Maxi Tir lunghi 18 metri: siete
d’accordo o contrari? E perchè?

Nel corso del salone del Transpotec che si è tenuto a Milano nei giorni scorsi è stato presentato il “progetto 18” che riguarda la possibilità di produrre, in futuro, autoarticolati lunghi appunto fino a 18 metri. Il progetto prevede la possibilità di aumentare la lunghezza dei semirimorchi, determinando così un incremento di competitività grazie alla possibilità di caricare più merce pallettizzata.

Una proposta che sta sollevando molte perplessità. Vediamone alcune. 1/ Sono le infrastrutture italiane in grado di sopportare la circolazione di mezzi più lunghi aventi un “pezzo” rigido più lungo? Ed è vero che gli autotreni già raggiungono i 18 metri come complesso ma rispetto all’autoarticolato hanno il timone? 2 / I nuovi giganti della strada come potranno affrontare le attuali, e sempre più numerose, rotonde che se da una parte producono dei benefici sul traffico leggero dall’altra provocano problemi significativi, soprattutto per il raggio ai conducenti dei mezzi pesanti? 3 / Che senso ha aumentare la competitività di questi mezzi, visto che l’Europa e i cittadini chiedono di contenere l’incremento del trasporto gommato (tanto che i governi, anche quello italiano, destinano risorse per incentivare lo spostamento delle merci dalla strada alla rotaia)? 4 / Tecnicamente, sostengono alcuni esperti contrari,  tra il perno di articolazione e il centro degli assi si determinerà una distanza massima di 8,1 metri e questo significa che lo sbalzo posteriore “sbandiererà” notevolmente.  Non ci saranno conseguenze negative per la sicurezza?  Queste domande  fanno parte di un minisondaggio organizzato da  Conftrasporto che ha già posto i quesiti ad alcuni operatori e ora, attraverso Stradafacendo, le sottopone all’attenzione di decine di migliaia di autotrasportatori e addetti ai lavori che potranno rispondere scrivendo le risposte  (non è necessario rispondere a tutte) nell’area commento, indicando il numero della domanda e scrivendo accanto la propria opinione. L’argomento è estremamente delicato in quanto tocca sia il comparto dei costruttori sia quello degli operatori, costretti alla sostituzione dei mezzi per non perdere in competitività.

39 risposte a “Maxi Tir lunghi 18 metri: siete
d’accordo o contrari? E perchè?

  1. Non sono d’accordo. Non si può modificare una capacità di carico dalla sera alla mattina. Dobbiamo stabilire a livello europeo delle regole precise, sia in termini di lunghezza dei mezzi sia di pesi a pieno carico (in Italia 44 tonnellate, negli altri Paesi della Cee 40 o 38, ma che baraonda è?) e stabilire dei tempi, minimo di 6 o 7 anni, per l’entrata in vigore da quando si stabilisce la modifica di lunghezze e portate dei mezzi. Il tutto a livello di Comunità europea. È improponibile che allungando di un metro o poco più una putrella di ferro di un semirimorchio si metta in ginocchio un sistema. A vantaggio di chi? Confrontiamoci tutti insieme (Stati membri con costruttori e autotrasportatori ) per stabilire le regole del gioco. Faccio un appello a tutti i colleghi e a tutte le associazioni perché si ribellino in maniera forte a questi sistemi. Sono per il progresso e per l’evoluzione dei sistemi, ma con metodi controllati.

  2. Penso che un altro problema che non avete toccato è la portata. Ovviamente il 18 peserà di più (e costerà anche di più) del normale 13,60 e quindi si avrà meno portata. Sarà quindi vantaggioso per i soli carichi “voluminosi” dove già abbiamo gli autotreni “gran volume” che però costano di più rispetto all’accoppiata trattore/semirimorchio. E’ più una questione di infrastrutture, in effetti. Se avessimo un territorio tutto pianeggiante e con strade all’altezza, non la vedrei per niente male.

