Protocollo delle Alpi, meglio tardi che mai

Le dichiarazioni dei sottosegretari Castelli e Giachino di questi giorni in merito all’intenzione di intervenire nel merito del Protocollo delle Alpi, per garantire che l’Italia non venga definitivamente emarginata dal contesto europeo dei trasporti, non possono che farci esclamare il famoso detto richiamato nel titolo.
Sono almeno quindici anni che la Fai e poi la Conftrasporto tutta, per bocca dei suoi presidenti e segretari, richiama l’attenzione dei vari governi circa il ruolo centrale della logistica delle merci per lo sviluppo del Paese.
Ci voleva forse l’annuncio che i loro colleghi francesi e spagnoli hanno stanziato recentemente miliardi di euro per infrastrutture ferroviarie, stradali e portuali in vista dello spostamento dei mercati invece che da Est a Ovest, da Nord Europa a Sud (Africa) per capire che bisognava svegliarsi e intervenire dove ormai si decidono gli scenari economici compresi quelli italiani (nostro malgrado). Forse che qualche sindacalista illuminato si è accorto che in Italia solo gli autisti sono 500mila? Non mi risulta; mi risulta invece che le nostre imprese sono sempre più in difficoltà e le targhe straniere in Italia continuano ad aumentare senza controlli. Ma non possiamo certamente criticare ora quello che abbiamo invocato per anni; ora abbiamo un compito più arduo, vigilare che si passi dalle parole ai fatti.

Claudio Fraconti
vicepresidente
Fai e Asstri

Una risposta a “Protocollo delle Alpi, meglio tardi che mai

  1. È possibile conoscere le dichiarazioni del ministro Castelli? Sarebbe importante che gli italiani venissero portati a conoscenza della presa di posizione che mira a difendere non certo la sola categoria degli autotrasportatori ma in modo deciso la competitività del nostro sistema produttivo. Fino a oggi abbiamo assistito a poche prese di posizione su questo aspetto. Ecco perchè conoscere le dichiarazioni effettuate è una cosa di grande importanza che va portata a conoscenza dei più.

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