La direttiva europea che minaccia il trasporto e la sicurezza stradale

Può una direttiva europea rappresentare una gravissima minaccia per un’attività che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone in Italia come quella dell’autotrasporto, rischiando allo stesso tempo  di avere pesanti ripercussioni  sull’intero sistema pensionistico e, come non bastasse, avere conseguenze negative anche sulla sicurezza stradale? Secondo Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto, la risposta è sì e la direttiva “incriminata” ha un nome ben preciso: la direttiva 96/71/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 1996 relativa al distacco dei lavoratori nell’ambito di una prestazione di servizi. “Una direttiva la cui applicazione”, denuncia Paolo Uggè, “costituisce una vera e propria bomba a orologeria. In grado di avere effetti devastanti sul mondo dell’autotrasporto, ma anche su atri settori, sul sistema pensionistico, sulla sicurezza. Di fatto, in applicazione di questa direttiva, aziende interinali estere offrono alle imprese  nazionali l’utilizzo di  lavoratori, in questo momento soprattutto autisti, a condizioni economiche estremamente vantaggiose” spiega Paolo Uggè. “Un’azienda interinale romena mette a disposizione autisti che vengono remunerati attraverso l’agenzia che li ha assunti e sul compenso riconosciuto vengono applicati i versamenti contributivi previsti in Romania. Considerata la differenza notevole dei contributi a carico dei datori di lavoro, le imprese che accettano tale offerta vedono ridursi il costo del lavoro di circa 15mila euro l’anno per ogni autista assunto. Tradotto significa centinaia o addirittura migliaia di camionisti italiani lasciati a piedi per sostituirli al volante con autisti romeni, e contributi versati non più all’Inps ma al sistema pensionistico romeno. Senza contare che sostituire professionisti della guida italiani con cittadini romeni che, a conti fatti, percepirebbero 500 o 600 euro al mese, non rappresenta certo sula carta una garanzia di sicurezza sulle strade, e che i controlli, già oggi insufficienti e inadeguati, verrebbero ulteriormente complicati dovendo compiere delle verifiche su imprese interinali e loro lavoratori che hanno sede in Romania o altri Paese”. E, a proposito di garanzie, Paolo Uggè sottolinea come ” il governo italiano in carica all’epoca non abbia saputo o voluto chiedere adeguate assicurazioni, manifestando un preoccupante disinteresse, mentre  la possibilità di deroghe è invece stata chiesta e, soprattutto, ottenuta da Germania ed Austria.  Il pericolo, realissimo e imminente”, conclude Paolo Uggè, “è che centinaia di lavoratori  non solo possano perdere il lavoro ma che anche il sistema pensionistico finisca col risentirne. E, prima  o poi, il fenomeno, “partito” dal mondo dell’autotrasporto, si estenderà anche ad altri comparti”. Per tutte queste ragioni le rappresentanze datoriali dell’autotrasporto hanno sospeso le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro del settore, in attesa che il Governo si occupi della questione con estrema urgenza.

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