  3. Tariffe, divieti eu 0, 1, 2, concorrenza sleale, sicurezza… Prima di introdurre nuovi temi (secondo me malsani) sarebbe meglio risolvere i grossi problemi già aperti. Una domanda su tutte: chi ce la dà la tariffa minima? Verificate sul campo e non stando comodamente seduti nelle varie, e per me quasi inutili, assemblee. Più coraggio, e il gregge vi seguirà. Distinti saluti a tutti.

  4. Circa l’argomento tecnico sono più favorevole alle combinazioni già presenti in nord Europa (motrice + semirimorchio) che danno la possibilità di aumentare di un terzo la capacità di carico (per esempio da 2 container da 20′ a 3). Vedo molto problematico aumentare la lunghezza anche a causa della costruzione indiscriminata delle famose rotonde all’italiana, con strutture esagerate e cordoli sporgenti e soprattutto taglienti (per gli pneumatici). Mi risulta che in Inghilterra le rotonde siano solo segnalate con la segnaletica orizzontale (strisce). È chiaro che con il livello di educazione civica che abbiamo in Italia questo è solo un’utopia, però ci vorrebbe una regolamentazione più uniforme nella costruzione di queste strutture. Senza dimenticare poi i famosi dossi dissuasori della velocità: alcuni sono rialzati per 5/6 metri e questo potrebbe interferire con la parte centrale del semirimorchio dove normalmente sono presenti dei cassettoni portapallet oppure le attrezzature dei frigoriferi, o ancora con i piedi di appoggio del semirimorchio, in quanto aumentando la distanza fra l’ultimo asse del trattore e il primo asse del semirimorchio il dosso stesso si troverebbe al centro con grave pericolo di interferenze. Concludendo, l’adozione di eventuali misure quali quelle prospettate deve essere accompagnata da una serie di verifiche sulla attuale situazione viaria.

  5. Sicuramente il progetto coglierà l’interesse di chi svolge trasporti di materiale leggero e voluminoso dove, per i carichi pagati a metro cubo trasportato, il trasportatore avrà un ritorno economico e sarà proiettato a investire in tale senso, mentre non è sicuramente interessante per chi, come noi, trasporta
    materiali con un peso specifico che non necessità volumi particolarmente elevati e, anzi, un veicolo più lungo rappresenterebbe solo un impedimento durante le fasi di manovra presso i nostri clienti, dove già con i veicoli in uso si fa fatica. Resto dell’idea che il progetto 18 sia utile economicamente solo alla nostra committenza che, per i trasporti di materiale leggero e voluminoso, andrà a risparmiare un viaggio ogni dieci rispetto a oggi. E questo grazie a chi sarà obbligato a investire per loro.

  6. A prescindere dai problemi tecnici quali spazi di manovra, ribalte eccetera, ci troviamo di fronte all’ennesima furbata di Anfia che tenta di introdurre novità per creare lavoro ai propri associati. Dopo la furbata ADR dei 15 anni e il recepimento direttiva, ecco un’altra “scoperta”. Per fortuna non dipende da Anfia ma dall’Europa una tale scelta. Per quel che ne so, nella malaugurata ipotesi di passare a questi maxitir, ci sarà l’ennesima fregatura per le aziende di trasporto, che si vedranno costrette dai propri clienti a sostituire i semirimorchi per aumentare la capacità di carico e il tutto ovviamente alle stesse tariffe di prima o magari, vista l’ara che tira, con uno sconto. Vi ricordo che questo film è già stato visto quando siamo passati dai semirimorchi di 12,50 metri a quelli attuali di 13,50.

  7. In merito al progetto 18 è possibile analizzate le due facce della medaglia, o se preferite, i pro e i contro. Fra gli aspetti positivi possiamo annotare: a) maggiore vano di carico = una migliore sistemazione del carico stesso; b) maggiore vano di carico = più merce caricata, di conseguenza da trasportare, ma solo per le merci voluminose. Alla voce contro invece troviamo: a) maggiori costi per aggiornamento parco veicolare (acquisto nuovi semirimorchi); b) difficoltà operative, quali accesso a taluni stabilimenti di carico/scarico, attualmente ancora situati in aree urbane; c) verifica corretto agganciamento tecnico con gli attuali trattori stradali, nel rispetto dell’ingombro – posizione della ralla – peso sull’asse posteriore trattore.

