Schumacher insegna: guidare può far male alla colonna vertebrale

La rinuncia di Michael Schumacher al grande ritorno in F1 a causa dei dolori al collo ci permette di toccare un argomento troppo spesso dimenticato. Quanto viene sollecitata la colonna vertebrale durante la guida? Il caso di Schumi è abbastanza eclatante. Il pilota tedesco ha riportato delle fratture durante un incidente in moto nel febbraio scorso. Velocità, continui cambi di direzione, sobbalzi quando le ruote salgono sui cordoli, durante le corse provocano torsioni della colonna proprio nella zona del collo.Il 40enne che ha fatto sognare il popolo ferrarista ha così dovuto rinunciare al sogno suo e di Montezemolo. Simili sollecitazioni al collo e alla colonna, fatte le debite proporzioni, giungono però ogni volta che ci mettiamo al volante. La colonna vertebrale risulta infatti  particolarmente sollecitata anche in zone diverse da quella cervicale durante la guida. È l’area lombo-sacrale a soffrire maggiormente quando si è seduti. I problemi possono aumentare se sedili e sospensioni non sono adeguati. Ne sanno qualcosa gli autotrasportatori che durante la settimana lavorativa di cinque-sei giorni, oltre la guida del veicolo, sono impegnati in servizi di routine al mezzo, riparazioni di emergenza per guasti improvvisi che si verifichino durante il viaggio, supervisione del carico e dello scarico dei beni da consegnare. Molti camionisti soffrono anche di disturbi reumatici, come le lombalgie recidivanti con artrosi precosi della colonna lombosacrale. La patologia trova la sua causa nelle vibrazioni trasmesse alla colonna vertebrale da un sedile inadeguato, sedile che insieme con le sospensioni del veicolo dovrebbero ammortizzare i sobbalzi dovuti alle asperità della strada. Illuminante in tal senso è lo studio dell’Ispel, Istituto superiore per la prevenzione riguardo la sicurezza del lavoro intitolato “La colonna vertebrale in pericolo” (e  scaricabile navigando in  http://www.ispesl.it/linee_guida/fattore_di_rischio/Colonna.pdf) nel quale i parla delle vibrazioni meccaniche. “Studi epidemiologici dimostrano che i conducenti e gli operatori che lavorano in posizione assisa in un macchinario mobile (veicoli e macchinari edili e per la movimentazione merci, trattori agricoli e forestali, autocarri, gru a ponte…) sono più soggetti a sviluppare mal di schiena (localizzato nella parte bassa della colonna vertebrale) e sciatica prima di altre categorie di lavoratori”, si legge nella guida.
Per sopperire ad alcuni problemi sono sufficienti dei piccoli accorgimenti. Fondamentale, per  esempio, è assumere una corretta posizione di guida, regolare il sedile e il volante. Un po’ di attività fisica inoltre è fondamentale: mantenere allenati i muscoli del collo con dei semplici esercizi e in generale tutto il corpo allontana il mal di schiena. Le case automobilistiche e produttrici di camion puntano molto nei loro modelli di ultima generazione sul fattore confort. Optional che non fanno correre di più le merci, ma che migliorano notevolmente la vita di chi è al volante.

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