Grido d’allarme dei vigili: vogliamo essere parificati ai poliziotti

Polizia locale con uguale dignità rispetto alla Polizia di Stato. La richiesta giunge dal convegno “La Polizia locale in evoluzione” organizzato a Villa Olmo di Como tra i comandanti dei vigili di dieci città italiane. Entro la fine dell’anno “dovrà essere approvata in parlamento”, ha spiegato Claudio Mascella, segretario nazionale del Sulpm (sindacato unitario lavoratori polizia municipale), “la nuova legge che regolamenta la Polizia locale. La prima, insopprimibile richiesta, peraltro accolta in fase di stesura del testo, è di avere la stessa dignità e gli stessi poteri, nel nostro ambito territoriale, di quelli in capo agli uomini della Polizia di Stato”.
“Vogliamo poter operare senza limitazioni di competenze”, continua Claudio Mascella. “Anche perché a noi spettano tutti i compiti di controllo del territorio, compresi quelli di polizia tributaria. Inoltre pretendiamo, essendo agenti di pubblica sicurezza, di poter portare sempre con noi, se lo vogliamo, le armi in dotazione”.
Dello stesso parere anche il comandante della Polizia locale di Trieste, Sergio Abate. “Lo scambio di informazioni con la Polizia di Stato deve essere reciproco. Così come la cooperazione. Pretendiamo di essere ufficiali di polizia giudiziaria come gli altri. E proprio per raggiungere questi obiettivi ci stiamo battendo, nelle apposite sedi, per redigere nel migliore dei modi il testo della nuova legge”. Queste le mosse e le rivendicazioni per il futuro. Ha suscitato invece ampie discussioni l’intervento del comandante della Polizia locale di Venezia, Marco Agostini, che ha affrontato anche il lato economico.
“Stiamo attenti a non tirarci la zappa sui piedi”, ha detto Agostini. “A quanti chiedono anche per la Polizia locale un contratto di diritto pubblico, ricordo che ora in molti casi noi guadagniamo più dei colleghi della Polizia di Stato. A Venezia un agente ha in busta paga circa 500 euro in più di un poliziotto”.
“Venezia come altre realtà simili avrà contratti particolari. Ma a Como e nelle altre città lombarde non esistono assolutamente simili differenze. Anzi in media prendiamo meno dei colleghi della polizia di Stato”, ha detto il comandante della locale di Como, Vincenzo Graziani. “La nuova legge ci dovrà dare pari rilevanza giuridica dei colleghi dello Stato”, ha aggiunto Graziani. “Ma ciò che bisogna sottolineare è innanzitutto l’attuale carenza di organico che ci affligge. Abbiamo 106 agenti, compresi gli amministrativi contro i 140 di cui avremmo bisogno. Sul nostro territorio il comportamento alla guida continua a essere incorreggibile. Sono tanti, troppi, gli automobilisti che utilizzano il cellulare mentre guidano. Debellata anni fa la pratica di non usare mai le cinture di sicurezza, oggi la lotta è contro il telefonino”.

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