Italia e Ue contro il divieto
di transito di merci nel Tirolo

Il Governo del Tirolo inasprisce i divieti di transito “selettivi” per merce, in vigore per i veicoli industriali. A partire da questo mese di luglio, non possono più transitare nel sistema viario veicoli industriali che trasportano ceramica e acciaio, eccezion fatta per i veicoli diretti in cantieri. Per comprendere al meglio la situazione, è bene precisare che tra le tipologie di merce inserite nell’elenco dei divieti “selettivi” figurano anche i cereali, il legno tondo, il sughero e i rifiuti. L’Unione Europea già nel 2007 aveva assunto una posizione ufficiale contraria sul provvedimento, ritenuto non compatibile con le norme comunitarie.
L’Italia e la Germania avevano affiancato l’Unione Europea nella vertenza ma, inaspettatamente, la Germania, poco tempo dopo, ha fatto dietro front.
Il Governo tirolese giustifica la decisione con tesi ambientaliste, nella ricerca della migliore qualità dell’aria, e di tutela del territorio.
Peccato che gli effetti della decisione si ripercuotono pesantemente sulla già colpita economia delle imprese italiane che operano nei settori produttivi delle merci interessate, e che avevano nel commercio con l’estero un vantaggio competitivo legato alla qualità del prodotto e delle produzioni. Ora, il quadro che si prospetta è quello di un aumento dei costi per il trasferimento a destinazione estera delle commesse, in relazione al maggior chilometraggio necessario per l’aggiramento del territorio sottoposto a divieto, se non la loro disdetta a seguito di ritardi nella consegna. Una situazione che si aggraverà sempre di più, considerando anche l’insufficiente  disponibilità di trasporti combinati, derivante dal calo complessivo della domanda di tali servizi, che ne ha determinato la cancellazione.
E la situazione tenderà a peggiorare: infatti, è già stato annunciato un ampliamento delle tipologie di merce sottoposte a divieto che dal giugno 2010 ricomprenderà anche marmo, travertino e minerali.
La domanda, direbbe qualcuno, sorge spontanea: ma si tratta veramente di tutela dell’ambiente oppure è “interesse commerciale”? Sono vigenti fior di direttive comunitarie sul contenimento delle emissioni in atmosfera dei veicoli industriali e sull’abbattimento della soglia dei rumori emessi dai loro motori. I veicolo Euro 0 ed Euro 1 sono già fuori legge da tempo. Il dubbio è quindi giustificato.
Il Governo italiano si è nuovamente appellato a Bruxelles, che ha appoggiato la contestazione, in riferimento al concetto della libertà nella circolazione delle merci. Attendiamo fiduciosi l’esito della vertenza ma, purtroppo, nel frattempo, le imprese continuano a subire.

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