  8. Da un breve sondaggio svolto tra gli operatori del territorio di Varese emergono solamente critiche nei confronti del progetto, e questo principalmente per le problematiche legate alla viabilità e al rischio
    concreto di avere maggiori costi per l’acquisto, la gestione e la manutenzione dei mezzi, senza riuscire ad avere un incremento delle tariffe.

  9. La mia esperienza del settore e del mercato mi porta e ritenere positiva la proposta di aumentare la lunghezza degli autoarticolati dagli attuali 16,50 a 18 metri. Con onestà non intravedo particolari ostacoli alla circolazione mentre riscontro positivi vantaggi: primo, l’aumento della capacità di carico e, in proporzione, l’opportunità di un aumento delle tariffe; secondo, una maggiore concorrenzialità dei vettori italiani nei confronti dei vettori stranieri sul cabotaggio nazionale; terzo, una maggiore concorrenzialità del trasporto tutto strada nei confronti della ferrovia; quarto una diminuzione dei trasporti con riflessi positivi sia a livello ambientale sia sotto l’aspetto della sicurezza, grazie al decongestione delle strade. Piace sottolineare che tale approccio positivo è conseguenza di un progetto aziendale avente oggetto l’aumento della capacità di carico /portata con equipment specifici: non a caso la nostra azienda sta trattando con importanti aziende della grande distribuzione per offrire veicoli double deck (capacità di 54 epal).

  10. Sostanzialmente il parere è negativo. Oltre alle mie considerazioni personali ho potuto confrontarmi con altri autotrasportatori e ne esce il seguente condensato. Aspetti negativi: 1 / il previsto maggior costo di acquisto dei nuovi semirimorchi senza la garanzia di un corrispondente maggior introito. Quella che potrebbe essere una arma commerciale da usare nei confronti dei committenti potrebbe diventare un’arma letale conoscendo la scarsa riconoscenza di alcuni clienti; 2 / tante aziende medio-piccole (il vero tessuto del nostro settore) si trovano in difficoltà a fare investimenti nei nuovi mezzi e quindi rischiano di uscire dal mercato non potendo garantire ai committenti una maggiore portata; 3 / la lunghezza dei semirimorchi complica non poco la conduzione degli autoarticolati e sappiamo che diversi autisti, spesso extracomunitari, in forza alle nostre aziende sono sempre meno professionali e capaci rispetto a qualche anno fa (meno diligenza e cura dei mezzi,…); 4 / le infrastrutture delle nostre numerosissime cittadine e paesi sono critiche già per le attuali dimensioni (vedi in particolare rotonde, svincoli, strade e stradine); 5 / i luoghi di carico/scarico non sono sempre ipermercati o centri industriali, ma spesso anche laboratori artigianali o locali di piccoli commercianti con stabilimenti e officine adeguate alle loro piccole dimensioni con limiti nell’accesso e probabili danneggiamenti; 6 /la maggior lunghezza comporta una maggior tara del mezzo e quindi una diminuzione della massa di portata (probabilmente di piccola entità, però tutto fa, al giorno d’oggi). Aspetti positivi: 1 / possibilità di incassare di più sui viaggi in seguito al maggior volume trasportato a fronte di un limitato maggior costo (autista, trattore, autostrada, gasolio restano identici), ma non in tutti i settori (nelle merci pesanti il volume non è importante, anzi comporta più tara e meno portata oltre a un indebolimento della struttura nei carichi concentrati).

