Sei miliardi fermi, Palenzona chiede lo sblocco delle convenzioni

Undici convenzioni autostradali bloccate, con sei miliardi di investimenti che restano fermi. “Un’anomalia che deve finire”, come ha detto il presidente dell’Aiscat, Fabrizio Palenzona, alla 44ª assemblea dell’associazione delle concessionarie autostrade e trafori. “Chiediamo che venga sbloccato questo sistema”, ha spiegato Palenzona, “così da liberarci le mani per farci lavorare nell’interesse del Paese. Ci sono delle concessionarie autostradale le cui convenzioni (lo strumento necessario per operare) sono state approvate con la scorsa Finanziaria ma sono ancora in attesa di sblocco con provvedimenti amministrativi del Cipe che non si concretizzano”.
Palenzona ha sottolineato come lo sblocco delle convenzioni “valga sei miliardi di investimenti”, aggiungendo che un miliardo di investimenti vale 27 mila posti di lavoro. “C’è chi ipotizza che dietro la vicenda del blocco delle convenzioni autostradali si possa nascondere un preciso e ulteriore disegno politico”, ha proseguito Palenzona, “legato, forse, all’esigenza di fare cassa. Quel che è certo è che ogni governo che si presenta interviene o attraverso lo strumento normativo o per via amministrativa con risultati analoghi. Intanto, però gli investitori privati guardano sempre con maggiore interesse all’estero non soltanto nel campo della costruzione di infrastrutture”.

3 risposte a “Sei miliardi fermi, Palenzona chiede lo sblocco delle convenzioni

  1. Che vi siano esigenze di tenere sotto controllo i dati di bilancio dello Stato è comprensibile, ma non pare essere la strada migliore quella di tenere bloccati interventi utili allo sviluppo del Paese. Comprendiamo sia più semplice intervenire con tagli orizzontali ma non si può in una società seria mettere sullo stesso piano i virtuosi con gli incapaci. Così si governa un Paese e non certo con gli slogan. Quelli sono buoni solo per fare la pubblicità a qualche prodotto.

  2. Se si concretizza la ripresa come potremo essere competitivi se non realizziamo rapidamente le infrastrutture. Ce lo può spiegare il ministro dell’economia del “Governo del fare” presidente Berlusconi o si sveglia o Lei è bello che cotto.

  3. Ubaldo ha ragione, Berlusconi deve mettere sul tavolo i progetti sulle cose che si era impegnato a fare e poi mettere i suoi avversari interni di fronte alla scelta: se non li votate si va a casa. Così farebbe un leader. Se invece come temo non gliene fotte niente del Paese, allora si faccia dare le garanzie che gli interessano e vada alle Bermude a godersi a lungo i suoi ultimi anni che gli auguro tantissimi, anche per quello che ha fatto, che ha provato, ma senza riuscirci, a fare.

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