Uggé: “Valtellina e Valcamonica aspettano il traforo del Mortirolo”

Nei giorni scorsi le sue attenzioni erano tutte puntate sull’approvazione, da parte della Commissione Esteri della Camera, della Convenzione delle Alpi e, in particolare, sullo stralcio del protocollo trasporti, “primo passo fondamentale sul cammino dell’autonomia dello Stato italiano nel decidere gli interventi infrastrutturali all’interno del sistema alpino”. Ora l’attenzione di Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto, torna a concentrarsi sull’ostacolo naturale rappresentato dalle montagne che separano l’Italia dal resto d’Europa e sulle possibilità di superare questo ostacolo che, ha più volte sottolineato Paolo Uggè, “penalizza pesantemente l’autotrasporto del nostro Paese”. E l’attenzione, in questo caso, è puntata su una porzione di montagna ben precisa, il Mortirolo, e sulla possibilità di realizzare un nuovo collegamento Valtellina – Valcamonica attraverso un nuovo traforo. Una realtà che Paolo Uggè, residente a Sondrio, conosce perfettamente. “Premesso che  quanto avvenuto in Commissione Esteri rappresenta un primo successo importantissimo sulla strada dell’attraversamento del sistema alpino (perché consente al  Governo italiano di non dover sottostare al benestare preventivo di altri Paesi, collocati a nord delle Alpi e interessati a ridurre la competitività della nostra economia, prima di realizzare interventi infrastrutturali) e premesso che per questo primo  successo dobbiamo ringraziare in modo particolare il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Roberto Castelli (nella foto) ora dobbiamo guardare ai possibili interventi che, realisticamente, si possono progettare e realizzare”, sottolinea Paolo Uggè. E il traforo del Mortirolo è  sicuramente uno di questi perché andrebbe a  sanare i tanti mali di un sistema viario, quello da e per la Valtellina e la Valchiavenna, aggravati ed evidenziati dalla recente frana caduta lungo la strada statale 36.  So che gli amministratori provinciali di Sondrio stanno esaminando a fondo l’ipotesi di fattibilità del collegamento Valtellina – Valcamonica attraverso il traforo del Mortirolo, opera infrastrutturale che sicuramente ha un grande valore strategico. Venerdì 5 marzo, dopo l’incontro previsto nella Sala Consiliare del Comune di Tirano, al quale parteciperanno  i rappresentanti delle Comunità Montane di Tirano e di Bormio, dei Comuni dell’Alta Valtellina, della Camera di Commercio, oltre che della Regione Lombardia, ne sapremo qualcosa di più. Nel frattempo non possiamo che augurarci che il progetto possa proseguire. Perchè è solo creando nuove infrastrutture che consentano di superare l’ostacolo delle Alpi che l’Italia potrà colmare un gap pesantissimo, un gap che in passato ha condizionato in modo gravissimo le imprese di autotrasporto italiane e continua a penalizzarle”.

4 risposte a “Uggé: “Valtellina e Valcamonica aspettano il traforo del Mortirolo”

  1. Non sono leghista e, sinceramente non penso che voterò mai la Lega (difficilmente riuscirò a cancellare certe pagliacciate come la pulizia dei vagoni frequentati da extracomunitari da parte del signor Borghezio). Ma devo ammettere, mio malgrado, che gli esponenti della Lega sui problemi concreti sono più presenti, più pronti a capire i reali problemi della gente normale. In questo caso dei camionisti come me.

  2. Tutto bene, ma siamo ancora alla fase teorica in cui l’Italia è campione del mondo. Aspettiamo di vedere se alle parole seguiranno i fatti.

  3. Spero proprio che il Governo riesca a mantenersi il diritto di realizzare strade e opere infrastrutturali senza dover chiedere il permesso a nessuno. L’azione del ministro Castelli è positiva e va riconosciuto il merito a chi se lo merita. Certo che la Valtellina necessita di un collegamento a est attraverso il Mortirolo e uno a nord attraverso lo Stelvio per poter dare respiro alla propria economia. Forse sono sogni ma la strada è quella. Gli stati che competono con noi ne sono bene al corrente ed è per questo che si inventano tutte le strade per diminuire la nostra competitività.

  4. Ma oggi ha davvero senso scavare, con costi mostruosi? Non sarebbe più semplice far decollare una volta per tutte il trasporto combinato tir – aerei?

Rispondi a Fulvio Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *