Ponte sullo Stretto di Messina,
i dubbi della Corte dei Conti

Monitoraggio costante dei costi e della fattibilità. Ma anche un’attenta analisi sulle reali stime di traffico. È quanto chiede la Corte dei Conti per il Ponte sullo Stretto di Messina. Una decisione che viene letta in modo diametralmente opposto da Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina, e Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. “Abbiamo preso atto con soddisfazione della conclusione dell’indagine avviata dalla Corte dei Conti concernente gli ‘Esiti dei finanziamenti per il ponte  sullo Stretto di Messina’”, ha affermato Ciucci. “Inoltre desidero confermare alla Corte, così  come risulta dall’ulteriore documentazione trasmessa, il pieno impegno a effettuare una costante valutazione di tutti i principali aspetti  tecnico-operativi del progetto del ponte, con particolare riferimento alla  fattibilità tecnica, compatibilità ambientale nonché all’aggiornamento delle  stime di traffico”. Legambiente chiede invece che il progetto e i lavori vengano immediatamente fermati. “Il Governo”, ha detto Cogliati Dezza, “fermi il progetto e ascolti la Corte dei Conti, che ha convalidato tutte le preoccupazioni e le denunce di questi anni”. Con queste parole il presidente di Legambiente nazionale ha commentato la relazione con cui la magistratura contabile ha chiesto al governo di verificare le stime del traffico stimato per il Ponte sullo Stretto di Messina. “Le risorse pubbliche continuano a rimanere immobilizzate per un’opera di cui non si ha ancora il progetto definitivo e per la quale, come sottolinea la Corte dei Conti, i contorni di fattibilità economica e tecnica sono assai indefiniti”, ha aggiunto Cogliati Dezza. “Rimane un mistero, infatti, perché il Governo in un periodo di profonda crisi economica, scelga di stanziare oltre due miliardi per il Ponte sullo Stretto, mentre lascia irrisolte altre emergenze fondamentali come la mobilità nelle città italiane e le opere di messa in sicurezza del territorio. È bene, quindi, che il Governo prenda atto di quanto detto dalla Corte e rinunci a un progetto così assurdo”.
Ma cosa ha chiesto la Corte dei Conti? L’organo dello Stato invita il governo a monitorare costantemente la valutazione dei costi e della fattibilità del Ponte sullo Stretto di Messina. La Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della magistratura contabile ha approvato una relazione concernente gli “Esiti dei finanziamenti per il ponte sullo Stretto di Messina”. ”La legge 1158/1971, recante “Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente”, con le successive modifiche, affidava alla “Stretto di Messina s.p.a.” il compito di progettare e realizzare il ponte sullo Stretto – ricorda la Corte dei Conti- Gli azionisti della società, costituita nel 1981, sono attualmente Anas s.p.a. con l’81,48%, Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. con il 13%, la regione Calabria con il 2,57% e la regione siciliana con il 2,57%. La spesa per l’opera, risultante dall’importo previsto nel progetto preliminare approvato nel 2003, ammonterebbe a 4,68 miliardi di euro, ma nell’Allegato Infrastrutture al DPEF 2009/2013, l’importo per il ponte sullo Stretto di Messina, compreso tra gli interventi della Legge obiettivo da cantierare nel prossimo triennio, è indicato in 6,1 miliardi di euro. Lo stesso importo è indicato nell’Allegato Infrastrutture al DPEF 2010/2013”. La Corte dei Conti chiede una costante valutazione della fattibilità tecnica, analizzata nel 2000 e formalizzata nel progetto preliminare approvato nel 2003, delle stime di traffico, della   compatibilità ambientale e della   completezza delle modalità di imputazione nel bilancio dello Stato delle somme, già destinate all’intervento per il ponte sullo Stretto di Messina e successivamente oggetto di riutilizzazione.

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