L’Anas studia i guardrail
per “salvare” i motociclisti

Lo abbiamo già scritto più volte su Stradafacendo: i guardrail sulle strade italiane non sono dei veri mezzi di sicurezza stradale passiva. Alcuni non sono in grado di trattenere i mezzi pesanti lanciati anche a velocità moderata, altri si trasformano in pericolosissime lame in incidenti con coinvolti i motociclisti. La storia della casistica dei decessi per incidenti stradali dice che anche molti automobilisti sono finiti orribilmente mutilati perché le proprie auto si sono incastrate sotto le barriere di protezione.
Ora l’Anas nel suo centro sperimentale di Cesano sta studiando delle barriere in grado di migliorare la sicurezza attiva e passiva delle strade. Si tratta di alta tecnologia stradale a livello mondiale, che al momento ha partorito dei guardrail denominati con la sigla “H2 BL-SM”. Attraverso questo link del sito dell’Anas http://www.stradeanas.it/index.php?/news/dettaglio/id/559 si può scaricare la relazione del direttore del Centro sperimentale di Cesano, l’ingegnere Eleonora Cesolini pubblicato sulla rivista “Le Strade”. Buona lettura.

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