Ambiente e traffico a Milano,
presentati cinque referendum

Ecopass sì o no? Divieto solo per il centro o per tutta l’area metropolitana? Sono molteplici i temi di dibattito sul traffico e l’ambiente a Milano, una delle città maggiormente inquinate d’Europa. Nei giorni scorsi sono stati così depositati cinque referendum per l’ambiente a Milano. I fondatori del Comitato promotore, Marco Cappato, Edoardo Croci (già assessore al traffico della giunta Moratti) e Enrico Fedrighini, hanno infatti consegnato al presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri i testi dei referendum corredati dalle firme dei primi 100 sottoscrittori.
”Con questi referendum”, spiegano i promotori, “vogliamo coinvolgere l’opinione pubblica milanese per superare la paralisi della politica e finalmente compiere scelte di profonda innovazione a favore dell’ambiente e della qualità della vita; serve coraggio, responsabilità e impegno civico per uscire da una situazione di immobilismo e che danneggia la città e le impedisce di tenere il passo con le altre metropoli europee”.
A norma di Statuto, sarà ora il Comune a dover dare il via libera alla raccolta delle firme sugli appositi moduli; da quel momento, i promotori avranno 120 giorni di tempo per raccogliere le sottoscrizioni dell’1,5 per cento dei cittadini milanesi, pari a circa 15mila firme. Del Comitato promotore sono entrati a far parte anche i consiglieri comunali Carlo Montalbetti e Giancarlo Pagliarini, oltre all’ex presidente del Consiglio regionale Giancarlo Morandi.
Questi i temi dei cinque referendum: ridurre traffico e smog attraverso il potenziamento dei mezzi pubblici, l’estensione di ‘ecopass’ e la pedonalizzazione del centro; raddoppiare gli alberi e il verde pubblico e ridurre il consumo di suolo; conservare il futuro parco dell’area Expo; risparmio energetico e riduzione della emissione di gas serra; ripristino della Darsena e riapertura del sistema dei Navigli milanesi.
Tra i primi cento firmatari e promotori, si registrano le adesioni di Valeria Corbella (presidente Genitori Anti-smog), Andrea Poggio (vicepresidente Nazionale di Legambiente), Giovanni Gottardi (vicepresidente WWF Lombardia), Luca Carra (presidente di Italia Nostra Milano), Amedeo Clavarino (fondatore Ambiente Milano), Emanuele Regalini (presidente dell’associazione Ingegneri Ambientali), Mario Zambrini (presidente Associazione Analisti Ambientali), Ludovico Grandi (già presidente Aci). Hanno aderito anche esponenti politici come Davide Corridore (consigliere comunale), l’ex presidente della Provincia di Milano Michele D’Elia, Pietro Ichino (parlamentare), Carlo Monguzzi; Marco Di Salvo (segretario dell’Associazione Radicale senza fissa dimora), Nicola Fortuna (commissario Pli Lombardia), Francesco Poirè (segretario dell’Associazione Radicale Enzo Tortora) e Pierangelo Rossi (già assessore comunale).

Una risposta a “Ambiente e traffico a Milano,
presentati cinque referendum

  1. L’ecopass è in realtà un “eco Tass”: la filosofia di questo provvedimento è “se paghi, puoi circolare (e inquinare…). Le questioni ambientali stanno a cuore a tutti, ma vanno affrontate con provvedimenti efficaci e strutturali, non esasperando la “politica dei divieti”: il Comune di Milano ha già attuato, negli anni, numerose ordinanze per regolamentare il traffico, soprattutto commerciale, stabilendo divieti, limitazioni e orari. Recentemente, per la mobilità delle merci, l’amministrazione ha realizzato un sistema che premia i veicoli meno inquinanti e disincentiva l’utilizzo dei mezzi che inquinano maggiormente. Milano è una grande città, i suoi cittadini (residenti e persone che vi si recano quotidianamente per motivi di lavoro/studio…) necessitano di servizi e merci; è un fatto non contestabile. Provvedimenti di dubbia efficacia per il contenimento dell’inquinamento ma di indubbio pesante impatto sulle tasche dei contribuenti non sembrano soluzioni ideali, soprattutto in questi momenti di crisi.
    Fra parentesi: ai “genitori anti smog” vorrei chiedere perchè non intervengono nei confronti dei loro “colleghi genitori” che accompagnano i figli a scuola con il “mega suv”, spesso parcheggiando in terza fila, in mezzo alla strada o nelle (poche) piazzole adibite al carico/scarico merci…, suggerendo l’utilizzo dei mezzi pubblici.

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