Giachino: Un blocco dei Tir sarebbe solo un danno per il Paese

“Il Paese non ha bisogno di fermi dei Tir che aggraverebbero di molto la situazione economica”. Ad affermarlo è Bartolomeo Giachino, sottosegretario ai Trasporti con delega all’autotrasporto, commentando la decisione degli autotrasportatori di dare vita a un blocco dei trasporti se dal Governo dopo tante parole non arriveranno fatti concreti per aiutare la categoria. Bartolomeo Giachino ha sottolineato come il Governo abbia saputo promuovere un tavolo dell’autotrasporto “che ha messo di fronte dopo 20 anni le associazioni dell’autotrasporto con la committenza che ordina il trasporto (Confindustria e Confetra)” e ha aggiunto che “proprio per le prossime ore è prevista una riunione sui controlli ai cronotachigrafi, mentre il Governo riconvocherà il tavolo per la prossima settimana, con l’obiettivo, di arrivare a risultati concreti entro aprile”. Le dieci riunioni del tavolo hanno discusso finora i problemi più grossi del settore, dai tempi di pagamento, ai tempi di carico e scarico, alla gradualità delle sanzioni e alla regolarità contributiva. “Non era pensabile”, ha detto sempre Giachino, “che dopo tanti anni di incomunicabilità si arrivasse subito a soluzioni condivise”.

7 risposte a “Giachino: Un blocco dei Tir sarebbe solo un danno per il Paese

  1. Però, caro sottosegretario Giachino, in dieci riunioni i problemi veri che interessano le imprese credo siano stati messi sul tavolo. Altrimenti mi chiedo “chi” siede a quel tavolo. C’è sempre chi vuole tenersi le mani libere e chi vuole mantenersele “pulite” attraverso “ricatti regolamentari” e invece di ridurre il divario tra parte forte e parte debole nei contratti di trasporto, lo fa invece inesorabilmente aumentare. Nella elencazione dei problemi “più grossi” manca la questione della gestione dei pallets, usati da molti furbi per integrare i propri introiti (dagli artigiani agli autisti delle imprese più grandi), e che invece dovrebbero essere considerati parte del carico, togliendo di mezzo ogni libera interpretazione, contrattuale e non, di sorta. Mi chiedo perché, ogni qualvolta si vede un cartello “Pallets – Pallet” con un numero di cellulare fuori da una uscita autostradale, non intervenga la Finanza per controllare chi risponde. E intanto i pallest svaniscono. Non viene citata la questione della riduzione della filiera del trasporto che si riflette inesorabilmente sul valore del servizio, e sulla quale “qualcuno” di sua buona conoscenza vuole tenersi le mani libere. Non emerge il fatto che la famosa “scheda di trasporto” ha uno pseudo-valore solo per il viaggio relativo a quanto sopra indicato. Il giorno dopo può essere gettata nel cestino e invece i controlli sui tempi di guida e sulle velocità possono riguardare tempi più lunghi. Perché non si fa capire alla gente che i grandi committenti mettono all’asta i servizi di trasporto giocando al ribasso sui valori e che a meno di un certo valore i trasportatori o evadono contributi, o superano i tempi di guida, o superano i pesi limite, per “guadagnare” qualcosa. Altrimenti di spendere 100mila e più euro per un veicolo non vale più la pena. E’ un settore di “dipendenti a fattura” che corrono il rischio giornaliero di entrare nella statistica degli “incidenti stradali” (con tanto di insulti) e non delle morti sul lavoro. E allora, sottosegretario Giachino, se i trasportatori si mettono di traverso sulle strade è perchè ne hanno ancora una volta le tasche piene di parole, parole e parole, senza alcuna soluzione e senza alcun risultato concreto. È lei l’uomo del Governo ed è lei che deve trovare una soluzione, è lei che deve “scrivere”.
    Dice che un blocco dei Tir sarebbe un danno per il Paese ? Beh se è l’unico modo che ho per far capire che il mio committente mi paga dopo 180 giorni per un servizio di trasporto e magari mi chiede una riduzione del corrispettivo in fattura perchè è in difficoltà, chiamandolo “contributo di solidarietà” e la banca non mi agevola, mi sembra l’unica strada percorribile. Anche perchè a me la “solidarietà” nessuno me la mette nel portafogli. Se il pensiero di un blocco dei Tir non la fa dormire, per tante ragioni legate alla sua di immagine, beh mi creda è da qualche anno che io e tanti miei colleghi non dormiamo come dovremmo, e il perchè dovrebbe averlo capito… Perdoni lo sfogo.

  2. Caro Vitaliano, posso assicurarti che non è mia abitudine nascondermi dietro anonimi commenti. Quello che devo dire uso dirlo in faccia. Del resto sul sito si può leggere la mia chiara presa di posizione. Se poi chiedi a colleghi che mi stanno vicino durante le trattative o che leggono le mie comunicazioni potranno confermarti che ho più volte criticato aspramente il sottosegretario quando lo ritenevo necessario; così come ne ho riconosciuto anche i meriti.

  3. A me non interessano queste cose. Giachino ci sta portando per le lunghe; Matteoli se ne frega e Letta ci snobba. Facciamogli un fermo così si renderanno conto di come stanno le cose.

  4. Il signor Bartolomeo Giachino ha perso un’altra occasione per stare zitto. Da tempo non fa che ripetere le solite cose. O ci fa o ci è. Anche la risposta a Uggè dimostra che è un interlocutore poco affidabile.

  5. Oggi i giornali di Cesena annunciano l’arresto di alcuni titolari di imprese che costringevano gli autisti a non rispettare le ore di guida. Lo capisce Giachino perché siamo pronti al fermo se non interviene sulle regole e controlli utili a eliminare questi fenomeni vergognosi di sfruttamento?

  6. Leggo sui giornali dell’avvenuto arresto di alcuni titolari di imprese di autotrasporto, dopo che in un’altra parte del Paese, il Trentino Alto Adige, si è verificata nei mesi scorsi una simile situazione che ha visto i titolari di una famosa impresa indagati per eventi simili. Non si dà notizia di interventi sui committenti eppure la norma prevede il coinvolgimento nella responsabilità dei committenti. Perché le indagini si sono fermate alle imprese di autotrasporto? Quand’è che chi ci governa comincerà a comprendere qualcosa?

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