  11. Pur non conoscendo nel dettaglio le linee guida del progetto 18, ci sentiamo di presentare comunque alcuni spunti di riflessione. La lunghezza a 18 metri diventerebbe norma europea? Perché se fosse solo italiana, per chi effettua trasporto internazionale non avrebbe alcun senso dotarsi di un parco veicolare che poi non potesse essere impiegato su scala europea o extraeuropea. Oltre a un aumento di lunghezza è previsto (ancora una volta a livello europeo) anche un aumento della massa massima ammessa? Allo stato delle cose in Comunità ci si deve scontrare con limiti a 40 tonnellate e addirittura a 38 tonnellate per Russia e Paesi dell’ex area sovietica: per chi come noi impiega mezzi frigoriferi c’è già ora il problema di rientrare in questi limiti di peso e quindi non avrebbe alcun senso aumentare le lunghezze e quindi la capacità di carico in volume senza un adeguamento dal punto di vista dei pesi (può essere che per i veicoli centinati il problema sia sentito in modo diverso).
    Ammesso che per i punti sopra si trovi adeguata soluzione, si pone poi a nostro avviso anche un problema economico-commerciale: nel momento in cui qualche azienda dovesse dotarsi di questi veicoli, i clienti faranno a gara per richiedere anche agli altri trasportatori servizi con quei veicoli o ulteriori ribassi sui prezzi in quanto il prezzo del trasporto riferito all’unità trasportata (bancali, colli, ecc) sicuramente si abbasserà. Riteniamo che il cambio del parco veicolare sia troppo oneroso senza vantaggi tangibili a breve per il trasportatore. Crediamo che i pochi aspetti positivi conseguenti a questa scelta, per il momento possano attendere e sia più proficuo concentrare sforzi e interventi in direzioni già tracciate e nella soluzione di annose questioni, dalle quali purtroppo non si riesce ad uscire. In estrema sintesi il nostro parere è negativo..

  12. A giudicare da un primo sondaggio svolto fra gli operatori della provincia di Bergamo relativamente ai veicoli di 18 metri di lunghezza, l’opinione è negativa. E questo per una ragione principale: l’infrastruttura viaria e nello specifico le rotonde che, per le dimensioni attuali, non consentirebbero una circolazione di veicoli così lunghi (diverso è per motrici e rimorchi che hanno diversa capacità di curva). Ma c’è anche un’altra questione, certo non secondaria, ed è quella economica, visto che le imprese di autotrasporto di troverebbero costrette a cambiare il parco veicolare perché la committenza pretenderebbe l’utilizzo dei veicoli più lunghi (come successe anni fa).

  13. In merito al cosiddetto “Progetto diciotto” il parere fornitomi dalle Aziende associate è contrastante (50% favorevoli e 50% contrari circa).

    Forse perchè il progetto stesso non è ben conosciuto (a me compreso).

    L’impressione che ne ho tratto comunque è che qualsiasi decisione venga presa (o sia già stata presa) i nostri imprenditori sono convinti che poco determinerà sugli attuali equilibri del mercato.

    Giorgio Guaraglia

  14. Succederà come è successo quando si è passati dagli SR 12,5 ai 13,60. Le tariffe sono state riparametrate sui 13,60, ossia non c’è stato nessun vantaggio per i trasportatori, anzi le aziende hanno dovuto sostituire il parco semirimorchi, o meglio hanno dovuto rottamare i vecchi 12,50 perché i prezzi sono crollati con un danno patrimoniale notevole. Chi si è adeguato per primo ha goduto di vantaggi, ma una crisi così come quella di oggi non c’è mai stata. Per fare un esempio, per Fiat dovremmo cambiare tutti i semirimorchi. L’unica speranza è che il progetto 18 non passi mai.

  15. Sulla proposta di avere gli autoarticolati di 18 metri non sono assolutamente d’accordo per diversi motivi: primo, siamo tutti impreparati, in speciale modo le aziende strutturate; secondo, non abbiamo le infrastrutture che ci permettano tali misure, gia’ oggi con un Tir di 16,50 metri facciamo assai fatica a superare le rotonde, specialmente quando i nostri veicoli non sono forniti di assi sterzanti e i semirimorchi normali, per la maggiore parte, non ne sono forniti; terzo, ci pagherebbero meno di quanto non facciano gia’ oggi; quarto, noi siamo per il progresso tecnologico in termini di sicurezza e tale misura a oggi va nella direzione contraria.

