Blocco dei Tir, gli autotrasportatori pronti a cancellare la protesta

Sembra essere tramontata l’ipotesi di un nuovo blocco dell’autotrasporto che le associazioni di categoria si erano dichiarate pronte a far scattare a metà giugno, paralizzando il Paese come già avvenuto nel dicembre di tre anni fa, qualora il Governo non fornisse finalmente una risposta, chiara e definitiva, alle numerose richieste che la categoria aveva avanzato ormai da mesi, in materia di sicurezza dei trasporti, di rispetto della legalità, contro la concorrenza sleale. Il nuovo fermo, che oltre a paralizzare il Paese avrebbe messo in grave difficoltà le imprese del settore e l’intera economia, è stato scongiurato al termine dell’incontro avvenuto ieri fra i rappresentanti delle associazioni di categoria e gli esponenti del Ministero dei Trasporti, incontro nel quale sono stati definiti numerosi temi che ora dovranno essere tradotti in norme dagli uffici legislativi del Ministero per poi essere consegnate alle associazioni. Un “percorso” che dovrebbe concludersi in pochi giorni consentendo, finalmente, la sottoscrizione dell’intesa attesa da mesi. “Una sottoscrizione”, sottolinea Paolo Uggè (nella foto), presidente nazionale di Fai Conftrasporto, “che avverrà dopo aver potuto verificare la corretta traduzione di quanto definito nell’incontro a Roma in provvedimenti da inoltrarsi al Parlamento. Rispetto all’intesa di massima raggiunta, occorre rendere evidente il mutamento significativo da parte del rappresentante della Confetra che, pur non rinunciando a rappresentare le proprie perplessità, ha di fatto offerto un significativo contributo costruttivo che ha consentito di lasciare isolate le posizioni  delle quali è rimasto portatore sostanzialmente solo il rappresentante della Confindustria. E spiace davvero”, conclude Paolo Uggè, “che non si sia potuta riscontrare una evoluzione positiva da parte di Confindustria che ha voluto mantenere la tesi delle tariffe obbligatorie che, a loro dire verrebbero reintrodotte in maniera arbitraria e ingiustificata, e che invece non trovano un riscontro oggettivo nelle intese raggiunte”.

42 risposte a “Blocco dei Tir, gli autotrasportatori pronti a cancellare la protesta

  1. Vi erano dubbi su quelle che erano le vere intenzioni della Confindustria? Dopo aver letto le considerazioni del loro vicepresidente non ci si poteva aspettare altro che quello.

  2. Caro presidente Uggè, non è arrivato il momento che Conftrasporto e Confindustria prendano due strade nettamente distinte?

  3. Io più che due strade distinte vedrei meglio Conftrasporto e Confindustria sulla stessa strada, procedere in direzioni opposte e … scontrarsi frontalmente, una volta per tutte. Poi ognuno conti i propri “morti” e “feriti”.

  4. Trovo adeguata la prudenza dell’Unatras nel non sottoscrivere alcuna intesa senza prima aver visionato i documenti contenenti le norme definite. Aspettiamo e vediamo.

  5. Ancora le solite chiacchiere, bisognava andare avanti e proclamare il fermo, così Berlusconi si interessava anche a noi.

  6. Complimenti a questo Governo. Eravamo riusciti a toglierci le tariffe obbligatorie con Uggè. Adesso che è tornato con i trasportatori è riuscito, bravo lui ma “geni” quelli che ne hanno messo un altro, a rimettere in pratica dei prezzi minimi. Aveva ragione il vicepresidente di Confindustria.

