Milano, che fine hanno fatto
i centri urbani di distribuzione?

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La politica del Comune di Milano che tende a ridurre continuamente gli accessi di mezzi al centro storico e ai navigli crea non pochi problemi a chi deve consegnare le merci nei negozi. Angelo Sirtori, presidente della Fai Conftrasporto del capoluogo lombardo si chiede (e chiede soprattutto ai responsabili di Palazzo Marino, a cominciare dal sindaco Letizia Moratti) che fine abbia fatto il progetto per i centri urbani di distribuzione di cui si parla ormai da cinque anni e per i quali sarebbero già pronti i finanziamenti.

Una risposta a “Milano, che fine hanno fatto
i centri urbani di distribuzione?

  1. Il signor Sirtori ha ragione. Solo un ambientalista come Croci può realizzare i disastri che nella circolazione di una città come Milano si sono registrati. Il traffico nei centri urbani non si affronta con i divieti e con i balzelli che servono solo a far cassa. Occorre una politica della mobilità che riesca a far convivere le esigenze ambientali con quelle dei cittadini e con quelle di una diversa distribuzione delle merci. L’assessore, invece di decidere in splendida solitudine, coinvolga i rappresentanti delle categorie interessate, presenti un piano di interventi e faccia tesoro delle esperienze di coloro che operano nel concreto e non siano esperti di mobilità e di distribuzione solo perché hanno studiato sui libri.
    Perchè non razionalizzare la distribuzione? Come mai non si pensa a destinare le ore notturne per la raccolta dei rifiuti? Perchè non pensare di realizzare dei punti comuni di consegna nel centro cittadino? Perchè non penalizzare coloro che pretendono di rifornire i propri negozi con i propri automezzi? Perchè, infine, non realzzare una distribuzione dell’ultimo miglio con mezzi più idonei e meno inquinanti? Il nostro assessore invece continua a mettere in croce – mai termine fu più adatto – i cittadini milanesi.

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