  16. A prima vista sembrerebbe una proposta accettabile, ma se poi si riflette viene da domandarsi: chi ci guadagnerà? Di certo non i trasportatori, perchè correranno tutti a trasportare più merce allo stesso prezzo. Questo purtroppo avverrà: la storia degli ultimi 30 anni insegna. E poi le nostre strade piene zeppe di rotatorie reggeranno i mega tir? Ho i miei dubbi. Se si vuole legittimamente trovare un modo per rilanciare la produzione e la vendita di nuovi mezzi, si trovino incentivi immediati e sostenibili sia per le case costruttrici sia per i bistrattati autotrasportatori e non inventiamo furbate con l’alibi che gli altri Paesi d’Europa lo stanno facendo.

  17. Da una parte di costruiscono migliaia di rotatorie che impediranno a mezzi particolarmente grandi di transitare: dall’altra si propone di costruire mezzi sempre più giganteschi. Ma in Italia la mano destra sa cosa fa la sinistra?

    • E’ verissimo con il 13,89 si gira appena e certe rotonde si sale sopra. Col 18 a voi le belle cose fate cambiare ingegniere !

  18. E la tanto importante, preziosa, sbandierata sicurezza cosa ci guadagnerà dall’avere in strada bestioni di dimensioni sempre più grandi (e dunque pesanti e, suppongo, più difficili da fermare o anche solo rallentare, magari lungo discese in autostrada come quelle della Serravalle Scrivia)?

  19. È la solita grande manovra delle grosse lobbies di gigantesche e incontrollate ditte di trasporti che hanno nelle loro mani le grosse catene di distribuzione, con l’obiettivo di mettere le piccole ditte di trasporto alla gogna. Loro giocano non per migliorare il sistema di trasporto ma speculando sui tempi di sosta. Dieci autocarri che sostano su un piazzale con 36 pallet hanno tolto il lavoro a un’altro autocarro e, visti i tempi, non penso sia proprio il caso. Con tutti gli adeguamenti e i balzelli a cui stiamo andando incontro ogni giorno era davvero il caso di pensare ad allungare i camion? Siamo proprio alla frutta. E non ditemi che gli altri già lo fanno: gli altri sono avanti anni luce rispetto a noi, sia nelle strade sia nelle leggi.

  20. contrario – perché è solo un regalo in più ai committenti. Il risultato sarà solo la pratica di uno sconto sulle tariffe dei servizi.
    Tuttavia proprio per i motivo sopracitati sono certo che passerà.

  21. A parte le osservazioni del tutto condivisibili già espresse da altri vorrei fare due considerazioni: qualcuno vuole farsi bello con la farsa del rispetto dell’ambiente quando sappiamo tutti benissimo che i benefici in tal senso saranno minimi; inoltre i cari vecchi autisti di una volta stanno scomparendo a favore di altri sempre meno qualificati, per cui si parla tanto di sicurezza stradale e dovremmo dare in mano questi “treni stradali” a della gente che ha imparato a guidare nel deserto??? Mi sembra una follia…

  22. La sensazione è che alla fine con i maxi tir da 18 metri a guadagnarci sia solo la committenza che approfitterà della situazione per avere un costo del trasporto ancora più basso, obbligando gli operatori del settore a cambiare il loro parco veicolare e scaricando una volta di più dei costi impropri sulle imprese di autotrasporto. Non secondaria la questione delle infrastrutture del nostro Paese, in moltissimi casi non adatte alla circolazione di veicoli di tale dimensione.

  23. Come ogni innovazione, comporterà dei vantaggi e nello specifico soprattutto per particolari trasporti. Ma in un mercato nel quale non si riesce a fare emergere il valore aggiunto dei servizi prestati, l’aumento della lunghezza e della conseguente portata avrà un al ribasso sui prezzi.
    Cari amici mi viene in mente la storia della marina veneziana specializzata nella costruzioni delle “galere”. Imbarcazioni leggere, veloci e manovrabili ma poco avvezze alle rotte transoceaniche e al carico di cannoni di grosso calibro. La marina inglese e spagnola nel frattempo si è specializzata in altre tipologie di navi: “galeoni” e “vascelli” più adatte alle esigenze che cambiavano. Dopo la battaglia di Lepanto con il declino della Serenissima anche i veneziani cominciarono a cambiare la forma delle proprie imbarcazioni, ma con ritardo rispetto alle altre forze militari.
    Buona giornata

