Piemonte, l’autotrasporto chiede incentivi sul filtro antismog

Due regioni del Nord, le più ricche e industrializzate, il Piemonte e la Lombardia, sono protagoniste in questi giorni di una vicenda che riguarda i provvedimenti antismog. In entrambe le regioni sono infatti in vigore ordinanze che limitano la viabilità ai mezzi maggiormente inquinanti, ma soltanto in Lombardia sono previsti massicci incentivi per l’acquisto dei Fap, i filtri antiparticolato o filtri antismog. L’asse Milano-Torino si rompe sul fronte dell’autotrasporto, quindi. Se infatti i milanesi ricevono un contributo del 75 per cento per l’acquisto del filtro antiparticolato, quelli piemontesi – che hanno naturalmente chiesto gli stessi incentivi – devono pagarsi tutto di tasca propria.
Così, come spiega la Repubblica (torino.repubblica.it), a poche ore dall’annuncio della decisione di bloccare la circolazione degli Euro 2 diesel, la Cna del Piemonte denuncia la diversità di trattamento e chiede agli assessori regionali Paolo Peveraro e Andrea Bairati di tener conto delle difficoltà dei 50mila autotrasportatori con mezzo Euro 2 che dovranno installare il nuovo filtro, con una spesa che oscilla fra i 3mila e i 9mila euro. Il Piemonte dovrebbe fare la sua parte, dice il segretario regionale Michele Sabatino “per lenire gli effetti di un federalismo poco sensato che rischia di creare forti danni alle imprese discriminandole a seconda del territorio di provenienza”. Molto meglio sarebbe, è la tesi della Cna, che tutta la materia tornasse a essere di competenza dello Stato: “È assurdo che queste decisioni possano essere prese addirittura dalle singole province”.
In provincia di Torino il blocco coinvolge solo i mezzi inferiori ai 35 quintali, in Lombardia lo stesso provvedimento riguarda anche quelli di peso superiore. “Per questo abbiamo chiesto contributi per tutti i mezzi, anche per i più pesanti”, spiega Sabatino, “perché in caso contrario, appena passato il confine con la Lombardia, l’autotrasportatore sarebbe soggetto alla multa di 120 euro. La prova dell’assurdità di queste ordinanze che qui ci sono e poco più in là no”.
Con l’appello alla Regione, la Cna coglie l’occasione per attaccare il provvedimento del tavolo dei Comuni sostenendo che le conseguenze hanno prodotto effetti negativi anche sul mercato dell’autoriparazione: i meccanici sono diminuiti del 6,3 per cento, gli elettrauti del 12,5, i carrozzieri del 9,6 e i gommisti dell’8,7. Nel 1999 le imprese del settore erano 8009, a fine 2008 erano 6952 con una contrazione del 13,20 per cento e la tendenza non è cambiata per tutto il 2009. Il blocco del traffico è un tassello che si aggiunge alla pesante crisi. Secondo i dati della Cna, il 30 per cento del parco circolante è infatti tuttora fermo.

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