L’accordo sull’autostrasporto
è stato consegnato al Senato

Gli emendamenti che raccolgono i risultati del tavolo a tre dell’autotrasporto, che non solo ha evitato il blocco dei tir ma che ha ottenuto l’impegno da parte dell’autotrasporto alla pace sociale sino al 31.12.2011, sono stati presentati al Senato dove è in discussione la conversione del decreto legge n°78 (manovra economica). Lo ha confermato il sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino, sottolineando come ” l’importante traguardo raggiunto  incentivi anche per il settore dei trasporti gli accordi di settore (chimico, containers…), una specie di contrattazione decentrata in settori dove le condizioni del trasporto sono omogenee”.  Senza dimenticare come ” le altre norme migliorino sensibilmente i tempi di pagamento, la gestione dei pallets, i tempi di attesa al carico e allo scarico (una norma che porterà a migliorare l’efficienza logistica del Paese) e la regolarità contributiva dei vettori”. Bartolomeo Giachino dopo aver evidenziato anche l’importanza della norma che prevede  per i trasporti che giornalmente non superano i 100 chilometri la contrattazione libera tra le parti, ha voluto ringraziare tutti i partecipanti al tavolo per il contributo positivo dato alla discussione, “sia quelli che hanno firmato la nota politica introduttiva e le norme, sia quelli che hanno firmato solo la nota politica come la Confetra e l’Assologistica, sia chi come la Confindustria e Trasporto Unito, non ha ritenuto di poter firmare. E positivo”, ha concluso il sottosegretario ai Trasporti, “che anche chi ha solo firmato la nota politica abbia partecipato alla discussione sulle norme e alla loro migliore definizione ed abbia valutato positivamente il metodo del confronto a tre e soprattutto abbia dato la disponibilità a proseguire il confronto sia al tavolo nazionale sia a quello degli accordi di settore”.

10 risposte a “L’accordo sull’autostrasporto
è stato consegnato al Senato

  1. Ho letto i testi mi sembra sulla carta un buonissimo accordo, se dovessero essere davvero rispettate tutte le nuove disposizioni (e sperando che non vengano snaturate in Parlamento) si potrebbe parlare di una “rivoluzione in positivo per l’autotrasporto italiano”. Si tratterebbe di voltare pagina una volta per tutte e costruire un sistema logistico moderno ed efficiente in Italia. Temo però che non sarà del tutto così: in particolare riguardo ai tempi di carico e scarico (tema fondamentale per la dignità degli autotrasportatori) credo sarà difficile per il vettore avere la forza (e il coraggio) di pretendere il corrispettivo per lo sforamento dei tempi. Spero che i nostri rappresentanti di Conftrasporto (con cui mi complimento per il risultato ottenuto con questo accordo e che per questo ringrazio) intervenendo nel blog mi convincano del contrario.

  2. Non si può essere sempre tutti d’accordo. Ma stavolta ho la sensazione che i sei mesi di lavoro non siano stati spesi invano e che sia iniziata una nuova fase di relazioni tra committenza e vettori.

  3. A mio avviso si tratta di un buonissimo accordo, che giustamente valorizza gli accordi di settore. Speriamo che le lobbies in Parlamento non ne stravolgano i contenuti.

  4. Bene per quanto fatto, ma rimane sempre il dubbio sulle deroghe inserite ogni volta che si fanno leggi sul trasporto. Questa volta sono gli accordi di settore. Vorrei sapere se con questi accordi i prezzi minimi verranno rispettati. Considerando che i prezzi minimi coprono i soli costi non vedo spazio per contrattazioni al ribasso. Gradirei una risposta in merito prima di gioire per quanto ottenuto.

  5. È certamente comprensibile la preoccupazione di Mara. La procedura tuttavia prevede che gli accordi per essere validi debbono ottenere la condivisione, mediante sottoscrizione, della maggioranza delle associazioni nazionali, riconosciute rappresentativie, e presenti nel comitato centrale dell’Albo.
    Mi pare che la procedura dovrebbe tranquillizzare le giuste preoccupazioni sollevate.

  6. Ringrazio il gentilissimo signor Uggé della risposta, ma non mi tranquillizza affatto. Mi rimane sempre poco chiaro come si possano stabilire prezzi minimi per coprire i costi e salvaguardare la sicurezza e poi si contratti al ribasso. Le tariffe a forcella insegnano, mai rispettate! Come allora il minimo é la base per giocare al ribasso.

  7. Se l’83 bis, come dice Luigi, non è cambiato, allora mi chiedo: perché il MIT pubblica le tabelle quando gli pare? I servizi di trasporto erogati senza contratto scritto, non stanno anch’essi sul libero mercato? Ci sono dati sulla quantità di imprese che lavora senza contratto scritto? A distanza di anni dall’entrata in vigore dell’83 bis, quante aziende hanno richiesto l’integrazione? L’osservatorio, indicato dalla legge quale organo deputato alla emissione delle tabelle relative ai costi minimi, quando sarà operativo per espletare appieno il suo ruolo? Per ora mi fermo con i dubbi, ma personalmente mi trovo nella situazione in cui pur dovendo svolgere uno stesso servizio di trasporto, al committente con il quale ho stipulato il contratto scritto applico un prezzo, all’altro con il quale non ho un contratto scritto devo applicare almeno i costi minimi altrimenti qualcuno mi potrebbe sanzionare! Come se ne esce?

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