  24. Non sono d’accordo. In Sicilia già ci sono abbastanza problemi con i 13,60 per le infrastrutture stradali. Ma il problema non è solo questo, oggi facciamo fatica a riempire i semirimorchi che abbiamo a causa della carenza di commesse e prodotti da trasportare e molte delle volte viaggiamo con i nostri camion semivuoti, quindi almeno per noi siciliani che senso ha farli più lunghi, anzi io proporrei di farli più corti.

  25. Molto positiva questa eventuale innovazione, in quanto permetterebbe di abbassare notevolmente le spese di trazione delle merci (20/30%), si trasporta il quantitativo di 4 bilici con 3. Inoltre meno camion in giro, meno inquinamento, meno traffico. Ovviamente non potranno accedere ovunque, viste le dimensioni, ma per quello che riguarda lo spostamento di merci fra interporti e zone industriali/artigianali non vedo grossi problemi. Saluti

  26. Il signor Fabio Bennato forse ha dei parametri sbagliati di riferimento. innanzitutto la norma pone delle questioni di sicurezza che mi pare sia stato posto da diversi intervenuti nel dibattito. In secondo luogo è la dimostrazione di una schizofrenia decisionale nella politica dei trasporti in quanto si finanziano gli incentivi al trasporto combinato e poi si aumenta la competitività del trasporto gommato, il che produrrà un incremento del trasporto su strada a danno del treno e si saranno buttati via fior di risorse. Bisogna anche evidenziare che gli operatori saranno costretti ad investire per non essere messi fuori mercato da chi acquisterà i nuovi semirimorchi e non avranno neppure il ritorno dell’aumento del corrispettivo dei trasporti effettuati. Infine, la maggior competitività non porterà alla diminuzione dei mezzi bensì all’incremento. Essendo più concorrenziali aumenterà la domanda e pertanto si incrementeranno i mezzi sulle strade che, grazie alle rotonde saranno sempre più congestionate. Vi saranno realtà che avranno ritorni positivi ma non sono né gli imprenditori del settore, né l’ambiente, la circolazione o la sicurezza; bensì i costruttori di semirimorchi e la committenza che male che vada manterrà i prezzi al livello di oggi ma sono quasi certo che riuscirà, grazie alla concorrenza ad ottenere anche qualche riduzione. Corri bisonte corri…. diceva una trasmissione di Santoro. Ecco quello che produrrà questa nuova invenzione alla faccia delle denunce e dei cittadini.
    Sandokan

  27. Se vogliamo passare del tempo mi sta bene, ma se questo è un questionario serio, non mi sembra di andare oltre. Non abbiamo strade, aree di parcheggio, zone industriali organizzate, dobbiamo scaricare in mezzo alle case, abbiamo la portata più alta d’ Europa e stiamo qui a fare queste domande. Domandiamoci invece dove sta andando il trasporto nazionale visto che l’internazionale l’abbiamo perso. Grazie Giancarlo

  28. Riguardo al “Progetto 18” sono certamente favorevole alla fase di sperimentazione in modo da poter cogliere in maniera pratica vantaggi e svantaggi del progetto; ci sono tuttavia problematiche tangibili a prescindere dalla fase pratica.
    Personalmente penso sia improponibile da parte di aziende che operano in mercati regionali, e quindi piccole-medie distanze (es. magazzini, cantieri edili, officine), adottare questo tipo di semirimorchio. Si pensi alle caratteristiche della nostra viabilità: elevata presenza di rotatorie, incroci e svolte strette, auto parcheggiate in maniera “selvaggia”, restringimenti di carreggiata a causa di lavori in corso, tutti elementi che sono all’ordine del giorno sulle nostre strade e nelle grandi metropoli; in tali condizioni un veicolo del genere avrebbe ben poche possibilità di manovra.
    Credo, inoltre, che allo sviluppo di questo progetto debba seguire in maniera parallela un adattamento delle attuali infrastrutture per poter accogliere questo tipo di veicoli.
    A mio avviso solamente le aziende di autotrasporto che operano sulle lunghe distanze e con carichi voluminosi potrebbero volgere il loro interesse al progetto: lunghi tratti autostradali con percorsi standard e poli logistici situati adiacenti ad essi possono rappresentare un incentivo per poter affrontare questo tipo di discorso, tuttavia le aziende dovrebbero pianificare i propri itinerari per limitare gli ostacoli che una tale combinazione potrebbe incontrare durante il viaggio.

