Allo studio un sistema rapido per identificare i liquidi in aeroporto

Una nuova tecnologia, ancora in corso di perfezionamento, permetterà di effettuare, in modo rapido ed efficace, il controllo dei liquidi nei bagagli dei passeggeri all’imbarco su un aeromobile, verificando la natura chimica della sostanza liquida. Una notizia di sicuro interesse sia dal punto di vista della sicurezza aerea, sia dal punto di vista scientifico.
Qualche settimana fa, proprio su Stradafacendo avevamo dato la notizia della proroga al 2012, da parte della Commissione Europea, della norma anti-terrorismo che limita il trasporto dei liquidi sugli aeromobili. Un rinvio legato alla mancanza di un processo tecnologico in grado di identificare la natura dei liquidi con la precisione necessaria ad evitare episodi drammatici. È bene ricordare che l’adozione della regola restrittiva si era resa necessaria a seguito della scoperta di un possibile evento terroristico che prevedeva l’utilizzo di sostanze liquide a bordo di un velivolo impiegato sulla tratta che collega il Regno Unito agli Stati Uniti.
Ma ora le cose potrebbero cambiare, con l’introduzione di questo nuovo processo che permette di tracciare, con la rapidità richiesta in un controllo a un varco di sicurezza aeroportuale, una sorta di “carta di identità” dei liquidi, attraverso l’utilizzo di un dispositivo di generazione di radiofrequenze. Ciò che viene scientificamente identificato come “effetto Josephson”. La ripetitività delle rilevazioni permetterebbe, quindi, di realizzare una mappatura delle sostanze liquide, utile in casi specifici. I test sull’utilizzo del processo sono in corso in Germania. L’auspicio è che a questa tecnica di identificazione dei liquidi se ne aggiungano anche altre, sempre nella ricerca della maggiore sicurezza e rapidità.

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