Porto di Bari, la polizia trova
69 clandestini stipati in un camion

È grazie a un progetto di cooperazione tra Italia e Grecia che la polizia ha scovato ben 69 clandestini nascosti in un camion con targa turca arrivato nel porto di Bari. Il controllo effettuato dalla polizia di Frontiera del capoluogo pugliese è scattato grazie ad alcune segnalazioni anonime ed è stato facilitato proprio dalla presenza di pattuglie miste italo-greche.
Come spiega la polizia di Stato attraverso il suo sito internet, il progetto di cooperazione internazionale per contrastare l’immigrazione clandestina si chiama “Alto impatto” e coinvolge Italia, Francia e Spagna. Nell’ambito di questa collaborazione – iniziata già nel 2005 – l’Italia ha esteso il progetto di cooperazione alla Grecia visto il grosso flusso di immigrati irregolari provenienti da quel territorio.
Per questo – proprio in questi giorni dal 22 ottobre fino al 5 novembre – pattuglie miste composte da personale della polizia italiana e greca operano insieme nei porti di Bari e Ancona, per l’Italia, e di Patrasso e Igoumenitsa, per la Grecia per contrastare il crimine e ridurre l’arrivo di clandestini. “Perché è soprattutto da questo Paese che arrivano da noi numerosi immigrati clandestini”, spiega il vice questore aggiunto Antonia Preziusi della polizia di Frontiera marittima di Bari. “Sono per lo più”, continua, “afgani, iracheni, somali e pakistani”. Due operatori della guardia costiera greca sono al lavoro al porto di Bari per controllare, insieme agli uomini della polizia di Frontiera della capoluogo pugliese, le motonavi in arrivo nel porto. Mentre in Grecia ci sono due poliziotti, per ciascun porto, della Frontiera di Bari che controllano le navi in partenza per i porti italiani e dove, in questi pochi giorni, sono già stati scoperti numerosi clandestini”.
Le navi al porto di Bari vengono ispezionate in lungo e in largo perché spesso tra le intercapedini e in vari anfratti si nascondono i clandestini. A volte si nascondono anche tra le gomme o sotto alcuni sottofondi ricavati appositamente dentro i Tir con la complicità dei conducenti. In questo caso scatta l’arresto del guidatore per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. “Per questo motivo i controlli riguardano anche i documenti”, dice ancora Preziusi, “che o non ci sono, oppure risultano falsi e i clandestini vengono denunciati e riammessi nello Stato di provenienza, ma solo dopo aver svolto le formalità di rito”.

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