  29. In riferimento al progetto 18 riferito alla messa in circolazione di veicoli autoarticolati da 18 mt desidero esprimere un’opinione certamente negativa in ragione delle seguenti considerazioni:
    1. la circolazione di un veicolo più lungo di mt. 1,50 rispetto all’attuale peserà sicuramente sulla viabilità ordinaria, già consapevolmente congestionata; inevitabile aumento della sinistrosità recherà ingenti danni infrastrutturali, con conseguenti costi e ricaduta sulla collettività;
    2. le imprese di trasporto subiranno un effetto economico negativo rilevante, in quanto saranno costrette per non andare “fuori mercato” a sobbarcarsi l’onere, in questo momento difficilmente sostenibile, di adeguare il parco veicolare. Mai la committenza accetterà di “partecipare” all’aggravio dei costi cosicché i trasportatori si troveranno una volta di più costretti a trasportare di più e prendere meno. Si tratterebbe di un film quotidianamente in programmazione; basti pensare a quei mezzi da 108 tonnellate di massa che trasportano coils viaggiando con 85/90 tonn. di merce e costretti alla committenza ad applicare tariffe €/tonnellata inferiori a quelli con massa legale, questo causa danni enormi, basti vedere lo stato delle nostre strade, bensì dalla collettività. Succederebbe lo stesso statene certi, con l’introduzione obbligata di veicoli di capacità maggiore all’attuale.
    Guglielmo Tell

  30. In linea di principio assolutamente d’accordo.
    1) L’adeguatezza delle infrastrutture sarà stabilita dal trasportatore che professionalmente opererà dei sopralluoghi preventivi ove ritenesse opportuno dotarsi dei nuovi ipotetici mezzi per lo sviluppo di servizi di trasporto dedicati!
    2) Le rotonde se costruite a norma (molte sono incroci travestiti da rotonde) non dovrebbero essere un problema, poi è chiaro che già ora un autista dotato di buon senso evita di andare ad incastrarsi con un articolato in assi viari di periferia, tutto torna alla gestione del trasporto dove è necessario che i trasportatori selezionino i mezzi adatti alla tipologia di trasporto e alla logistica dei luoghi.
    3) Proprio per ridurre il traffico su gomma sarebbe interessante aumentare la capacità di trasporto, molto sinteticamente ogni 12 camion ne girerebbe uno in meno… Fate voi i conti! E poi se pensiamo alle Autostrade del mare… Imbarcare un semirimorchio allungato… Non incide sul trasporto via strada (per la tratta in mare) ma cambia notevolmente lo sviluppo dei trasporti.
    4) Tecnicamente è necessario vedere e valutare i progetti di questi ipotetici super-semirimorchi ma con i materiali giusti e gli idonei accorgimenti tecnici non credo sia impossibile adeguare il progetto agli standard di sicurezza richiesti.

    A mio avviso la strada da percorrere è un’altra:
    incrementare la portata dei mezzi e non tanto il volume! Chiaramente aumentando gli standard di sicurezza come la capacità frenante e la stabilità, ma il vero risparmio ecologico ed economico lo si otterrà aumentando la capacità di carico sotto il profilo della portata e non del volume!
    Non ci sarebbero neanche i problemi legati agli ingombri, ma semplicemente portando da 38000 kg a 40000kg la portata massima si otterrebbe una capacità di trasporto maggiorata di oltre il 5%.