  7. Non era mia intenzione farmi coinvolgere nelle polemiche che, ero certo, sarebbero arrivate. Non posso tuttavia tacere di fronte alle affermazioni del signor Jean Francois sul sottosegretario Giachino e sulla sua professionalità che non condivido. Per noi ha agito bene e nel comune interesse. Il ruolo di Governo è diverso da quello di rappresentante di interessi. Forse non è a conoscenza del sunnominato ma J.F. ma si deve sapere che un uomo di Governo giura sul testo della Costituzione fedeltà alle istituzioni e non ad altro. In quella veste io ho gestito una riforma che ha dato dei risultati ed era stata condivisa dalle parti nell’interesse collettivo. Nel ruolo di rappresentante di categoria, oggi, ho il dovere di farmi portatore, ma i protagonisti delle trattative sono stati tutte le componenti dell’Unatras, degli interessi della parte che rappresento. Detto questo ritengo che le ipotesi di soluzioni trovate oggi non siano altro che il completamento naturale della riforma a suo tempo effettuata. Mi pare inoltre che rispondano alle esigenze innanzitutto dello Stato, a meno che qualcuno voglia sostenere che la sicurezza non sia un dovere per un Governo che si rispetti. In quanto alla considerazione che di fatto vengano reintrodotti prezzi obbligatori ribadisco che si tratta solo di riferimenti di costi da mettere a disposizione di chi potrebbe essere chiamato a dover giudicare. Giachino ha svolto, questa è la mia valutazione, il suo compito con passione e ha evitato che nel Paese si ripetesse quanto già successo due anni fa con il fermo del trasporto che ricordo si verificò proprio perché il ministro Bianchi non volle aprire un confronto con la categoria. Giachino lo ha fatto e quindi merito a Lui.

  8. Presidente Uggè una domanda: il signor Bartolomeo Giachino è il diavolo o l’acquasanta? È un signore preparato e in grado di comprendere i problemi della categoria o un “portaborse” messo lì da qualche mammasantissima? A leggere i suoi scritti degli ultimi mesi non ho chiaro come lei, signor presidente, giudichi realmente il sottosegretario ai Trasporti. Me lo potrebbe spiegare una volta per tutte. Cordialmente.

  9. Caro Jean Francois, il percorso che oggi ha portato ai costi minimi era delineato da tempo, da prima dell’abbolizione delle tariffe obbligatorie. I costi minimi di sicurezza non sono un surrogato “arrangiato delle tariffe a farcella”, ma bensì un’evoluzione che tende alla protezione del mercato dell’autotrasporto nell’ottica della sicurezza sociale. Nel 2001, il segretario generale della Fai (Paolo Uggè) in un congresso descrisse così il percorso da perseguire al fine di tutelare gli autotrasportatori: “Nell’ottica dell’allargamento dell’UE, mantenere in vita uno strumento come le tariffe, per riequilibrare le posizioni del mercato non ha più senso. Le tariffe a forcella: 1) non sono applicabili a committenti stranieri; 2) i vettori stranieri non sono tenuti al rispetto di tale norma. L’unica soluzione è quella di creare un meccanismo regolatore, che sia basato un tre principi: sicurezza sociale, qualità e costi minimi. I tre aspetti, uniti come tre lati di un triangolo, permetteranno di tutelare gli autotrasportatori e la colletività, legando in un regime di corresponsabilità il committente per le vezioni effettuate per suo conto. Di conseguenza il committente sceglierà il proprio partner secondo la qualità del servizio, e il tutto con dei costi minimi incomprimibili che fanno da cornice alla scelta dell’autotrasportatore e saranno garanti della sicurezza sociale. Tale teorema sarà applicabile a tutti stranieri e italiani. In sintesi le normative a supporto della teoria sono: legge 32/05, dgls 286 e infine…art 83 bis decreto legge 06/2008 n 112. Si potrà non condividere, ma la coerenza non può essere messa in discussione…

