Per gli autotrasportatori il denaro conta, ma la sicurezza molto di più

È stata una trattativa complessa quella portata avanti tra le associazioni dell’autotrasporto e il Governo, ma alla fine ha generato un’intesa positiva. Merito del ministro Altero Matteoli e del sottosegretario Bartolomeo Giachino se sono state superate le difficoltà e se le aspettative degli operatori del settore sono state soddisfatte. Evidentemente il risultato positivo raggiunto dal mondo del trasporto deve essere dispiaciuto a qualcuno visto che i risultati ottenuti sono stati oggetto di attenzione da parte di un autorevole settimanale e di un quotidiano tra i più letti. Non è difficile individuare gli scontenti in coloro che pensavano di poter sfruttare tutte le risorse che l’ottimo ministro Giulio Tremonti ha voluto destinare nella legge Finanziaria al nostro settore. Anche un bambino è in grado di capire che se a mangiare una torta per dieci persone si è in otto, le fette spettanti a ognuno sono evidentemente più grandi; viceversa, a ogni incremento dei commensali la quantità si riduce. Nel nostro Paese i “golosi” sono molti e per lo più sono coloro che delocalizzano le loro attività produttive per risparmiare sul costo del lavoro o che parlano di sicurezza e poi pretendono che possano essere lasciati circolare sulle strade automezzi carichi di 108 tonnellate. Il Governo ha invece compreso una verità che noi di Conftrasporto sosteniamo da tempo e non per il solo fine di tutelare al meglio la categoria, ma perchè tale concetto risulta in modo inequivocabile affermato nel Patto della logistica. La funzione logistica è l’elemento che consente di far giungere sul mercato, nel momento opportuno, nella quantità e qualità desiderata e soprattutto al minor prezzo, la merce prodotta. Da qui appare, in tutta la sua evidenza, come la logistica, che si misura in tempo, sia l’elemento che può far risultare più competitivo un sistema produttivo. Un tema che merita, da parte di tutti (di qualcuno in particolare),  una riflessione più profonda di quella fatta fino a ora. Così come devono far riflettere  le critiche, si noti bene anche di segno opposto, che taluni, non partecipanti alle trattative (in quanto dotati di scarsa rappresentatività) hanno riservato ai contenuti dell’intesa raggiunta con l’Esecutivo. Si passa dal sostenere che quanto ottenuto nella Finanziaria vale circa 200 euro (forse qualcuno avrebbe la necessità di un ripasso in aritmetica) all’affermare che le associazioni dell’Unatras abbiano solo mirato a ottenere risorse a pioggia dal Governo, agendo come vampiri e ricattatori.  Così non è naturalmente. Esistono articoli (e Libero ne è fedele custode); dichiarazioni in trasmissioni radiofoniche e televisive (altrettanto fedelmente custodite e facilmente rintracciabili) che evidenziano come l’Unatras fosse pronta a rinunciare agli interventi di natura economica pur di ottenere regole, maggiori controlli di qualità. L’ obbiettivo, da sempre, è quello di ottenere maggior sicurezza sulle strade. Nell’intesa, oltre agli interventi di natura economica, esiste infatti l’impegno, sul quale  a breve si misurerà il Governo, di portare a termine entro tre mesi il confronto con le parti economiche interessate, al fine di definire regole e soprattutto come si dovrà intervenire laddove quanto definito sulla sicurezza non venga rispettato. È una sfida impegnativa che Conftrasporto porterà avanti con determinazione perché di fatto riparte dalla riforma della liberalizzazione regolata approvata nel 2005 e non opportunamente coltivata da chi ha governato nella passata legislatura e da coloro che sono solo alla ricerca di visibilità e mirano a ottenere un posto nelle commissioni ministeriali.

* Paolo Uggè


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