L’autista di Tir o pullman si droga?
L’azienda deve poterlo licenziare

Il pericolo corre sulle strade. E corre a tutta velocità, soprattutto quando al volante c’è una persona la cui capacità di guida, i cui tempi di reazione in frenata o in sterzata, sono stati irrimediabilmente compromessi dall’uso di alcol o di droga. Un pericolo da arginare con nuove e più severe misure, soprattutto se chi ha fatto uso di alcol o droga è un autista al volante di un mezzo pesante, di un Tir carico di merci, oppure di un pullman magari carico di bambini che genitori ignari del pericolo hanno affidato al conducente. Ne è assolutamente convinto Paolo Ugge, presidente nazionale di Fai Conftrasporto e già sottosegretario ai Trasporti, secondo il quale è auspicabile che il Governo, dopo il “giro di vite” recentemente dato per fronteggiare una situazione allarmante, “voglia proseguire su questa strada, tutelando sempre più il diritto alla sicurezza di chi, sulle strade, ci va completamente capace di intendere e volere, non annebbiato da alcolici e superalcolici, da uno spinello o da un tiro di cocaina”. Un Governo che  per tutelare la sicurezza  “consenta ai titolari di imprese di autotrasporto di licenziare autisti sorpresi al volante ubriachi o drogati. Con l’approvazione, alla Camera, degli emendamenti sulla responsabilita’ condivisa e sull’obbligo, da parte del lavoratore, di dare prova di non essere drogato prima di essere assunto, il Governo ha sicuramente dimostrato di aver l’intenzione di dare un segnale forte”, spiega Paolo Ugge, “ma ancora più forza avrebbe la decisione di emanare un decreto legge che renda immediatamente operativa la decisione, visto che è estremamente difficile, se non addirittura impossibile, che gli emendamenti, con l’estate di mezzo, possano essere approvati anche dal Senato in tempi rapidi. E la sicurezza, invece, esige la massima rapidità. Lo stesso discorso vale, ovviamente, per quanto riguarda  la responsabilità condivisa che  preveda,  in presenza di incidenti con feriti o morti, controlli sull’intera filiera dell’autotrasporto. Una richiesta che Fai Conftrasporto aveva ripetutamente avanzato in passato, evidenziando come limitare i controlli  alle sole imprese di trasporto significasse  escludere  i committenti, quelli che sono talvolta i veri e propri “mandanti” degli incidenti”. Ma se la strada intrapresa dal Governo sembra essere, finalmente, quella giusta, c’è una nuova, fondamentale questione da affrontare, secondo Paolo Ugge, e va affrontata con assoluta decisione. “E’  quella relativa alla possibilità, per le aziende di autotrasporto, di poter licenziare autisti sorpresi al volante ubriachi o drogati, richiesta che Fai Conftrasporto ha già rivolto al Governo.  Consentirne il licenziamento, per giusta causa, nel caso il riscontro dell’uso di droghe o alcolici avvenisse nel  corso del rapporto di lavoro, è assolutamente indispensabile per dare un altro segnale forte ai cittadini italiani. Soprattutto a  coloro che sono stati colpiti negli affetti più cari, che hanno vissuto tragedie causate da comportamenti determinati da normative poco idonee a evitarli, e che si  attendono dal Governo maggior determinazione nell’affrontare temi così delicati. In gioco c’è il diritto alla vita e lo Stato ha il dovere di tutelarla”.

Pietro Barachetti

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