  10. Finalmente una soluzione che toglie dalla mano della committenza la penna per scrivere i “listini” dei costi dei servizi di trasporto a loro uso e consumo. È ora di finirla con questi “signori” che quando si tenta di discutere sul prezzo di un servizio (non chiamiamola più tariffa, per cortesia…), ti rispondono “guarda che dietro di te ci sono altri 10 tuoi colleghi che pur di lavorare giocano al ribasso …”.
    La questione, però, non si riduce alla sola tematica dei prezzi e servizi. Credo abbia diverse sfaccettature e per poter giudicare in modo obiettivo lo scenario verso il quale si sta viaggiando, occorre leggere in contenuto delle “nuove regole” messe sul tavolo, che non vedo da nessuna parte in questa pagina. Un aspetto importante dovrebbe essere, infatti, legato agli accordi di settore, buttati nel cestino all’indomani della liberalizzazione tariffaria, e che dovrebbero essere invece ripristinati. Sono lo strumento che potrebbe permettere una valutazione più consona e reale delle condizioni di esecuzione dei servizi di trasporto … e anche di logistica. Chi vuole intendere intenda! È giusto ringraziare Uggè perché è uno che non molla mai, che si sieda da un lato o dall’altro di una scrivania. È altrettanto giusto ringraziare le altre associazioni e anche il sottosegretario Giachino, perché tutti hanno creato le condizioni per il raggiungimento di questo risultato, Confindustria compresa.Adesso attendiamo i provvedimenti, quelli da Gazzetta Ufficiale. E se non arrivano?

  11. Confindustria è come un rimorchio carico (anzi stracarico visto che a qualche committente confindustrializzato piace assai caricare i tir molto più di quanto la legge impone) di volontà e decisioni che vanno in direzione opposta alla nostra e e che serve solo a rallentare il viaggio che migliaia di autotrasportatori seri vogliono compiere verso la sicurezza, la legalità, la trasparenza. Ma i rimorchi possono essere sganciati. E allora noi sganciamoci da Confindustria una volta per tutte!

  12. Confindustria è potente ma le aziende senza i camion che portano a destinazione le loro merci cosa possono fare? Prendiamo il coraggio a due mani e sfidiamo Confindustria un una battaglia senza esclusione di colpi…

  13. Loris ha ragione, sia dalla lettura del testo pubblicato su Stradafacendo sia da quello pubblicato su Conftrasporto non si capisce granchè. Quali sono i punti chiave sui quali sono stati presi degli accordi?

  14. Il tavolo voluto dal sottosegretario ai Trasporti Giachino si avvia alla chiusura; poche sono state in realtà le dichiarazioni di soddisfazione, soprattutto non è uscito dal confronto un serio indirizzo di politica dei trasporti che senza dubbio era quello che serviva al settore e di riflesso a tutto il mondo produttivo italiano. Vedere in tutta la vertenza solo la contrapposizione Unatras-Confindustria è semplicemente riduttivo. Speriamo che con la rilettura dei provvedimenti non si perda l’occasione di creare poche norme chiare ed efficaci che non vadano ad appesantire ancora il carico di carta “in cabina”. La soluzione per moralizzare il mercato è a portata di mano, visto che la Polizia stradale ha tanta volontà e pochi mezzi, si obblighino i caricatori (cioè la committenza) a fare i controlli con sanzioni esemplari per tutti, come fu fatto per debellare la piaga del sovraccarico: 1) titolarità dell’autista a condurre quel mezzo; 2) idoneità alla mansione (visita medica annuale) anche per i vettori stranieri; 3) rispondenza della proprietà del mezzo rispetto a chi ha stipulato il contratto; 4) documenti del veicolo – revisione regolare; 5) certificato di assicurazione RC. E, ancora, al momento della stipula del contratto, oltre all’iscrizione all’Albo, DURC con data certa, polizza assicurativa merci, elenco targhe di proprietà ed eventuali sub-vettori aggregati, dichiarazioni in materia di rispetto della sicurezza sul lavoro, come ci viene chiesto in ogni gara di appalto. In pochi mesi con poche regole si fa la sicurezza, quella vera, e si tolgono dal mercato le mele marce. Nel frattempo qualcuno deve farsi carico del patto della logistica per il sistema Italia: non bastano i camion, dovono funzionare ed essere competitive le ferrovie, i porti e gli aeroporti. Questa è la vera carenza di questi ultimi sei mesi.

  15. Aspettiamo le “nuove regole” tra qualche giorno sic! Ne vedremo delle belle. I comunicati che sono usciti sono troooppo criptici.

