possono anticiparci il nome dell’impresa che realizzerà tutti quei filtri? (in modo da consentirci di verificare se e a chi ha eventualmente pagato le campagne elettorali?

  5. Il problema comunque c’è, Prestigiacomo o no. Il Fap oltre a non migliorare la situazione è antieconomico. Tutti gli imprenditori sanno che sostenere un costo di 7/8000 euro su di un mezzo vecchio euro 0 1 2 non conviene. Spesso non li vale il mezzo. E indebitarci per acquistare mezzi nuovi, senza alcun finanziamento e con le tariffe che ci pagano è assolutamente antieconomico. La committenza non farebbe investimenti senza ritorno economico. Perciò è evidente che occorrono finanziamenti agevolati a tutto il settore, non solo per l’acquisto di rimorchi!

  6. Le reazioni sono tutte comprensibili ma devono essere razionali e frutto di conoscenze precise.
    Il ministro Prestigiacomo si trova di fronte a una situazione, non certo determinatasi per Sua causa, che deriva da normative e disposizioni europee. Quando vengono superati per un certo numero di giorni all’anno i valori massimi dell’inquinamento occorre effettuare degli interventi che sono imposti da normative europee, pena il pagamento da parte dello Stato di sanzioni economiche.
    Questo deve essere evitato. Quello che risulta inaccettabile in tutta la vicenda è la gestione e la mancanza di scelte. Occorre una politica ambientale che affronti il tema della mobilità cittadina e dell’inquinamento.
    Per fare questo occorre conoscere la materia ed essere documentati sui dati.
    Questo è l’errore che spesso si verifica, cioè non affrontare le questioni con la dovuta conoscenza. In questo caso, che tuttavia deve essere affrontato, la mancanza di conoscenza non solo del ministro ma soprattutto dei burocrati che Le stanno intorno ha favorito l’elaborazione di una proposta che deve essere corretta. Se il Consiglio dei ministri predisporrà un pre-decreto che non andrà quindi in vigore subito ma che lascerà il tempo di calibrarlo meglio forse si potrà rispettare gli obblighi comunitari senza danneggiare genericamente una categoria.

  7. I filtri antiparticolato sono delle “toppe” che non risolvono il problema e acuiscono i rapporti con il mondo dell’autotrasporto. Suggerisco al Governo di perseguire altre strade

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