Senza scheda di trasporto
non ci sarà sicurezza sulle strade

Giovanni Montali, segretario di Cna-Fita, esprime i propri timori e quelli degli autotrasportatori che l’organizzazione rappresenta (30mila a livello nazionale) in relazione alla “scheda di trasporto”, lo strumento principe per garantire la corresponsabilità della committenza nell’autotrasporto merci. La scheda è il documento che deve contenere i dati di tutti i soggetti (a partire dal proprietario della merce trasportata, del committente, del caricatore e del vettore), dati che consentono, in ogni momento, alle autorità preposte, di effettuare i necessari controlli. Da cosa derivano i timori di Cna-Fita per questo strumento, essenziale per la sicurezza e la piena correttezza e legalità del trasporto? “La sensazione che stiamo vivendo in queste ore”, spiega Montali è che, con la scusa di ulteriori chiarimenti in merito, in nome di un presunto appesantimento burocratico, si voglia, da più parti, rendere nulla l’efficacia della scheda,  abolendola nei fatti”. La disponibilità a valutare eventuali correttivi che non snaturino lo spirito della norma è già stata confermata da Cna-Fita e da Unatras (l’Unione che raccoglie organizzazioni che rappresentano l’80 per cento delle imprese di autotrasporto), ma non va scambiata  per una rinuncia. “Se si dovesse assistere a interventi destinati a snaturare o a svuotare di significato la scheda di trasporto”,  afferma il segretario di Cna-Fita , “ci troveremmo di fronte a un tentativo inaccettabile. La scheda di trasporto serve a evitare comportamenti non rispettosi delle regole: se qualcuno non vuole perseguire il massimo della sicurezza deve sostenerlo apertamente e assumersi le responsabilità conseguenti. Cna-Fita non consentirà che su questo versante ci siano deroghe o  inversioni di marcia”.

4 risposte a “Senza scheda di trasporto
non ci sarà sicurezza sulle strade

  1. Gent.mi di Stradafacendo,
    credo che i timori del presidente della CNA siano più che giustificati.
    Per molti settori produttivi e dei servizi abbiamo assistito, e in alcuni casi da anni, alla entrata in funzione di sistemi che permettono la tracciabilità degli elementi della catena della produzione e del servizio, a garanzia della sicurezza e della qualità dei prodotti. Mi riferisco in particolare al settore alimentare e dell’agricoltura. Il Ministro Zaia è un vero paladino di queste iniziative, assolutamente necessarie per la tutela della gente, e lo ringrazio. E poi, con l’incidente ferroviario di Viareggio, queste necessità di sono rese ancora più stringenti, proprio per il trasporto, certamente quello ferroviario, ma ancora di più quello stradale, da sempre oggetto di critiche, molte volte anche pesanti.
    Mi chiedo se la questione della scheda di trasporto non abbia la stessa valenza: la tracciabilità degli elementi di una catena del servizio che, nel bene e nel male, sono connessi alla sicurezza nella circolazione stradale.
    Come è possibile che temi riconducibili al medesimo concetto, la sicurezza in senso generale, possano essere trattati in modo differente.
    Voglio sperare che non vi siano da parte del Governo, passi indietro sulla questione.

  2. Sono un operatore nel settore trasporti di merci pericolose, tutti i nostri mezzi e autisti sono in ADR e ritengo che la scheda di trasporto possa essere modificata, alleggerita, ma certamente non deve essere snaturata della sua funzione.
    La scheda di trasporto deve essere un modo di verificare il percorso e la tracciabilità di tutte le merci , soprattutto se pericolose, perché non dimentichiamo che è sulla strada che si consumano le evasioni e le irregolarità che nascono in azienda.
    Le merci rubate sono più facilmente riscontrabili con una documentazione “attenta”, i “rifiuti” non sono facilmente trasformati, durante il percorso in materie prime, sui traghetti non autorizzati è facile sostituire le bolle con altre di merci autorizzate.
    Certamente il vettore sarà soggetto a una maggior attenzione con tempo dedicato e relativi costi, dobbiamo solo valutare se è meglio avere “qualche” morto in più e permettere a qualcuno di speculare sulla vita di altri, o sostenere qualche costo per avere una maggior sicurezza.
    Merci e rifiuti pericolosi dovrebbero avere la tracciabilità costante, forse, noi trasportatori dovremo investire in risorse umane e formazione continua, e a parte che creare lavoro è sempre positivo, si riuscirebbe a mettere all’indice tutte quelle aziende che fanno del SOLO PROFITTO, il fine aziendale.

  3. Buongiorno a tutti i lettori. Devo dire che è stato, e sarà, molto faticoso far rispettare, ai nostri clienti, la nuova introduzione della scheda di trasporto, perchè, o non sono stati bene informati, o si rifiutano di compilarla. La nostra azienda li ha informati con le circolari ricevute dalla Conftrasporto e ha inviato anche il prestampato della scheda. Niente, loro non sanno mai niente. In questi giorni, per i nostri autisti, è stata una vera lotta per farle compilare. Personalmente non condivido la parte che riguarda la sanzione a carico di noi trasportatori e soprattutto il fermo amministrativo del veicolo, visto che è un obbligo che riguarda il committente. E’ sufficiente che insieme al ddt ci allegano la scheda e finisce tutto qui. Mi domando perché dobbiamo essere sempre responsabili e sopratutto perché dobbiamo rischiare di più del committente?

  4. Salve. Sono socio di una azienda di trasporto, specializzata nella distribuzione merci ai supermercati. Devo dire che, per noi, la scheda di trasporto non apporta alcun beneficio, nè alla sicurezza stradale e nè alla questione della tracciabilità. Le merci da noi trasportate sono accompagnate infatti da regolare fattura dove ci sono già tutti (o quasi) i dati necessari all’identificazione del committente, del produttore, del vettore e del destinatario. Trovo poi estremamente irritante il fatto che la scheda sia obbigatoria per il committente, ma che a pagare le sanzioni siano i trasportatori! In questi giorni si verificano in strada controlli che hanno del ridicolo, in quanto molto spesso neanche chi deve controllare la regolarità della documentazione sa che pesci pigliare. Assistiamo così a scene che hanno dell’assurdo, a minacce di fermo del camion perchè alla voce “caricatore” ognuno dà la propria interpretazione. Insomma ritengo che si poteva fare meglio e che si poteva evitare che questo ulteriore aggravio burocratico ricadesse ancora una volta sull’anello debole della catena, cioè sugli autotrasportatori!

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