Il “padre del patto della logistica” non è Giachino ma Palenzona

Il patto della logistica rappresenta uno dei rari momenti storici in cui la politica, le confederazioni di impresa e le associazioni dell’autotrasporto, tutte nessuna esclusa, hanno lavorato insieme e prodotto una strategia, che si è tradotta poi nel piano della logistica, per sviluppare il sistema del trasporto e delle merci del nostro Paese. Per amore di verità, e non certo per  fare una sterile polemica con chi avrà certamente tanti altri meriti, va però precisato che il titolo di “padre del patto della logistica” non può essere attribuito al sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino, come invece affermato nei giorni scorsi da un quotidiano nazionale.  Probabilmente il redattore è stato  tratto in errore da alcune inesattezze pubblicate su alcuni siti o riviste specializzate. Personalmente ho partecipato a molti  incontri che hanno portato alla redazione del “patto della logistica”, ma non ho mai incontrato il dottor Giachino. Rammento invece molto bene quando e chi lanciò l’idea del “patto della logistica”. Fu nel corso di una trattativa a palazzo Chigi nel 2002. Nell’occasione, con Bartolomeo Giachino presente in veste di consulente del dottor Smeriglio, presidente di una associazione di categoria, fu l’allora presidente di Fai Conftrasporto Fabrizio Palenzona a lanciare l’idea di lavorare tutti insieme per la redazione del “patto” . Non trattandosi di un’ammucchiata ma di una trattativa, ne consegue che il padre non può essere l’attuale sottosegretario. Il patto della logistica fu predisposto dalla Consulta grazie al lavoro del professor Rocco Giordano e del presidente della Consulta di allora, il sottosegretario Paolo Uggè, con le rappresentanze delle realtà economiche che poi sottoscrissero quel documento.Faccio notare inoltre che tra  i firmatari del “patto” sono ben leggibili le firme dei rappresentanti delle associazioni  e tra queste non  compare l’ associazione  denominata “Trasporto amico”, creata in verità per iniziativa dell’attuale sottosegretario Giachino, durante la passata legislatura. Il patto e il successivo piano della logistica sono documenti importanti perché hanno segnato un modo diverso di affrontare le questioni del mondo del trasporto e della logistica.  Diamo dunque a Cesare quel che è di Cesare e, dunque,  a Fabrizio Palenzona  quel che è di Fabrizio Palenzona. Come possono del resto testimoniare coloro che, come me, sono stati i firmatari di quel patto.

Pasquale Russo

4 risposte a “Il “padre del patto della logistica” non è Giachino ma Palenzona

  1. È possibile sapere su quale giornale è apparsa la notizia che attribuiva al sottosegretario Giachino la “paternità” del patto della logistica?

  2. Ho consultato, giusto per soddisfare la mia curiosità, il sito contenente le biografie dei componenti il Governo Italiano, compresi i Sottosegretari. Nella scheda relativa al Sottosegretario Giachino, questi viene indicato tra “ideatori” del patto per la logistica. Probabilmente la testata giornalistica ha utilizzato questa notazione.

  3. in risposta al signor Sartori comunico che la notizia relativa alla “balla” di Giachino è apparsa sul il Giornale di Feltri sabato 17 ottobre.

  4. Sono un giovane molto attento agli sviluppi del settore, che quotidianamente sfama la mia famiglia e la mia voglia di conoscere.
    Ed essendo giovane sono dotato di una buona memoria e ricordo perfettamente che il patto della logistica entra nei meriti del dott. Paolo Uggè che in qualità di sottosegretario riuscì a conciliare le esigenze del mondo della mobilità.
    Tale condivisione nacque sicuramente dall’ottima fibra politica del ex sottosegretario, ma anche da una conoscenza tecnica dei temi trattati da “fuori classe”.
    L’attuale sottosegretario sarà sicuramente preparatissimo, un ottimo politico ma nutro forti perplessità sulle conoscenze tecniche non credo che sappi nemmeno quante sono le ruote di un Tir.
    Quello che noto oggi è che tutti i politici si riempiono la bocca con le parole: logistica, intermodalità, piattaforma logistica del mediterraneo, ma sono veramente pochi quelli che conoscono il reale significato di integrazione della “catena del valore”.

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