  16. Credo sia necessario che il presidente si metta d’accordo con il vicepresidente. Sembra in palese contraddizione con la bozza di accordo con il sottosegretario ai trasporti, inoltre da una parte afferma di non caricare le cabine dei camion con documenti e poi dice di dimostrare ai controlli una serie di iscrizioni. Giusto, ma se funzionassero i controlli su strada degli organi preposti i quali con il loro sistema informatico sono in grado di controllare la posizione di tutti noi comuni mortali basterebbe dare il nominativo del vettore che dovrebbe essere riportato sui documenti di trasporto e al massimo l’ultima busta paga qualora si trattasse di un dipendente e dovrebbero sapere se si tratta di un trasporto regolare o no e comunque caricare la committenza di un onere improprio sulla totale regolarità del camion che sta effettuando un carico presso l’azienda è utopia… Tante volte neanche le forze dell’ordine sanno cosa controllare tant’è che ci siamo inventati le pattuglie miste (Polizia e Tecnici dell’albo).
    Quindi credo che l’unica strada percorribile per combattere l’abusivismo siano i controlli su strada come vengono sistematicamente effettuati all’estero.

  17. Il signor Fraconti, chiedo scusa il vicepresidente Fraconti ha ragione su tutta la linea. Ci sono ancora delle carenze che vanno colmate, altro che cantare vittoria

  18. Presidente Uggè, approfitto della sua presenza nel blog per farLe una proposta. Innanzitutto complimenti per l’attenzione che dedica agli autotrasportatori con interventi sempre puntuali nel blog. Ora la proposta. Credo che oggi il settore abbia bisogno, oltre che di addetti innovativi (imprese che dedichino maggiori risorse all’innovazione, all’informatica, alla formazione… e Conftrasporto in questo è impegnata) anche di organizzazioni di rappresentanza innovative. E questo oggi significa anche maggiore trasparenza. Per questo ritengo sia necessario che Conftrasporto, e le singole sigle federate, pubblichino online, i compensi dei diversi rappresentanti, a partire dal suo, passando a quelli dei vari rappresentanti delle federazioni provinciali, fino ai semplici impiegati. Io credo sia necessario, e credo anche che lei ne condivida la finalità di fondo. Le organizzazioni di rappresentanza sono associazioni di autotrasportatori e sopravvivono (bene) grazie ai versamenti annuali degli iscritti e alla partecipazione ai corsi formativi da parte degli iscritti stessi. Per questo gli autotrasportatori hanno il diritto di sapere come i soldi versati vengono utilizzati e quanto i loro rappresentanti percepiscono. Questo gioverebbe all’immagine delle organizzazioni, avvicinerebbe i rappresentanti alla base e rafforzerebbe la democrazia interna; il rischio, altrimenti, è quello che si dimostri ancora una volta la validità della Legge Ferrea dell”Oligarchia di Robert Michels. È questa una “riforma” che si può fare in poche settimane e sono certo che lei si possa impegnare in tal senso. Certo di avere una sua risposta nei prossimi giorni, la ringrazio.

  19. Ciò che scrive Alessandra è vero! Ho la sensazione, tuttavia, che tra gli intervenuti ci sia qualcuno che il contenuto di quanto sottoscritto lo conosce… e non mi riferisco ad Uggè che era in campo…

  20. In riferimento al messaggio di Antonio, non è questione di essere o meno d’accordo con il mio presidente (in Fai abbiamo comunque ancora questa possibilità) ma si tratta di fare delle proposte concrete viste dalla parte degli operatori, purtroppo in un tavolo dove si sono trovate anche 50 e più persone con interessi diametralmente opposti, non si può pretendere che vengano accolte solo le proprie idee! Io poi ho il brutto vizio di firmarmi quando esprimo un concetto, è così tanto grave?

