Incidenti stradali, le vittime
sono sempre donne

Sono le donne le principali vittime degli incidenti stradali. Non solo per i sinistri che le vedono coinvolte, ma anche per il loro ruolo di sostegno all’interno della famiglia quando il ferito è un uomo. Proprio l’impatto dell’incidentalità stradale sulle donne è stato al centro di una ricerca, presentata a Palazzo Marino il 7 luglio, condotta dall’Università Bocconi di Milano, promossa dalla Fondazione Ania per la sicurezza stradale e da O.n.da (Osservatorio nazionale sulla salute della donna), con il patrocinio del Comune di Milano. Ogni giorno, secondo i dati Istat, sulle strade del nostro Paese si verificano in media 633 incidenti stradali, che provocano 893 feriti e 14 morti. Nel 2007 in Italia ci sono stati circa 1 milione di feriti (fonte Ania) e più di 5.100 morti: 500 vittime della strada più della Francia, 1.300 più della Spagna, 2000 più del Regno Unito e 180 più della Germania (fonte Istat).
Dati impressionanti, che fanno riflettere. Ma dati conosciuti. Ben pochi, prima d’ora, avevano posto l’accento sull’impatto dell’incidentalità stradale sulle donne. La ricerca “Quando la strada ferma la corsa: il ruolo della donna” vuole proprio fare luce su questa realtà. Lo studio dimostra che la donna è “vittima” degli incidenti stradali non solo quando subisce un’invalidità permanente ma anche quando diventa il principale sostegno di un familiare rimasto disabile per un sinistro.
La ricerca stima che ben 150.676 vittime della strada nel 2007 hanno riportato un’invalidità superiore a nove punti percentuali e non possono più condurre la vita di prima. Inoltre, le donne con invalidità oltre i 9 punti sono 55.336, il 37 per cento del totale, e nella maggior parte dei casi sono soggetti “passivi”: passeggeri o pedoni investiti.
Ma le donne sono vittime anche quando sono i loro familiari a rimanere invalidi, poiché spesso riorganizzano le attività domestiche e lavorative in base alle esigenze di assistenza richieste da chi è rimasto colpito da un incidente invalidante.
«La ricerca», spiega Francesca Merzagora, presidente di O.n.da, «non si limita ad analizzare il fenomeno generico delle invalidità permanenti causate da incidenti stradali e a stimarne il costo socio-economico, ma punta a mettere in luce un dato rimasto sempre nascosto: il coinvolgimento a 360 gradi delle donne. Direttamente, quando a subire l’incidente sono loro. Indirettamente quando riguarda un familiare».
«Ancora oggi», ha detto Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania, «oltre 1.000 donne perdono la vita sulle strade italiane. Anche se non sono immuni da alcuni comportamenti scorretti al volante, peculiari del mondo maschile, va sottolineato che le guidatrici, spesso, sono le vittime assolute della strada. O perché subiscono l’incidente oppure perché la loro vita viene rivoluzionata dall’incidente di un loro familiare. La Fondazione Ania si batte ogni giorno per contrastare il fenomeno dell’incidentalità stradale; crediamo che sensibilizzare il mondo femminile, attraverso iniziative di questa portata, possa essere utile affinché venga finalmente sollevato un velo su quello che complessivamente noi riteniamo la più grave emergenza che affligge il nostro Paese».
Milano non è affatto estranea a questa realtà. «A Milano, nei primi quattro mesi del 2009, gli incidenti stradali e le vittime sono diminuiti, passando da 4.458 a 3.749», ha affermato l’assessore comunale alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna. «Tuttavia il 93 per cento degli incidenti è causato da comportamenti scorretti del guidatore, che oggi è sempre più donna: nel 2008, su 249 pirati della strada identificati e denunciati, il nove per cento erano donne. Ma le donne spesso sono anche vittime degli incidenti: nel 2008 in Italia ne sono rimaste ferite oltre 119mila e decedute 1.277».
«Questo studio», ha commentato l’assessore comunale alle Attività produttive Giovanni Terzi, «dimostra come il ruolo della donna all’interno del nucleo familiare e di un contesto lavorativo debba essere garantito e tutelato in tutte le sue forme. Un percorso in cui l’Amministrazione intende impegnarsi sempre di più e che, inevitabilmente, passa anche attraverso un tema come quello della sicurezza stradale, troppo spesso causa di infermità permanenti che minano equilibri indispensabili sia nell’ambito domestico che in quello lavorativo». «Le conseguenze degli incidenti stradali che colpiscono le donne si ripercuotono negativamente oltre che sulla vittima anche sul nucleo familiare di cui è parte», ha aggiunto Edoardo Croci, assessore comunale a Mobilità, Trasporti e Ambiente. «È quindi importante prevenire l’incidentalità attraverso misure strutturali e adottando comportamenti responsabili alla guida».

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