Non “affittate” camionisti
da agenzie interinali straniere

A volte capita di scoprire disposizioni, come quella denunciata nei giorni scorsi in sede di discussione per il rinnovo del contratto di lavoro del trasporto merci, che si conoscono poco ma che finiscono per incidere pesantemente sulle attività economiche di un settore e che rischiano di ripercuotersi anche sull’intero sistema pensionistico.  La scoperta, per nulla gradevole e gradita, riguarda l’applicazione della direttiva 96/71 che consente il distacco dei lavoratori effettuato nel quadro di una prestazione di servizi, in Italia.Un fenomeno che per ora interessa prevalentemente il settore dell’autotrasporto, con aziende interinali estere che offrono alle imprese nazionali l’utilizzo di autisti a condizioni economiche estremamente vantaggiose, ma che potrebbe presto estendersi ad altre realtà. Per esempio un’azienda interinale romena mette a disposizione autisti che vengono remunerati attraverso l’agenzia che li ha assunti e sul compenso riconosciuto vengono applicati i versamenti contributivi previsti in Romania. Considerata  la differenza notevole dei contributi a carico delle imprese (che si ridurrebbero a poche centinaia di euro) le imprese che accettano tale offerta vedono ridursi il costo del lavoro di circa 15mila euro l’anno. E aver scoperto, sempre al tavolo delle trattative, per voce di esponenti del ministero del Lavoro che questa operazione rientrerebbe assolutamente nella liceità e che quindi non si può intervenire, pena procedure comunitarie, è stata una sorpresa ancora più sgradita, oltre che preoccupante, per tutti. È vero, esistono sempre i controlli. Ma come si possono compiere delle verifiche su imprese interinali e sui loro lavoratori che hanno sede in Romania o altri Paesi? Le conseguenze sono facilmente intuibili: le imprese di trasporto per poter essere competitive ricorreranno o al lavoro interinale, riducendo i livelli occupazionali in Italia, o sostituiranno i dipendenti con lavoratori autonomi. Decisamente preoccupante è il disinteresse dimostrato per le possibili conseguenze di una direttiva che l’apertura a nuovi Paesi sta determinando. Come mai il governo italiano dell’epoca non ha invocato la possibilità di deroghe come invece è stato  fatto (e ottenuto) da Germania e Austria? La norma, introdotta per eliminare incertezze e ostacoli alla libera circolazione della prestazione di servizi, sta diventando in realtà una misura distorsiva della concorrenza che non potrà che produrre un effetto devastante. E prima  o poi – il fenomeno è già in atto – tale operazione si estenderà anche ad altri comparti. Se i contributi saranno versati nei Paesi di origine dei lavoratori cosa si potrà determinare nei delicati equilibri del sistema sociale è facilmente intuibile. Anziché tutelare i lavoratori, una norma studiata dagli esperti comunitari finisce per danneggiarli in quanto non solo perderanno il lavoro ma anche il sistema pensionistico finirà con il risentirne. È urgente dunque che il Governo se ne occupi. Anche per queste ragioni le rappresentanze datoriali dell’autotrasporto hanno sospeso le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro degli autotrasportatori, spessissimo dipinti dai media come colpevoli quando invece, altrettanto spesso (e quanto sopra scritto lo dimostra) sono vittime del disinteresse del Governo e, addirittura, di nuove direttive. Post scriptum. A proposito di media e dell’immagine che danno degli autotrasportatori, vale la pena ricordare che spesso sono proprio camionisti  i primi che garantiscono i soccorsi in occasione di disastri o di guasti o incidenti. E a questo proposito vale la pena sottolineare  che quello che non possono fare è invece offrire passaggi a persone estranee alla attività, in quanto vietato dalle norme sulla circolazione. Una precisazione rivolta anche a Luca Doninelli  che, come ha riferito in un Suo articolo apparso sul Giornale martedì 20 aprile, ha ottenuto un passaggio a bordo di un tir che gli ha consentito di rientrare in Italia dalla Spagna per la chiusura degli spazi aerei. Se avessero fermato il mezzo il camionista sarebbe stato sanzionato e il passeggero forse costretto a trovare un altro mezzo di trasporto…

3 risposte a “Non “affittate” camionisti
da agenzie interinali straniere

  1. Ma il Governo esiste e capisce quanto può essere dirompente una simile possibilità se non viene controllata o dorme? Come mai i dirigenti del ministero dicono di essere impotenti a intervenire in quanto si è in presenza di una disposizione comunitaria e nessuno a livello politico se ne è interessato? La norma risale al 1997 e la circolare esplicativa all’anno duemila. Leggendo entrambe sembrerebbe che tale operazione sia vietata. Cosa è successo nel frattempo? Chi me lo sa spiegare?

  2. Non condivido il titolo di questa inserzione. Chi siano tutti da legare e’ da provare!!
    e fare di tutta l’erba un fascio non va’ bene….
    Ovviamente vi sono situazioni ove la questione contributiva appare facilmente eludibile, ma vi sono altre situazioni ove il corretto comportamento di agenzia interinale che assume e utilizza autisti romeni, residenti in Romania e privatamente in regola con le norme contributive non vedo cosa abbia a che fare col titolo della inserzione.

  3. “I ricercatori svedesi del progetto Cabotagestudien spiegano come gli autisti della Macedonia (che non appartiene all’Unione Europea) riescono guidare veicoli industriali sulle strade comunitarie senza essere arrestati per immigrazione clandestina. Avviene in Bulgaria. Il grande vantaggio di usare autisti macedoni è che vengono pagati sulla base dei chilometri percorsi, sistema vietato nella maggior parte dei Paesi europei. Questo sistema a cottimo consente uno sfruttamento degli autisti che, ovviamente, cercano di lavorare il più possibile per guadagnare di più”. C’è anche questo nella civilissima Europa!

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