Aci: ora è necessario
un Codice europeo della strada

Paese che vai, Codice della strada che trovi. Certo, passare con il rosso non è mai consentito, così come non dare la precedenza ai pedoni che attraversano sulle strisce. Ma le sanzioni cambiano, eccome. Per esempio, se in Italia chi non dà la precedenza ai pedoni incorre solamente in una multa con decurtazione dei punti sulla patente, in Finlandia e in Danimarca si arriva all’arresto, al ritiro della patente, a una sanzione economica calcolata  sul reddito e allo svolgimento di lavori socialmente utili.
Proprio per queste notevoli differenze, il presidente dell’Aci chiede una modifica a livello europeo: «Serve un Codice europeo della strada», afferma Enrico Gelpi, «che armonizzi le regole di circolazione creando un riferimento univoco dei comportamenti per tutti i conducenti. Molte infrazioni commesse da turisti stranieri sono infatti imputabili alla diversità delle normative. Ci adopereremo a ogni livello istituzionale affinché le nostre proposte siano discusse nella prima Conferenza interministeriale mondiale sulla sicurezza stradale che si terrà a novembre a Mosca, i cui risultati saranno presentati all’Assemblea generale delle Nazioni Unite».
Intanto, nel corso della seconda edizione del Forum internazionale delle Polizie locali, la Fondazione Caracciolo dell’Aci ha presentato un rapporto sulla cooperazione internazionale, dal quale emergono alcuni dati interessanti. Per esempio, la situazione relativa alla dotazione delle Polizie locali di strumenti tecnologici diversi è decisamente varia. Stoccolma ha ben 2.300 etilometri, Bucarest 200, Helsinki 150, Parigi 56 e Roma 29. Gli autovelox, invece, sono 127 a Berlino, 99 a Stoccolma, 52 a Vilnius, 40 a Nicosia, 34 ad Amsterdam, 33 a Roma, 16 a Parigi, 11 a Bucarest, 9 a Budapest e Helsinki, 4 in Lussemburgo. Ma se a Helsinki è più facile non essere pizzicati dall’autovelox, bisogna stare molto attenti a passare con il rosso, visto che nella capitale finlandese ci sono 600 rilevatori automatici di infrazione. Ben diversa dalla situazione di Roma, dove c’è un solo dispositivo elettronico.

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