Sicurezza, le strisce pedonali
verso la svolta artistica e hi-tech

Il disco Abbey Road dei Beatles che ha compiuto i quarant’anni riporta in copertina quelle che sono diventate probabilmente le strisce pedonali – o meglio zebra crossing – più famose del mondo. Bianche e ben visibili, ben diverse da quelle che troviamo sulle nostre strade nella vita quotidiana, difficili da scorgere anche quando si è al volante di un’auto o di un mezzo pesante, con conseguenti gravissimi rischi per i pedoni. La tecnologia, l’arte e la pubblicità potrebbero però venire incontro anche in Italia alla piaga degli incidenti stradali causati dalla scarsa segnaletica orizzontale. Led luminos, messaggi di marketing non convenzionale e installazioni artistiche spopolano già nelle metropoli di mezzo mondo, dove la strada è diventata anche un mezzo di comunicazione e creatività.
È vero, la cronaca di tutti giorni ci dice che molte vittime della strada vengono travolte da conducenti spericolati, ubriachi e drogati, che non vedrebbero neppure delle strisce pedonali fosforescenti in verticale; la nuova segnaletica però potrebbe intervenire in tutti gli altri casi e scoraggiare anche i pedoni ad attraversare al di fuori dagli spazi sicuri stabiliti. Il Codice della strada alla norma 190, stabilisce che i «pedoni che si accingono ad attraversare la carreggiata in zona sprovvista di strisce pedonali devono dare la precedenza ai conducenti. Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma che va da 23 a 92 euro». E ancora… «i pedoni, per attraversare la carreggiata, devono servirsi degli attraversamenti pedonali, dei sottopassaggi e dei soprapassaggi. Quando questi non esistono, o distano più di cento metri dal punto di attraversamento, i pedoni possono attraversare la carreggiata solo in senso perpendicolare, con l’attenzione necessaria a evitare situazioni di pericolo per sé o per altri». Nel nuovo Codice è invece previsto un articolo che dia la precedenza anche ai pedoni che si accingono ad attraversare, ossia a quelli che sono sul marciapiede davanti le strisce pedonali. Sarebbe una svolta, che consentirebbe di risparmiare centinaia di vite umane visto che da noi vengono investiti 56 pedoni al giorno, e due di questi ci lasciano la pelle. Gli ultimi dati sugli incidenti stradali per i pedoni dimostrano che per chi va a piedi le nostre strade sono una specie di giungla che ha fatto 627 vittime nel 2007. Certo, c’è un calo di 131 morti rispetto al 2006 quando ci furono 758 vittime, ma va detto che negli ultimi 10 anni (oltre 8.000 morti e 180.000 feriti) il calo di vittime è stato di ben poco conto, visto che nel 2000 i pedoni erano il 12,7 per cento del totale delle vittime della strada e nel 2007 erano ancora il 12,2 per cento. La responsabilità degli incidenti stradali, insomma, dipende da entrambi: dagli automobilisti e dagli stessi pedoni. Ma dipende anche e soprattutto dalle infrastrutture e dalle amministrazioni comunali che hanno il dovere di rendere visibili le strisce bianche. In alcune città asiatiche e americane hanno anche la forma di un pettine, di un codice a barre e di un cuore. Certo, si dovrebbero liberalizzare le strisce, cosa che in Italia non è ancora avvenuta.
Intanto un’azienda italiana, la Grd Segnaletica di Villarbasse, vicino Torino, ha acquisito un brevetto per strisce pedonali realizzate con led ad alta emissione, autoalimentati da pannelli solari integrati. Si tratta insomma di illuminare gli attraversamenti pedonali da basso e non dall’alto. Previste pure nuove bande laterali luminose che avviseranno gli automobilisti (fino a 300 metri prima) dell’arrivo di un attraversamento pedonale e un dosso rallentatore anch’esso illuminato a led. “Alla GRD Segnaletica – scrivono su Repubblica – promettono a breve la realizzazione dei primi prototipi, ma tutto ovviamente è legato alla possibilità di modificare il Codice della strada per prevedere l’applicazione di questi nuovi attraversamenti pedonali. Un percorso legislativo non certo facile, ma va detto che è già allo studio una profonda rivisitazione del “sistema di attraversamento” visto che in Italia attualmente i pedoni hanno la precedenza solo se sono già sulle strisce, ma non se le stanno per impegnare (come avviene invece all’estero)”.

2 risposte a “Sicurezza, le strisce pedonali
verso la svolta artistica e hi-tech

  1. Io le strisce le renderei ben visibili sulle casacche da far indossare in galera (ricordate le vecchie divise dei detenuti?) a quei delinquenti che continuano a mettersi al volante ubriachi o drogati (o, spesso, entrambe le cose). Delinquenti ai quali la giustizia italiana non deve più concedere alcuno sconto, sempre che voglia cominciare a distinguere le persone oneste dai farabutti, imparando a trattarle da tali.

  2. Strisce strisce, qui da noi a Napoli mancano pure le strade e l’asfalto, magare avercele le strisce. Però sta idea della pubblicità mi pare molto interessante. Già ho visto che alcune aziende hanno rifatto le aiole in cambio di una targa che dice chi sono. Le strisce sono pure più visibili e evidenti. bravi

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