  21. Concordo con le riflessioni del vicepresidente Fraconti. Personalmente non vedo infatti alcuna contraddizione tra i concetti espressi da Claudio Fraconti che sono da tutti condivisi, tanto che alcuni di questi sono parte dei contenuti sui quali si fonda l’intesa, se sarà confermata. Per precisazione, anche se vi fossero differenze, noi dalla Fai abbiamo l’abitudine di confrontarci a viso aperto, non siamo certo un Soviet. Spiace che vi siano operatori o lettori che lamentino di non aver potuto leggere quanto in bozza consegnato dal Sottosegretario. Onde evitare fraintendimenti e interpretazioni che potrebbero discostarsi da quanto verrà poi trascritto in norme definitive, la Conftrasporto ha diffuso solo ai propri gruppi dirigenti e associazioni le suddette bozze.

  22. Egregio sig. Alberto, sono Marco Stucchi, consigliere nazionale Fai e componente del comitato di presidenza, in merito alla sua richiesta mi permetto di precisarle il mio pensiero: non autorizzo per quanto mi riguarda nessuno a rendere pubblica la gestione della nostra federazione; essa è, e rimane, un’associazione privata e come tale risponde solo ai propri soci. Il nostro motto e’ “ad ogni socio che bussa (alla porta associativa) gli verrà aperto; ad ogni socio che chiede (nelle sedi associative) gli verrà risposto”.
    Cordialità.

  23. Caro Alberto, sono un associato Fai e in passato, quando ho avuto bisogno di sapere fatti “non esattamente pubblici” della mia associazione non ho fatto altro che rivolgermi alla sede più vicina (per me quella di Brescia) dove richiedere informazioni che ho sempre ricevuto, sufficientemente chiare e precise. Ora mi domando: perchè chiederle invece attraverso un blog consultabile da tutti? Non c’è una cosa chiamata privacy? Forse a te piacerebbe che tutti sapessero i fatti tuoi? Io non so quanto percepisca il signor Uggè (magari uno dei prossimi giorni glielo chiederò presentandomi di persona, fornendo nome e cognome, in associazione). Per adesso mi basta sapere che sta lavorando ottimamente per la federazione e, dunque per tutti noi.

  24. Per Alberto: ci può fornire nome, cognome, residenza in modo da verificare che davvero esisti il”signor Alberto”? Il sospetto che sia semplicemente un “infiltrato” che vuole seminare zizzania in una “famiglia” non sua è forte, almeno per me.

  25. Caro Alberto (sempre che sia il tuo vero nome), faccio una sola piccola considerazione. Supponiamo che il signor Uggè guadagni dalla federazione 10 milioni di euro l’anno. Pubblichiamolo, rendiamo di dominio pubblico la notizia. Facciamola sapere a lavoratori cassintegrati, mogli di disoccupati, ma anche a rapinatori ladri, sequestratori (nagigano anche oro in internet sai?)… Un domani l’anonima sarda sequestra un familiare del signor Uggè, o lui stesso. Possiamo chiedere che tu venga “incriminato” (come meriteresti in questo caso) ? Hai un’idea di cosa sia la privacy?

  26. Ma scusate: un conto è pubblicare gli stipendi di persone pagate con denaro pubblico, altra cosa è sapere cosa fa un’associazione con i propri quattrini. I bilanci della Fai e le sue spese sono cose che interessano solo agli associati. Se il signore in questione è un associato li chieda alla federazione, altrimenti qual è la vera finalità del suo messaggio? E chi, eventualmente c’è dietro di lui?

  27. È consigliabile non uscire dal seminato. Stiamo discutendo degli accordi. Rimaniamo concentrati su quelli senza allargarci. Buona domenica a tutti.

  28. Una volta c’erano i saggi, ora sicuramente le donne sono più sagge di noi (vedi Alessandra e Daniela) meno male che ci sono anche le donne nelle aziende di trasporto! (però non più di una se no litigano anche loro). Buona domenica a tutti.