  31. Contrario: non è di nessuna utilità in quanto per le merci voluminose già si usa l’autotreno con rimorchi a biga e agganciamenti speciali; allungare i semirimorchi oltre che non avere nessuna remunerazione da parte della committenza si complica la circolazione, abbiamo strade con incroci e rotatorie da ciclisti, già è complicato con un 16,50. Forse i signori costruttori non si rendono conto dove viaggiano i mezzi che loro stessi costruiscono.

  32. Ritengo che l’argomento debba essere trattato a livello europeo e non solo italiano.
    Le portate nei vari Paesi sono differenti e l’incremento della tara comporta una diminuzione della portata netta anche a fronte della possibilità di caricare un volume maggiore (per questo esistono dei mezzi particolari), con tutto quello che ne consegue.
    I costi per adeguare il parco circolante, necessario per non trovarsi fuori mercato, sono importanti e non tutte le aziende li possono sostenere; inoltre dubito fortemente che si possa ottenere un tornaconto in termini tariffari, conoscendo come ci si comporta con i clienti.
    Non bisogna inoltre sottovalutare i problemi legati alla viabilità (rotonde, svincoli, dossi, parcheggi, luoghi di carico e scarico ecc.).
    Sicuramente si avrà una riduzione del numero dei trasporti su strada con riduzione più o meno significativa dell’inquinamento ambientale.
    In sintesi credo che un provvedimento come questo debba essere analizzato a fondo onde evitare che si ritorca contro l’autotrasporto e la sicurezza a favore della committenza e dei costruttori, come avvenuto in passato, anche in occasione del passaggio da 12,50 a 13,60 dove a fronte di costi certi non si è sempre verificato un beneficio economico proporzionale.

  33. A mio modesto parere sono contrario a tale aumento di lunghezza poichè se si vuole cercare di decongestionare le arterie aumentare di mt.1,5 i semirimorchi serve a ben poca cosa, inoltre tali mezzi, avendo un passo ulteriormente allungato avrebbero non pochi problemi a manovrare nella ben nota viabilità italiana, sia pubblica che privata.

    Una direzione, invece che vedrei di buon occhio sarebbe quella di un aumento di P.T.T. con l’utilizzo delle combinazioni “trattore e due semirimorchi” o “motrice e due rimorchi” (come nei paesi scandinavi), solo così potrebbero diminuire i mezzi con i problemi a loro legati (inquinamento ecc.), per di più tali mezzi non hanno problemi di manovrabilità poichè i passi si accorciano e, in ultima analisi, sarebbero più versatili avendo la possibilità di agganciare un’appendice o due a seconda delle necessità.

  34. Leggo il commento n° 32 del Sig. Francesco Lombardo che restituisce una ampia testimonianza di una approfondita conoscenza del settore e della situazione delle infrastrutture italiane.

  35. Sono d”accordo con il commento n.35 del signor Giordano: avendo viaggiato nei Paesi scandinavi mi sono reso conto che le loro combinazioni di motrice più rimorchio per un totale di 25 metri di lunghezza sono più manovrabili di quanto si creda anche per affrontare rotonde e incroci. In più le motrici possono aggangiare rimorchi normali in caso il mezzo debba fare un servizio che non necessita lunghezze di 25 metri. Naturalmente bisogna rivedere i pesi. Però una domanda me la pongo e la giro ha chi legge il mio commento: ma noi autotrasportatori che tornaconto abbiamo dopo che abbiamo investito soldi per aquistare questi 18 metri o quant’altro? E naturalmente serve la specializzazione dei nostri dipendenti, quindi altri investimenti sotto forma di soldi. Siamo sicuri che la commitenza ci riconosca questo metro e mezzo in più di carico o ci sentiremo dire che c’è chi carica il 18 metri ma si fa pagare come un 16,50? Tanto per cambiare!

  36. I semirimorchi 18 fanno paura quando vanno in autostrada da dietro si vede che’ serpeggia. Quando l’ho visto caricare roba leggera il semirimorchio piega in modo spaventoso. Credo sia altamente pericoloso specie con i quintali di portata.

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