  29. Buongiorno presidente Uggè, ma perché secondo la nuova normativa del Codice della strada un autista di Pullman, che ha la responsabilità della vita di 50 persone può guidare sino a 70 anni, mentre un autista del nostro settore può guidare bilici solo fino a 65 anni e dopo gli viene declassata? Dove sta la differenza? A chi giova ciò? Sarebbe opportuno e gentile a darmi una spiegazione, perché ho provato a capire quale motivazione potesse esserci per questa disparità di trattamento, ma purtroppo non riesco a darmi una risposta.

  30. Sig. Fraconti, buongiorno, ho letto che parlava di come è stata debellata la piaga del sovraccarico, ma le chiedo sinceramente se secondo lei è stata debellata o semplicemente è stato aggirata creando quei convogli eccezionali che nessuno controlla e che girano liberamente per le strade italiane con 700-1000 tons (provocando danni alle infrastrutture) e facendosi in barba dell’art. 10?

  31. Sig. presidente Paolo Uggè , perché dobbiamo continuare a trasportare pallet gratuitamente ed esserne responsabili anche dell’integrità e del rientro degli stessi al clienti?

  32. Caro Gerolamo, la cosa più assurda dell’emendamento introdotto da un senatore della Lega e che consente a chi guida un mezzo pesante adibito al trasporto persone è che attribuisce minor valore all’incolumità di 60 persone piuttosto che a un carico di ferro. Posso dirti che abbiamo preso posizione su questa modifica che credo passerà così, sia perché chi dovrebbe opporsi a una simile ingiustizia, sotto tutti i punti di vista, non è in grado di farlo ma soprattutto perché se, come credo, è frutto di un “baratto politico” non torneranno indietro. Al massimo per lavarsi la coscienza faranno unna riduzione sugli anni. Noi comunque stiamo seguendo la questione, anche se con poche speranze di successo.

  33. La questione dei pallets, posta da Cristian, è uno dei punti dell’intesa che dovrebbe essere confermata dal Sottosegretario in questa settimana. Un passo avanti è stato compiuto, anche se la soluzione vera sarebbe un atteggiamento uniforme da parte di tutti gli operatori. Aspettiamo a vedere il testo che verrà proposto in modo definitivo. Una cosa la soluzione trovata la determina ed è la possibilità per i vettori di far valere le proprie ragioni attraverso alcune tutele che sono state introdotte. Nessuno può però sostituirsi al volere libero di due parti. E questo purtroppo è il vero nocciolo del problema.

  34. Buongiorno colleghi, piano piano stanno uscendo notizie sul contenuto degli accordi. A quanto mi è parso di capire la questione delle tariffe di sicurezza è stata disinnescata, naturalmente a favore della committenza. Al posto della “tariffa di sicurezza” c’è un impegno a costruire entro un anno, insieme alla committenza, degli accordi di settore o di filiera nei quali si potrà parlare molto di regole condivise e poco di tariffe. Al termine dell’anno, se non saranno stipulati gli accordi, interverrà l’Osservatorio che sappiamo con quali tempi si muove. Credo che dovremmo avviare un’approfondita discussione! Saluti a tutti.

  35. Caro Presidente Uggè, riguardo alle norme sui tempi di attesa al carico e allo scarico di cui si sta discutendo vorrei sapere quali sono le indicazioni generali a riguardo. Cosa è stato delineato in generale negli incontri con il Governo. Concretamente in quale direzione si sta andando?
    Grazie e complimenti per il lavoro che sta portando avanti.

  36. In un regime di libero mercato le condizioni sono da definirsi nei rapporti tra le parti con dei contratti. Con le norme che si stanno definendo si cerca di reintrodurre un limite a quanto si sta verificando nel mercato e cioè che la committenza pretende di inserire nei corrispettivi dei servizi di trasporto anche il pagamento delle ore di attesa al carico e allo scarico e talvolta pretendono dei tempi fino a 12 e più ore. Quanto si sta convenendo, in sostanza, riprende i concetti già previsti nella legge 298/74.

  37. “Libero mercato” è una parola grossa. Di questi tempi poi, un simulacro ipocrita. E non mi riferisco solo al nostro settore.

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